Andrea Raggio
Ingroia ha rotto il dialogo con il PD, perché, dice, “l’accordo tra PD e Monti è già fatto” e “Berlusconi non rappresenta più un pericolo…il vero pericolo è Mario Monti”. Parole testuali. Sul magistrato Antonio Ingroia non ho mai espresso, ovviamente, giudizi. Rispetto e basta. Ho evitato di esprimerne sulla sua discesa/salita in politica per non apparire fazioso. La mia visione della politica, infatti, è quella di altri tempi. Quando ne discuto, un mio caro amico e compagno mi dice scherzando “seis antigu”. E’ vero, rispetto al modo di intendere la politica oggi io sono antico, e quando sento certi travisamenti della realtà e lamenti da postulanti (“Bersani non ha risposto alle mie telefonate”) sono contento di esserlo.
Anche negli anni cui mi riferisco i magistrati avevano personali opinioni politiche ma non le esternavano perché non intendevano utilizzare il loro ruolo come trampolino per saltare in politica. Accettavano la candidatura solo se era loro proposta, e una volta accettata spesso si dimettevano dalla magistratura, come ha fatto Pietro Grasso, ma non si autocandidavano, come ha fatto, invece, Antonio Ingroia. Non esistevano partiti personali. L’unico caso fu quello de L’Uomo qualunque di Guglielmo Giannini, che però evaporò in breve tempo, a conferma del fatto che i partiti senza storia non fanno storia. Tanto meno esistevano le liste personali, costruite attorno a una persona. Ora abbondano, da Monti a Ingroia, persino “Doddore” vuole la sua lista.
Ingroia ha finalizzato la sua lista alla “Rivoluzione civile”. Gli esperti pubblicitari l’hanno sconsigliato a scegliere solo questo titolo. Rivoluzione civile, hanno spiegato, non è elettoralmente attraente. Meglio mettere nel simbolo in grande evidenza il nome Ingroia, perché suona bene ed evoca la figura di un magistrato battagliero anche politicamente. Un magistrato, cioè, che non ha esitato a manifestare chiassosamente le sue opinioni politiche perché risultasse evidente lo sforzo di cucirsi addosso l’abito di leader dei frammenti sparsi della sinistra estrema e non ha esitato a polemizzare altrettanto chiassosamente col Presidente della Repubblica nell’assurdo tentativo di porsi allo stesso livello. Ingroia è stato, quindi, costretto dai consiglieri a forzare la sua innata modestia e a sacrificarsi per la causa.
Ora sostiene che la rottura col PD è colpa di Bersani, che non ha voluto trattare. Trattare? Dunque, gli attacchi continui da sinistra al PD non erano la solta manfrina, ma tendevano a preparare il terreno per un ricatto, per mettere in atto una sorta di pizzo politico. Cerco di essere sincero: se Di Pietro dovesse essere eletto, non farei salti di gioia. Riconosco, però, che il proposito di accorpare i pezzi della sinistra estrema per ritagliare loro uno spazio in Parlamento non solo è legittimo ma può essere anche utile perché il confronto sui problemi veri aiuta a smorzare gli estremismi. Bersani ha, però, chiesto agli elettori e allo stesso Ingroia di riflettere su un’altra questione non meno importante, riguarda la prospettiva di tutti noi. Abbiamo evitato il baratro, ma la crisi è sempre molto grave ed è urgente avviare la ricostruzione economica, democratica e morale dell’Italia (e senza quest’opera, sia ben chiaro, la Sardegna non avrà futuro). Solo il centrosinistra ha oggi la forza anche elettorale per governare l’Italia verso quest’obiettivo. Ma l’esito elettorale è condizionato dalla legge porcata la quale per il Senato prevede un premio di maggioranza su base regionale. La conseguenza può essere che se non si conquista anche al Senato la maggioranza dei seggi va a finire che le elezioni si vincono e si perdono, e chi ha preso meno voti può ricattare, in nome della governabilità, chi ha avuto la maggioranza per tentare di imporre il suo premier, come pretende Casini (dopo Monti solo Monti), col rischio di provocare il caos. Ecco perché facendo concorrenza al PD per indebolirlo, Ingroia fa un favore a Berlusconi e all’odiato Monti, senza peraltro averne tornaconto, perché difficilmente potrà superare lo sbarramento dell’8%.
La missione di cui sé fatto ora carico il dottor Ingroia è, purtroppo, quella di chiudere al PD per aprire alla destra. Hanno ragione i Maestri: la corsa verso la sinistra estrema porta sempre a destra.
Ingroia, la sinistra estrema che favorisce la destra
22 Gennaio 2013
4 Commenti
4 commenti
1 Giulio Lobina
23 Gennaio 2013 - 04:12
Carissimo Onorevole,
Senza voler essere offensivo, ma volendo scherzare anche io come il suo amico, alla frase: “Seis antigu”, aggiungerei: “mera”. Molto.
