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La Corte d’appello di Cagliari ha confermato l’assoluzione per l’ex governatore della Sardegna, Renato Soru (Pd), accusato di abuso d’ufficio e turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta sul caso Saatchi & Saatchi, l’appalto per la pubblicità istituzionale della Regione da 56 mln di euro più la campagna Sardegna fatti bella, finanziata con un milione di euro. Assolti, come in primo grado, altri tre imputati. Due invece le condanne confermate, altre due parzialmente riformate. La sentenza della Corte d’appello, presieduta da Mario Biddau, è stata emessa dopo sei ore di Camera di Consiglio. Con Soru sono stati assolti - confermando il primo grado - l’amministratore delegato di Saatchi, Fabrizio Caprara, e i vertici del consorzio Sardegna Media Factory, i fratelli Marco e Sergio Benoni. Parzialmente riformata, invece, la sentenza di condanna nei confronti di Fulvio Dettori, ex direttore generale della Regione: cadute le accuse di abuso d’ufficio e peculato, il collegio ha inflitto al dirigente 1 anno, 4 mesi e 20 giorni per la sola turbativa d’asta, contro i due anni del primo grado. Ridotta da 8 a 5 mesi e 10 giorni e commutata in una multa da 6.080 euro, la pena inflitta a Roberta Sanna, allora componente della commissione regionale per l’aggiudicazione dell’appalto. Confermate, infine, le condanne a 8 e 7 mesi rispettivamente per Giovanni Mereu Filindeu e Aldo Brigaglia, anche loro componenti della commissione, accusati di falso insieme alla Sanna. Tutti in aula gli imputati, eccetto il milanese Fabrizio Caprara.
Che dire a caldo? Che la sentenza presenta una manifesta contraddizione, l’assoluzione di Soru per turbativa d’asta e la condanna di Dettori per lo stesso reato. Dettori ha agito, dunque, in proprio? Per quale interesse? Il legame fiduciario col Presidente Soru, di cui era direttore generale, consentono di ritenere che agisse sua sponte, di sua iniziativa? Ponendo questi quesiti - sia ben chiaro - non vogliamo dire che anche Soru dovesse essere condannato. Al contrario, riteniamo che dovesse essere assolto anche Dettori. Insomma, rileviamo solo la contraddizione, che non ci sarebbe stata se anche Dettori fosse stato assolto.
Una seconda contraddizione riguarda le condanne per i reati minori di Brigaglia, dello stesso Dettori e degli altri componenti la Commissione di gara. Che senso avrebbe il falso, ossia la non veritiera verbalizzazione se non in funzione della turbativa? Caduta questa, ragionevolmente, doveva cadere anche la prima. Insomma, due erano le possibili soluzioni sul piano logico: ritenere che la vicenda, pur evidenziando profili di malamministrazione, non presenta aspetti di rilevanza penale ed allora mano leggera e assoluzione per tutti; oppure mano pesante e condanna per tutti. Certo è che un giudizio che assolve Soru e condanna gli altri almeno a primo acchito appare poco convincente.
Comunque, vedremo se la motivazione riuscirà a fugare queste perplessità.
L’ultima parola spetterà certamente alla Cassazione. La Procura generale e le difese dei condannati è quasi certo che ricorreranno alla Suprema Corte. Non è dunque escluso un annullamento con rinvio e, dunque. è possibile anche un ritorno in Corte d’Appello. Stiamo a vedere.
1 commento
1 giovanni03
14 Dicembre 2012 - 22:25
Pasticcio avvenuto all’interno della commissione, qualcuno faceva il furbo, gli altri hanno reagito annullando un risultato legale, ma falsato. Soru non era nella commissione e dunque…Ho partecipato, come componente, ad una commissione per l’aggiudicazione di un appalto, da quel giorno mai più!
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