Partiti e M5S: un comico al comando?

21 Novembre 2012
1 Commento


Gian Mario Marteddu
 

Il tempo trascorre inesorabile e le elezioni politiche si avvicinano. Diverse sono le incognite e le variabili che si presentano a pochi mesi dal voto. Vi è, però, un dato certo rappresentato dal sicuro successo elettorale del MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo. I suoi principali sostenitori sono, paradossalmente, i partiti politici incapaci, non solo di soddisfare le esigenze dei cittadini mediante una adeguata programmazione dell’azione di governo (si pensi alle materie economiche e del lavoro), ma anche e soprattutto di dotarsi di un insieme di regole che consenta loro di avere una maggiore legittimazione di fronte al corpo elettorale. Predisporre un coerente sistema di finanziamento della politica, estendere l’incandidabilità, attualmente prevista solo per gli enti locali, anche ai membri del Parlamento, dettare una disciplina dell’indennità e dei vitalizi in modo da evitare abusi che fanno gridare allo scandalo in tempi di recessione e disoccupazione, sono solo alcune delle priorità che i partiti dovrebbero affrontare e risolvere per non essere travolti definitivamente, creando un vulnus per la democrazia.
Poiché i partiti sembrano non comprendere l’importanza di tali questioni, ecco che avanza il comico, populista e demagogico Grillo, posto a capo di un movimento che ottiene percentuali di voto sempre maggiori in tutte le regioni d’Italia. E proprio per la presenza di esponenti “grillini” in molti organi elettivi ed esecutivi di enti territoriali, nonché per il prossimo ingresso degli stessi all’interno del Parlamento, appare legittimo chiedersi se il MoVimento 5 Stelle presenti ancora i caratteri di un movimento o se, invece, si stia trasformando di fatto in un partito vero e proprio.
Due sono gli aspetti che qui si vogliono evidenziare. Innanzitutto, le cinque stelle del MoVimento rimandano a cinque ambiti specifici: acqua, ambiente, trasporti, connettività, sviluppo. Leggendo, però, il relativo programma (a dire il vero, attività non particolarmente impegnativa) non si comprende minimamente quali politiche si intendano porre in atto per raggiungere gli obiettivi prefissati. Nulla si dice, ad esempio, a proposito della creazione dei posti di lavoro, in particolare per i giovani.  
In secondo luogo, il M5S non presenta un’adeguata struttura democratica e questo si evince dalle tensioni che attraversano il movimento in queste settimane. Le espulsioni di alcuni consiglieri comunali e regionali dimostrano le tendenze autocratiche di Grillo, il quale, tra le altre cose, impone agli esponenti del movimento il divieto di partecipare a dibattiti televisivi. Se l’intento del M5S è quello di consentire la libera partecipazione dei cittadini alla vita politica, allora questo intento rimane sulla carta laddove coloro che vengono eletti nelle liste del MoVimento grazie ai voti di migliaia di elettori devono poi sottostare ai diktat del capo indiscusso.
Tutto ciò dimostra quanto sia necessario, per una forza politica, avere una struttura che consenta ai cittadini di concorrere con metodo democratico alla determinazione della politica nazionale, in ossequio al principio sancito dall’articolo 49 della Costituzione.
Pertanto, è auspicabile che i partiti tornino a svolgere la funzione loro assegnata, ossia fungere da anello di congiunzione tra società ed istituzioni, dotandosi di un sistema di regole che consenta di ottenere una nuova legittimazione democratica. Solo così potrà essere ridimensionato il ruolo del Movimento 5 stelle e solo così il suo leader Beppe Grillo sarà costretto a fare a tempo pieno ciò che riesce a fare meglio: il comico.

               

1 commento

  • 1 giovanna
    21 Novembre 2012 - 16:51

    Concordo pienamente su quanto da te asserito, ma “il comico” sta riempiendo un vuoto lasciato dai partiti politici. Agli occhi di noi popolino non sono altro che una masnada di briganti che sta depauperando le casse dello stato con stipendi d’oro e altre prebende senza dare nulla in cambio. Penso alla squallida visone del parlamento semivuoto quando deve decidere su questioni importanti per noi tutti; a quei parlamentari che ritengono una “perdita di tempo” (ben retribuita peraltro) andare in parlamento; a quei manager che hanno come unica “specializzazione” l’essere amici di politici e che ricevono stipendi che sono un insulto per i giovani seri preparati e talentuosi che faticano a trovare non la loro strada ma una strada; alla scarsa attenzione alle persone che mandiamo alla comunità europea, che poiché incapaci o poco preparati lasciano che siano gli altri a decidere delle nostre sorti. O ancora al fatto che devono decidere, loro condannati “solo in primo grado”, di non poter essere eletti alle prossime elezioni. Queste sono solo una piccola parte, la lista sarebbe molto lunga. In questa situazione ben venga Grillo se riesce in qualche modo a scuotere la loro sicurezza e mi auguro a cambiare …altrimenti la china imboccata mi sembra alquanto preoccupante.

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