Perchè, vede, quella sinistra estrema e frammentaria della quale anche Lei ha fatto parte in passato, non si pone oggi come motivo di indebolimento d’altri partiti. Ma fa quello che ha sempre fatto: prova a conquistarsi credibilità e voti. Senza esaltarsi tanto da pretendere d’avere una maggioranza.
Maggioranza che, vorrei ricordarle, non solo non può e non deve essere vista come una tirannia, ma è semplicemente ciò che il popolo vuole, anche con il Porcellum. Ed è per questo che, anche al Senato, bene farebbe Bersani a ricercare il massimo dei consensi da parte del popolo italiano. Invece, accade un fatto straordinario.
Accade che “il più grande partito del centro sinistra…più centro che sinistra (e che ha sostenuto per un anno intero un governo di centro destro appropriandosi pure dell’Agenda Monti, poi riconquistata dal diretto interessato) vada a chiedere ad un Movimento di non presentare liste al Senato in alcune regioni.
Ma secondo Lei, questo di Bersani, non è un ricatto alla Democrazia? Non è forse chiedere ad una fetta del popolo italiano, rappresentata da Ingroia, di non scendere in campo? Di lasciare spazio? Di farsi da parte? E perchè? O meglio: per chi?
Bersani si è trovato con un pugno di mosche quando Monti è sceso in campo. Perchè Lei dice che i partiti personali non servono, allora mi chiedo a cosa servono le “Agende personali”. Le spiego meglio. Se Monti non ha “senso” perchè uomo solo (anche se supportato invece da Casini, Fini e altri centristi)…che senso avrebbe portare avanti l’Agenda Monti?
Vede, io non mi sento affatto “antigu” politicamente e magari ho una visione della politica totalmente diversa dalla Sua. Sarà anche perchè del partito di Di Pietro, in Provincia di Cagliari, sono ancora Segretario. Ma credo fermamente che, chi come Lei dice deve portare avanti una politica economica migliore, democratica migliore e morale migliore non dovrebbe (o non avrebbe dovuto):
a) votare a favore dell’acquisto dei caccia bombardieri F35 e distruggere l’articolo 18;
b) chiedere ad altri che si propongono legittimamente di non candidarsi al Senato d’alcune Regioni chiave;
c) Fare una alleanza con Sel sulla carta per poi farne un’altra con Monti dopo elezioni prendendo in giro i propri elettori.
Ecco. Non si può rinnovare un Paese se non si è chiari con il proprio elettorato. Nè si può dire d’essere di centro sinistra quando anche in Provincia di Cagliari, quella questione morale mai rispettata, ci ha portati ad avere un ente locale governato da un Presidente non eletto per una decadenza giunta inaspettatamente per molti, per aver accettato un rischio che hanno pagato i cittadini.
La questione morale, onorevole, non ha colore politico, ma quando è la sinistra (???) a non rispettarla fa ancora più male.
Vede, in Democrazia, l’ho detto più volte e lo ripeto: nessuno è intoccabile. In Democrazia suona più fastidioso agli occhi della gente onesta un Presidente della Repubblica che chiede un conflitto d’attribuzione piuttosto che chi, giustamente, gli dice: “vogliamo la Verità sulle stragi che hanno ucciso Falcone e Borsellino e altri uomini di Stato e civili”.
Ma vede, fa più rumore una puntata di Report che in un colpo solo cancella l’unico partito che le cose le ha sempre dette fin troppo chiaramente. Dunque, mi permetta, ma se Di Pietro viene eletto a me sta bene. Perchè non ve ne lascerà passare una! (Per fortuna). E con lui, se tutto va bene, verrà eletta anche una parte buona e sana della società civile. Quella che combatte per il pane quotidiano. Quella che, quando pensa a Grasso, si chiede: “Ma come cavolo fa questo Magistrato a dire che bisognerebbe dare a Berlusconi un premio perchè il suo Governo è quello che più di tutti ha combattuto la mafia”.
Ecco, ha pienamente ragione sul fatto che Ingroia si è schierato. Ma sbaglia sul fatto che si sia autocandidato, perchè De Magistris, Cambiare si può, Orlando, Di Pietro lavorano sulla sua candidatura da mesi prima che Grasso decidesse di scendere in campo col PD (anche se io, sinceramente, dopo gli elogi a Berlusconi, l’avrei visto schierato con Dell’Utri e altri).
Ingroia ha pieno diritto, come vede, a presentare liste anche al Senato. Perchè Berlusconi, secondo uno dei più autorevoli ex magistrati in corsa col PD, tale Pietro Grasso, andrebbe “premiato” per la lotta alla mafia (???).
