Amsicora
Scusate, può apparire supponenza la mia, ma sono sempre più sorpreso. I compagni (o amici?) del PD hanno sollevato un putiferio con Bersani perché non vogliono due inserimenti nazionali nella lista regionale, ma hanno riflettuto sul fatto che in Sardegna la lista per la Camera avrà come capolista tal Emanuele Cani? Voi direte, anche Cani merita rispetto, ed è vero. Ma una cosa è candidare questo dirigente zonale nella lista, altra cosa è metterlo capolista. Non occorre lunga discussione per comprendere che il capolista è un po’ l’immagine della lista, la personalità che la caratterizza e meglio ne riassume i caratteri. Ora, francamente, fermo restando il rispetto per la persona e pur con tutti gli sforzi, a me elettore medio non risulta che Cani si sia segnalato per qualche iniziativa o attività d’interesse generale, tale da indurre un partito di governo, qual è il PD, a metterlo capolista alla Camera. Visto che stiamo parlando di rispetto, ci vuole riguardo anche per gli elettori, anche perché costoro sono imprevedibili e possono tradurre il loro umore negativo nel voto in favore di altri candidati o, addirittura, disertare l’urna.
Il PD mi sembra sdraiato sui sondaggi e ha l’atteggiamento di chi ha già la vittoria in tasca. Un po’ come la Juve con la Sampdoria: in vantaggio e con un uomo in più, si è messa a giocherellare e poi le ha prese! E’ inutile ricordare al PD che la partita è tutt’altro che vinta. Berlusconi sta mobilitando i suoi e gli esiti possono essere vari. Conta anche il risultato. Se il PD non vince bene e si va ad alleanze, è molto probabile che Monti, che tutto è fuorché un gentleman, chiederà Palazzo Chigi in cambio del suo appoggio. E se potesse far maggioranza col centrodestra? Pensate che Casini e Fini sarebbero sordi alle sirene di un governo di destra, senza la presenza ingombrante di Berlusconi? In fondo, non hanno voluto sempre un centrodestra senza il Cavaliere? E pensate che il Cavaliere, pur di sbarrare il passo a Bersani, non sia disposto a mandare avanti i suoi e a stare dietro le quinte? Insomma, compagni (o amici?) del PD, in uno scontro così duro, la composizione delle liste è importante, e, senza offesa, quella che voi intendete presentare va bene per un grosso condominio più che per le Camere, nella prospettiva di governo del Paese.
Ed allora, compagni (o amici?) smettete i clamori e concordate con Bersani due autorevoli candidature esterne oppure contrapponete due forti nomi interni, di sardi. Autorevoli, anche fra noi nativi, ce ne sono tanti. Basta volerli. Mettere compagnetti (o amichetti?) del partito serve a poco per convincere Bersani e, sopratutto, gli elettori.
Il discorso naturalmente vale anche per le altre liste. SEL ha già chiuso a catenaccio e dunque amen. Rivoluzione civile, dopo l’assemblea pubblica cagliaritana, sta lavorando alla lista in sordina. Ma il discorso vale anche per loro. A parte un voto di affezione, che però è limitato, per intercettare grandi numeri occorrono autorevoli candidature. In questo versante si tratta di richiamare all’impegno un elettorato “scazzato” dalle traversie della sinistra degli ultimi decenni. Dunque, lo sforzo di presentarsi bene dev’essere doppio. Perché dietro l’angolo, c’è l’astensione. Ricordatelo!
1 commento
1 A.R.
15 Gennaio 2013 - 20:35
Le protesta chiassosa e anche stravagante dei dirigenti sardi del PD contro le candidature nell’isola decise dalla direzione sono, a mio parere, immotivate e hanno creato sono danno. Le liste le decidono gli organi centrali del partito perchè occorre tener conto delle esigenze politiche nazionali, esigenze cha vanno soddisfatte anche nell’interesse delle singole regioni. Gli elettori concorrono, in misura largamente vincolante, alla loro stesura con le primarie. Concorso, non potere decisionale assoluto. Queste sono le regole che il PD si è dato. La direzione ha abusato, ha tradito le primarie? Non mi pare. I posti che si è riservata sono tre, circa il 30% delle candidature, come nelle altre regioni. Uno è destinato a un esponente socialista. Giusta esigenza, perchè le elzioni si vincono anche col contributo del Partito socialista alleato. Il nome proposto non va bene? Si discuta allora di questo, non del criterio. Un altro posto è riservato a un eminente esponente del mondo della cultura, impegnato da sempre nelle battaglie democratiche. Manconi, che peraltro è anche sardo, non va bene? Si contesti la persona, non il criterio. Il terzo posto è riservato a un deputato uscente, escluso dalle primarie. Se in queste è stato commesso un errore, è giusto correggere. Emilio Lussu ha scritto che il popolo ha sempre ragione, ma qualche volta sbaglia. Quando sbaglia la politica ha il dovere di correggere. Sanna non merita di essere riammesso in lista? Se è così si discuta sul merito, non del criterio. Quel che colpisce della agitazione dei direnti regionali del PD è che non discute sul merito ma nega criteri giustissimi. Questa non è buona politica.
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