Amsicora
Bersani, nel tempo, sta rivelando una intelligenza politica ed una solidità di progetto che altri leader del PD del recente passato hanno mostrato di non possedere. Intanto con le primarie incassa un successo generale, anche in vasti settori moderati e del centrodestra. Dopo anni di personalismo sciocco e devastante, reintroduce l’idea che la politica non è affare di pochi, di segreterie, ma è un fatto di massa. E qui Renzi evidenzia la sua debolezza nel contestare il segretario che, potendo ricevere l’investitura dal partito, la richiede al popolo del centrosinistra, rischiando in prima persona. Bersani guadagna così un’investitura larga che gli dà l’autorevolezza di essere il candidato unico che finora generalmente non gli si riconosceva. Un vero capolavoro di fine politica, in cui Renzi finisce per essere l’utile idiota di cui Bersani ha bisogno per legittimarsi come leader incontestato dello schieramento progressista. Renzi è il concorrente giusto per consentire a Bersani di dire che queste sono primarie vere, e dunque realmente legittimanti.
Il segretario, aprendo a Vendola e Tabacci, sinistra e moderati, ha mostrato anche d’essere l’unico che ha forte capacità unificante, un uomo di equilibrio in grado di mettere insieme un vasto arco di forze, con un programma attento alle istanze sociali, ma anche le esigenze di rigore e serietà apprezzate pure dai centristi.
Anche qui Renzi sembra un leader improbabile. I suoi attacchi arroganti hanno diviso addirittura il PD, indebolendo la sua capacità unificatrice, che, però, un candidato alla guida del Paese deve avere. Ha poi dato l’idea di essere più un candidato proteso verso la destra, a costo di tagliare i non irrilevanti settori della sinistra presenti nel PD e fuor d’esso.
Anche Vendola ha avuto soddisfazione dalle primarie. Ha radicato SEL nel centrosinistra, creando le condizioni per un positivo rientro della sinistra in parlamento. Anche sul punto, che differenza fra Bersani e Veltroni! Quest’ultimo ha pregiudicato se stesso, privando la sinistra dell’alleanza necessaria per accedere alla rappresentanza. Il marito che, per fare dispetto alla moglie, compie la nota maldestra operazione automutilante…! Il disatro è noto a tutti, con grande gaudio della destra e di Berlusconi, che ne fu il beneficiario. Renzi si pone in questa stessa lunghezza d’onda. Bersani, invece, ha voluto Vendola nlle primarie, perché è intenzionato a riproporre un’alleanza vasta, ma in un quadro di coerenze programmatiche e di schieramento. Lo ha detto chiaramente in riferimento all’IDV. La convergenza è possibile e si fa con le forze che si mettono in sintonia con l’esigenza di un equilibrato compromesso per il governo del Paese. Chi vuol fare contestazione, è libero di farla, ma sta fuori dall’alleanza.
A questo punto Bersani ha reso più auspicabile una sua forte legittimazione non tanto in raffronto a Renzi, ma in riferimento a Monti. Per sbarrare la strada al mortifero Prof. della Bocconi occorre che la leadership di Bersani sia solida e vasta, così da togliere spazio alla riedizione di un governo tecnico o al Monti-bis, che sarebbe una vera sciagura per i lavoratori e per il Paese. A chi non vuole che l’Italia sia ancora devastata dalla politica miope anche di quest’ultimo anno Bersani tende la mano.
Beh, chi credeva che Bersani fosse un rozzo artigiano della politica, ha adesso motivo di ricredersi. O no?
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