Ingroia ha fatto benissimo a chiudere al PD, perchè quel detto antico: “Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico” non ha funzionato. Non si può chiedere ad un “concorrente” avversario politico e non nemico (pensavo che il nemico fosse solo Silvio o almeno il suo fantasma…poi vi lamentate del Di Pietro sempre attaccato a Berlusconi): “NON PRESENTARE LISTE AL SENATO”…e dopo aver compreso d’aver fatto una richiesta incostituzionale e moralmente discutibile: “ALLEATI CON NOI”.
Vede, per concludere, la politica antica come quella moderna manca di una virtù: la serietà. Perchè la si piega costantemente al compromesso. E, a proposito, il Porcellum non è una legge scritta o votata da Ingroia e io mi auguro che Rivoluzione Civile non solo entri in Parlamento, ma sia anche in grado insieme al Movimento di Grillo, di contare abbastanza per rimettere in ordine la politica e liberarla dai compromessi al ribasso.
La sconfitta della Sinistra non è Silvio Berlusconi. Ma è dimenticarsi che Grillo e Ingroia sono una risorsa per il paese pur di sostenere un Governo di banchieri.
L’economia, caro Onorevole, gira se i cittadini mangiano, e se hanno un lavoro dignitoso, scuole che formano, università che non cadono addosso agli studenti, strutture adatte per i disabili, carceri civili, pensioni dignitore, lavoro, lavoro lavoro.
E tutto questo può trovarlo anche solo rinunciando a qualche F35…per iniziare. Per iniziare.
Con profonda stima, ma con idee alquanto diverse (e non per età). Giulio Lobina, Segretario Provinciale Italia dei Valori Cagliari, con Ingroia Rivoluzione Civile.
2 Arrubiu
23 Gennaio 2013 - 18:13
Caro Giulio, tutto bene ma, purtroppo, i voti per Pirotto vai a cercarteli tu. No tengiu sa facci.
3 A.R.
24 Gennaio 2013 - 12:55
Caro Lobina, dalle candidature risulta evidente che Rivoluzione civile serve a riportare alla Camera Di Pietro, rimasto senza partito dopo avrlo distrutto, e qualche altro politico della sinistra estrema. Tutto legittimo e persino utile, ripeto, perchè misurasi sui problemi veri aiuta a smrzare gli estremismi, A che prezzo? Anche a quello di comppromettere l’alternativa di centrosinistra alla destra berlusconiana? Il risultato al Senato tra i due schieramenti è in bilico e indebolendo il PD si ottiene solo il risultato di far scattare il premio di maggioranza su base regionale, previsto dalla legge elettorale porcata, a favore di Berlusconi. Monti mira allo stesso risultato chè gli consentiebbe d’essere l’ago della bilancia nella formazione del nuovo governo e di tentare di imporsi come premier. Il rischio che si vada verso il caos è innegabile. Un accordo con Ingroia a elezioni fatte consentirebbe al centro sinistra di raggiungere la maggioranza anche al Senato?. Non è vero, Rivoluzione civile non eleggerà senatori perchè in nessuna regione supererà lo sbarrameno dell’8%, come dicono tutti i sondaggi. Il voto a Ingroia, dunque, non servirà neppure a riparare il danno prodotto. Così stanno le cose, il resto è propaganda.Quanto al mio passato non ho mai fatto parte della sinistra estremista, ma del PCI e me ne vanto. Per favore non faccia confusione.
4 Giulio Lobina
24 Gennaio 2013 - 15:35
Onorevole, va bene essere “antigusu”, ma anche indovini no!! I sondaggi non vanno a votare. I cittadini vanno a votare. E saranno loro a scegliere il PD, Ingroia o chi riterranno più “serio e coerente”. Ha seguito le dichiarazioni di Bersani di questi giorni? “Riduzione spese per gli F35 e salario minimo”? Non profumano un po’ di IDV?
Vede, il PD sta giocando ad inglobare l’elettorato degli altri partiti proponendo idee dell’IDV e di altri spacciandole come proprie.
Ancora una volta dimostra in questo modo non solo di non essere in grado di governare un Paese, ma anche di volersi accaparrare consensi per idee non proprie di pura “propaganda”.
Se poi Monti fa paura, il PD avrebbe dovuto svegliarsi un anno fa! Non supportarne il Governo per poi proporsi come alternativa (portando avanti però le politiche della famosa Agenda Monti). Si è fatto un autogoal. E Ingroia non è indebolimento di nessuno, ma solo coscienza di come stanno le cose: la gente è stanca delle prese in giro.
Di Pietro verrà eletto e in Parlamento anche una sola voce LIBERA è meglio della metà dei parlamentari col paraocchi.
E fino a ieri la destra berlusconiana ha supportato Monti con la sinistra bersaniana. Qui trova le persone confuse e anche la confusione di una politica della “quantità e non della qualità”.
Poi se vuole parliamo della Banca di Siena e delle Responsabilità. Ma non qui e non ora. Altrimenti sì, facciamo confusione.
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