Andrea Pubusa domanda, Benedetto Ballero risponde
Ci gustiamo ancora il sonante 4 a 2 del Cagliari sulla Roma all’Olimpico, ma la partita non è finita. C’è. a quanto pare, un nuovo stop alle tribune dello stadio di Is Arenas, guarda caso contro il Milan!, e c’è oggi la partita che si gioca al Tar Sardegna, in Piazza del Carmine, per ottenere l’annullamento del provvedimento del Prefetto che rinviò l’incontro d’andata con la Roma del 23 settembre scorso, anziché ribadire che si giocava a porte chiuse. Un provvedimento poco meditato, come dicemmo in questo blog subito dopo il fattaccio. Il Cagliari Calcio ha impugnato il decreto prefettizio e oggi il Tar prenderà la causa a decisione, dopo aver già emesso lo scorso novembre un’ordinanza che lascia ben sperare. Fra pochi giorni sapremo se fu il Cagliari o il Prefetto a sbagliare. O meglio se, di fronte ad un comunicato stampa impreciso del Cagliari, l’unica risposta possibile fosse il rinvio della partita o se c’era un altro rimedio a salvaguardia della sicurezza e l’incolumità pubblica, ma anche degli interessi del Cagliari e dei tifosi sardi.
Ne parliamo col Prof. Benedetto Ballero che oggi sosterrà la difesa e l’attacco del Cagliari contro la Prefettura di Cagliari e la Roma Calcio.
- Caro Prof. , tu hai impugnato al Tar Sardegna il decreto del 22 settembre 2012, con il quale il Prefetto di Cagliari ha disposto il differimento ad altra data della partita Cagliari-Roma, che avrebbe dovuto svolgersi il 23 settembre 2012, allo stadio Is Arenas .
- Certamente…l’impugnativa è proposta non tanto per contrastare gli effetti, già esauriti, del rinvio della gara…
- …Quella è acqua passata, ma cosa volete ottenere ora?
- Beh, vogliamo scongiurare gli effetti che, comunque, potranno ancora dipendere dal rinvio della partita per fatti e colpe attribuiti dal Prefetto alla società Cagliari calcio.
- Forse è bene riassumere i fatti…
- La vicenda è sicuramente assai nota ai più, essendo apparsa su tutti i media nazionali e locali, ma per capire lo scopo del ricorso del Cagliari Calcio al Tar, è necessario soffermarsi nuovamente sui passaggi fondamentali.
- Sì questo è utile per verificare se effettivamente vi fossero i presupposti di fatto e diritto per l’adozione di un atto straordinario, quale è indiscutibilmente il rinvio da parte di un Prefetto di una partita del campionato di calcio di serie A…
- Per di più facendo perdere la partita alla squadra di casa a tavolino.
- Ma il rinvio della partita contro la Roma non è addebitabile a una errore di Cellino? Il presidente è spesso irrequieto…
- Non direi. La scelta di Is Arenas è stata fatta per consentire a tutti i tifosi, e non solo alle poche migliaia che già lo scorso anno erano stati disponibili a sobbarcarsi la costosa trasferta a Trieste, di assistere alle partite casalinghe della propria squadra, come succede in tutta Italia. La richiesta, quindi, di poter sostituire il campo di Is Arenas al campo principale di Trieste, non poteva che essere collegata alla possibilità di intervento del pubblico a Quartu S. Elena, di quel pubblico cioè che non poteva recarsi a Trieste.
- Ma c’è stato un grave handicap, le partite a porte chiuse…
- La soluzione del primo incontro a porte chiuse, infatti, è stata assolutamente straordinaria, in una fase concitata e di estrema urgenza, eccezionalmente determinata dall’avvenuta anticipazione della conclusione dei lavori di sistemazione dello stadio, che era ancora mancante di alcune marginali opere di completamento.
- Se non ricordo male, dopo la partita Cagliari – Atalanta, venne assicurato che lo stadio sarebbe stato parzialmente aperto per la partita con la Roma?
- Sì, tutti gli Enti e gli organismi competenti avevano fornito sia pur generiche assicurazioni che, a partire dall’incontro con la Roma, sarebbe stato possibile giocare, non a Trieste, ma a Quartu S Elena almeno con il pubblico “fidelizzato”.
