Gianna Lai
L’altra sera in uno spazio suggestivo e disadorno del bastione di S. Croce, su iniziativa dell’ANPI, si è tenuta la rappresentazione teatrale della Resistenza a Monserrato (Pauli). Tanti piccoli eroi popolari, che al fascismo hanno opposto una Resistenza, tanto più difficile in quanto l’azione si svolge in un ambiente ristretto, dove è impossibile mimetizzarsi o darsi alla clandestinità. Un’opposizione, dunque, aperta, a fronte alta, quella capeggiata da Mario Corona, Antonio Tinti e Giuseppe Zuddas.
Ecco, sulla rappresentazione, una recensione di Gianna Lai.
Nasce dall’oscurità più profonda del palcoscenico, nel suggestivo Spazio di Santa Croce, l’officina di Coa Cagada, e man mano prende luce dalle storie e dai racconti di fascismo e antifascismo, in una Monserrato che ancora non dimentica e che vuole far rivivere, ridare vita ai coraggiosi protagonisti di quegli anni così duri e così difficili. Fausto Siddi, Fabio Marceddu, Giuseppe Ligios e Rita Atzeri, gli interpreti appassionati di ‘La Bianca pedala’, che insieme contestualizzano passato e presente, e danno voce alle decine di antifascisti perseguitati dal regime in un angolo di Sardegna, forse troppo poco noto. Molto originale il movimento degli attori che si succedono nello spazio scenico e si alternano nella narrazione, per dare sostegno e dinamicità al ritmo narrativo e mettere in risalto i modi diversi della recitazione. E c’è ironia e immediatezza nell’officina di Coa Cagada, che racconta di suo nonno, di come erano e come sono i monserratini, dei bombardamenti e di come si viveva allora. Mentre fortemente drammatica diviene la recitazione nel ricordo dei giovani antifascisti sardi e della loro partecipazione alla Resistenza, il nome di ciascuno cadenzato dal movimento di una figura oscura, che batte la scena col suo bastone e che vuole restare nell’ombra. Ancor più drammatico il racconto della vita di Mario Corona, dall’opposizione alla cattura, al carcere, che sa trasmettere al pubblico la forza di quell’impegno, riuscendo a colpire l’immaginazione degli spettatori, a turbarne gli animi, grazie ad un’ interpretazione particolarmente efficace. Fino all’ultima voce narrante, chiara e intensa che, attraverso le vicende di Antonio Tinti e Giuseppe Zuddas, diviene diretta interprete della comunità intera di Pauli. Sentimenti e pensieri di uomini che hanno fatto la storia rivivono adesso in teatro, nella coralità di un mondo ancora profondamente legato a quella esperienza e ai suoi valori, come fossero vivi e sempre così forti da resistere ad una realtà ormai decisamente volta in altra direzione. Per questo ha convinto il pubblico ‘La Bianca pedala’, primo studio sui temi della Resistenza monserratina scritto da Rita Atzeri del Crogiuolo, su richiesta dell’Anpi di Monserrato. E per la capacità degli attori di aver saputo dare significato al testo, restituendo il carattere dei tempi nell’evocazione, dai tratti pur così lievi, di persone e avvenimenti. In una scena povera e volutamente disadorna, è proprio l’interpretazione degli attori, lo stile della loro recitazione a dare risalto ai contenuti, a costruire direttamente il rapporto col pubblico senza forme di intermediazione. E a mettere in risalto lo spirito dello spettacolo, e il senso profondo che ne anima l’ispirazione
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