Analisi belle e tante, ma le proposte?

18 Dicembre 2012
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Micheli Podda

Salude Andri’!

mi so abizande chi semus bonos meda a  narrer, ma su ‘e fagher che lu lassamus in sa punta ‘e sa pinna, ca nos benit a punta in susu. Si podimus mezorare cante cante, cuncruinde cada arresonada inditande puru carchi cosa de fagher, non diat esser male fatu.

Le analisi sono utilissime. Senza di esse non si troverebbe la causa della malattia a cui associare il giusto rimedio, la natura di un terreno in cui si vuole costruire un edificio sicuro o avviare una coltura redditizia, la corretta impostazione di una attività produttiva, economica o commerciale che sfondi nel mercato. Le analisi attente servono anche per poter predisporre un programma elettorale credibile e soprattutto un programma politico, quello che sarà effettivamente operativo dopo il successo elettorale. Le analisi condotte con ampiezza di vedute, lungimiranza, puntigliosa completezza di indagine, permettono di raggiungere risultati minimi nel breve periodo e insieme di porre le basi per obiettivi a lungo termine, conquistando nel contempo il favore degli elettori.
Esse tuttavia hanno un grave limite: non hanno grande valore se non sono accompagnate dalla proposta operativa volta alla realizzazione delle attività per cui sono state condotte; se rimanessero inutilizzate anche per un tempo non troppo lungo, potrebbero invecchiare e morire velocemente, non trovando mai più occasione per essere riproposte e utilizzate.
Oggi vi è una super produzione di analisi, specie sulle questioni sociali e sulle prospettive politiche, che probabilmente finiranno nel macero delle cose inutili, o sulla luna del furioso Orlando come sogni, propositi, promesse o giuramenti che gli umani producono in abbondanza ma che, la gran parte, restano precisamente inattuati. Tale lavorio analitico sembra quasi essere diventato un accogliente rifugio in cui trovare pace, tacitare la coscienza, convincersi di avere dato il proprio valido contributo alla salvezza del mondo, o al progresso della propria comunità, italiana o sarda che sia. Talvolta le analisi costituiscono anche un’occasione in cui mostrare le proprie capacità analitiche appunto, logiche, di intuito. Non di rado (chi può) ci si attarda anche nella raffinatezza linguistico-espressiva, e pare che una prosa brillante scorrevole e tersa sia gà di per sé un ottimo gratificante risultato.
Ahimè, così non è! Sempre più mi rendo conto di quanto LE ANALISI siano poco utili ormai, e di quanto ci sia bisogno invece di PROPOSTE CONCRETE, come diciamo sempre e non facciamo mai, o quasi. Potrei persino paragonare le analisi agli slogans, quelle frasi fatte che, pur ripetute mille volte, ci piacciono, ci toccano, ma quasi mai hanno anche riferimenti precisi sulle cose da fare, e che non possono limitarsi  alle poche parole di uno striscione quando si manifesta. “Prima di tutto il lavoro” diceva uno (vedi l’articolo di Gianna Lai), “La violenza sulle donne…” mostrava un altro, durante la giornata dei 30.000; ma se proviamo a spiegare che cosa bisognerebbe fare, che cosa si può fare nel concreto, allora emergono ostacoli insormontabili che scoraggerebbero chiunque. E se ci illudiamo che i politici invece sappiano bene che cosa fare, quelli di nostra fiducia naturalmente, beh ho l’impressione che sia un’illusione, appunto. Anche loro non hanno la bacchetta magica né la ricetta in tasca. Certo, data la situazione, l’ attuale “congiuntura” non permette….
Alt! Sto procedendo in una analisi approfondita (poco), e rischio di concludere senza proporre un bel niente di concreto. E allora arrivo al dunque: PROPONGO che tutti coloro che scrivono in questo e in tanti altri siti e blog di interesse politico e culturale (sono tantissimi, anche troppi, e in gran parte molto validi), concludano sempre (dico SEMPRE) i loro articoli con ALMENO UNA PROPOSTA CONCRETA, che dovrebbe essere dibattuta fino a che non sia diventata chiara, completa, condivisa, attuabile; oppure giudicata non valida e allora accantonata o ritirata. Se valida ciascuna proposta, una volta definita, dovrebbe essere inviata a chi potrebbe in qualche modo attuarla, applicarla, farla propria e realizzarla concretamente, non prima comunque che venga approvata o firmata da tutti coloro che la ritenessero valida, sull’esempio di quanto propone Deliperi a proposito del miliardo dell’emiro del Qatar in arrivo sulle coste sarde (http://www.manifestosardo.org/?p=15804).
Chi dovrebbe firmare? Sicuramente TUTTI I FREQUENTATORI dei numerosi SITI-BLOG (siti e blog di cui si farebbe un elenco preciso e che quanto prima dovrebbero trovare momenti di stretta collaborazione, in una sorta di UNIONBLOG) che volessero partecipare all’iniziativa. E se l’argomento avesse importanza vitale si potrebbe organizzare anche la classica raccolta di firme “sul campo”.
Ammettiamo pure che questa proposta (quella di concludere qualunque analisi con una proposta concreta) non ottenga l’approvazione e dunque non abbia alcun seguito. Se altri però proponessero altre soluzioni per andare oltre le analisi, fra le tante forse qualcuna valida verrà fuori, e allora si potrebbe cominciare un percorso nuovo e positivo, che avrà il pregio della auspicata concretezza.

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