- Certo non sarebbe stato accettabile, né per la società né per i tifosi, di non poter vedere le partite casalinghe del Cagliari…
- Sarebbe stato preferibile che sia pur un numero limitato di tifosi potesse vedere la propria squadra a Trieste, ove comunque sarebbe stato possibile far intervenire la stampa, vendere liberamente i biglietti etc. .
- Vuoi dire che la partita Cagliari – Roma, che inizialmente avrebbe dovuto essere giocata a Trieste, a seguito delle assicurazioni informalmente espresse, si sarebbe dovuta svolgere con porte parzialmente aperte a Is Arenas?
- Sì, confermo. Il Cagliari Calcio si attrezzava per la partita con la Roma, del 23 settembre, nella quale per la prima volta nel campionato 2012-2013, avrebbe potuto giocare l’incontro in una città vicina ai propri tifosi, a Quartu S.Elena, e con una parte almeno del proprio pubblico.
- Su questa base, perciò, era stata avviata la vendita dei biglietti per la partita del 23 settembre con la Roma? E poi cos’è successo?
- Con una nota datata 14 settembre, la Prefettura ordinava alla società Cagliari Calcio di sospendere la vendita dei biglietti per la partita con la Roma.
- Beh, Cellino avrebbe dovuto ottemperare…
- D’accordo. Tieni conto, tuttavia, che quella decisione veniva notificata a mezzo fax dopo che la vendita era già iniziata, solo il 17 settembre, ossia poco prima della riunione della Commissione Provinciale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo che bocciava l’apertura dello stadio al pubblico.
- Ma perché Cellino ha forzato la situazione?
- Ribadisco: la soc. Cagliari Calcio non aveva mai chiesto di poter ancora giocare a Is Arenas a porte chiuse, aveva chiesto (ed aveva avuto al riguardo assicurazioni) di potere giocare con l’apertura almeno di alcuni settori.
- Comunque Cellino doveva attenersi alle dispozioni delle autorità competenti…
- E’ quanto ha fatto. Con immediatezza il 18 settembre veniva emesso dalla Cagliari Calcio un primo comunicato sul proprio sito, nel quale si diceva che, nonostante la Società ritenesse di essersi adoperata per mettere in sicurezza lo Stadio, le valutazioni delle autorità non consentivano lo svolgimento a porte aperte della partita del 23 con la Roma…
- Ma non bloccava tutto…
- Come no! Ribadiva il massimo rispetto per le decisioni delle pubbliche autorità e sospendeva temporaneamente ogni vendita di biglietti per la partita con la A.S. Roma.
- Un pasticcio…
- Sì, tieni conto che l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Ministero dell’Interno (in sigla ONMS), organismo superiore, che sovraintende a tutte le manifestazioni sportive, il 20 settembre (ossia il giovedì, tre giorni prima della partita), rammentava “che la normativa di settore prevede la possibilità di passaggi intermedi prima della definitiva apertura dello stadio a tutti gli spettatori”. Ad esempio è contemplata l’apertura ai possessori della tessera del tifoso.
- Sembrava riaprirsi il discorso, almeno per i tifosi “fidelizzati”…
- L’auspicio del Cagliari Calcio di ottenere la soluzione prospettata nella nota dell’ONMS era suffragato dal fatto di aver già adempiuto alla normativa sul ticketing, sul sistema di video sorveglianza funzionante, sui tornelli elettronici installati per i settori da utilizzare, sulle aree dì pre-filtraggio realizzate e sul fatto di aver costituito il Gruppo Operativo di Sicurezza.
- Dunque erano state adempiute tutte le prescrizioni che legittimavano l’accesso, quantomeno di tifosi fidelizzati come auspicato dallo ONMS? Più specificamente, era stato superato quanto in precedenza disposto dal primo decreto del Prefetto?
- Certamente. Il 21 settembre veniva superata la decisione già adottata dal Prefetto di far giocare la partita a porte chiuse.
- E allora come mai il pasticcio?
- E’ stato durante le fasi concitate di una lunga riunione del 21 che veniva redatto, e genericamente concordato con il Presidente Cellino, che si trovava a Miami in USA, il comunicato poi utilizzato dal Prefetto nella motivazione del provvedimento prefettizio del 22/23 settembre per giustificare il rinvio della partita.
- Beh, Cellino poteva evitare quell’avviso ai tifosi, non ti pare?
- Il comunicato, però, in quel contesto, aveva un significato del tutto diverso perché conteneva sostanzialmente l’invito a non recarsi allo stadio per chi non avesse né abbonamento né biglietto, e si muoveva perciò in linea con la decisione che si riteneva stesse per essere adottata dalle autorità.
- Cioè di aprire solo ai possessori della tessera del tifoso?
- Sì, il comunicato non veniva diffuso il venerdì ma solo quando la riunione sembrava evolvere in senso favorevole all’ammissione almeno dei tifosi fidelizzati.
- Ma poi, purtroppo, la riunione si concluse a tarda sera negativamente, con la conferma di far giocare la partita a porte chiuse…
- Sì, l’ipotesi suggerita dall’ONMS non venne alla fine adottata… forse per la rigida posizione della Questura di Cagliari che già aveva espresso le sue preoccupazioni anche per la partita da giocarsi a porte chiuse.
- E poi com’è andata?
- Il 22 settembre, essendo ancora negli Stati Uniti il Presidente Cellino, c’è stato un banale disguido. Un addetto stampa della Società, pubblicava nel sito del Cagliari il testo incriminato di invito ai tifosi di recarsi allo stadio concordato in precedenza col presidente Cellino.
- Se non ricordo male questo avvenne sul tardi…
- Sì, intorno alle ore 19 del 22 settembre, a meno di 20 ore dalla partita, il comunicato era però limitato, come ho già detto, ai possessori della tessera del tifoso” nel rispetto dell’ordine e della civiltà”.
- Ma, stante il disguido e l’incertezza della situazione, non era possibile fare dietrofront?
- Certo, bastava un altro comunicato nel sito. Ma la Prefettura, invece, senza segnalare in alcun modo alla società in uno spirito di leale collaborazione l’opportunità di rimuoverlo per non dar luogo a problemi di ordine pubblico, adottava il decreto di rinvio…
- Una decisione grave. Ma non poteva ribadire che la partita avrebbe dovuto essere disputata a porte chiuse?
- Certo, la stessa serata del 22 settembre, poche ore dopo la comparsa del comunicato sul sito del Cagliari, si poteva emanare un altro comunicato di correzione del primo, che, data l’ora tarda, era stato letto da non più di una qualche diecina di persone…
- Ma il Prefetto è andato giù duro, sul presupposto di un presunto pericolo per l’ordine pubblico…
- Appare evidente che non c’erano quelle “urgenti e gravi necessità pubbliche connesse allo svolgimento di manifestazioni sportive”, che costituiscono i presupposti per il rinvio delle partite (art. 7 bis della legge 401 del 1989).
- Cioè?
- Ho già detto che il comunicato, apparso per un disguido nel sito del Cagliari, era rivolto ai soli tifosi titolari di abbonamento e di regolare biglietto acquistato prima della disposta sospensione, ossia per la sola categoria di tifosi che l’ONMS non considera pericolosi essendo “fidelizzati”…
- Bastava dunque che il Prefetto chiedesse alla società di avvisare che la partita si sarebbe svolta ancora a porte chiuse… e diramare un comunicato in tal senso dalla Prefettura?
- Direi proprio di sì. La nota del Cagliari non era certo finalizzata a creare disordine urbano. Si invitavano infatti i tifosi a recarsi in modo pacifico allo Stadio di Is Arenas a vedere la partita del Cagliari “nel rispetto dell’ordine e della civiltà”.
- In ogni caso, i responsabili della sicurezza della Società mai avrebbero consentito accessi illegali e/o violenti…
- Sicuramente. L’evento straordinario prospettato dal Prefetto tra l’altro appare poco plausibile in quanto non si è mai vista, in Italia, durante lo svolgimento di una competizione sportiva di calcio, la forzatura dei cancelli, e/o dei tornelli da parte dei tifosi, neppure quando sono in procinto di sfidarsi le tifoserie più agguerrite. In questo caso, poi i tifosi, se avvertiti dello svolgimento della partita a porte chiuse, sarebbero rimasti al mare o in campagna. Era una bella domenica di settembre…
- Insomma, voi dite al Tar che il Prefetto ha adottato un provvedimento sproporzionato e irragionevole, data la situazione, del tutto sotto controllo…
- Sì bastava un nuovo comunicato e tutto sarebbe andato liscio…
- Ho capito, ma dimmi cosa vi aspettate dll’annullamento del decreto del Prefetto?
- L’annullamento dell’atto prefettizio ha la conseguenza importante di salvaguardare la società dalle ingiuste sanzioni della giustizia sportiva, senza dubbio conseguenza non tanto di quanto realmente accaduto, ma di quanto ha impropriamente affermato il Prefetto nella motivazione dell’atto impugnato.
- Cioè?
- In particolare mi riferisco alla sconfitta a tavolino per 3 a 0. Anche se qui l’effetto non è automatico…
- Si la questione è complessa, si aprirebbe però uno spiraglio. Nonostante l’autonomia della Giustizia Sportiva, certo se il Giudice Amministrativo dichiarerà l’illegittimità del decreto prefettizio si aprirà uno scenario interessante per ribaltare il 3 a 0 stabilito a tavolino. Ma ci sono anche altri risvolti…
- …senza dubbio. Il Prefetto aveva stabilito che la partita dovesse svolgersi in altra data per responsabilità del Cagliari Calcio, ora ottenendo l’annullamento del decreto prefettizio verrebbe in luce l’insussistenza di una condotta imputabile alla società nella determinazione del rinvio dell’incontro.
- Insomma, l’importante è che la società ne esca pulita, che il suo comportamento sia ritenuto corretto e in buona fede…
- Sì, questo è l’importante, bada bene, anche se, in ipotesi, dovesse ritenersi che, pur con altre motivazioni, legittimamente il Prefetto potesse disporre, in quella occasione, il rinvio della partita, per ragioni di ordine pubblico.
- C’è anche l’interesse morale del Cagliari a non subire l’onta nazionale e internazionale…
- Questa forse è la cosa più importante, anche più di fare la partita con la Roma. Ricordi: tutti addosso al Cagliari e a Cellino, accusato di irresponsabilità e di aver aizzato i tifosi contro le misure di sicurezza… Un’indecenza!
- Ricordo bene. Mi era sembrato un attacco insincero di tutta la stampa nazionale verso una squadra e una tifoseria ben nota per compostezza e serietà…
- In realtà tutto è scaturito da un provvedimento sproporzionato rispetto ad un semplice, improprio comunicato apparso, per un banale malinteso, poche ore sul sito della società, con contenuti tutt’altro che di incitamento alla turbativa dell’ordine pubblico…
- Insomma, volete dimostrare che è stato il Prefetto ad essere poco misurato e prudente, non il Cagliari calcio, a cui è imputabile solo un banale disguido…
- Certamente, vogliamo dimostrare che non c’è mai stato pericolo per l’ordine pubblico, che la situazione, dopo il malinteso del comunicato nel sito del Cagliari calcio, era sotto controllo e poteva chiarirsi con un nuovo comunicato, senza alcun rinvio dell’incontro…
- Penso anch’io che l’aspetto morale sia di gran lunga prevalente, ma confesso che un 3 a 0 sul campo, ad Is Arenas, contro la Roma non mi dispiacerebbe…La Roma in questa vicenda si è comportata in modo poco elegante, per nulla sportivo e solidale…
- Non ti basta quel velenoso 2 a 4 di venerdì!?
- La goduria è stata immensa… ma sia per necessità sia per diletto altri tre punti al Cagliari ammetto che non mi farebbero schifo…
- Questo è il desiderio di tutti i sardi di sinistra, di centro e anche di destra…Speriamo bene
- In bocca al lupo e forza Cagliari!
- Crepi il lupo e sempre forza Cagliari!
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