Red
Dicono che il governo Monti goda di grande consenso popolare. Ma, a stare dall’accoglienza che i suoi ministri trovano nei territori, non si direbbe. Lunedì era toccato alla Fornero durante il vertice italo-tedesco sul lavoro organizzato a Napoli. Ieri, è stata la volta dei ministri Corrado Passera e Fabrizio Barca, che insieme al sottosegretario De Vincenti hanno partecipato a Carbonia a un vertice sulla situazione del Sulcis. La rabbia dei disoccupati a Napoli e quella degli operai della fabbrica dell’Alcoa a Portovesme in Sardegna si è fatta sentire e vedere. Come lunedì a Napoli, ieri a Carboniala rabbia e la disperazione hanno dato luogo ad una protesta dura che presto si è trasformata in scontri a causa delle cariche delle forze dell’ordine. Decine di manifestanti, gridando slogan contro i ministri e per il lavoro lanciando pietre e palloncini di vernice colorata, hanno sfondato le barriere dell’Auditorium della Grande Miniera di Serbariu proprio mentre Passera e Barca ricevevano una delegazione di sindacalisti Rsu dell’Alcoa. Sono stati respinti dalla polizia in tenuta antisommossa. Le proteste e gli scontri sono durati tutto il pomeriggio, tanto da obbligare Passera ad una fuga precipitosa in elicottero. Gli operai del Sulcis hanno anche tentato di bloccare la partenza per Roma dei ministri dello Sviluppo economico e della Coesione territoriale: le forze dell’ordine che presidiavano il Consiglio regionale della Sardegna in via Roma a Cagliari, per la protesta dei cittadini dell’Ogliastra e del Nuorese contro l’abbattimento dei fabbricati abusivi, hanno ricevuto l’ordine di trasferirsi all’aeroporto di Elmas.
Intanto lunedì sera, proprio in vista dell’arrivo dei ministri Passera e Barca, quattro operai della ex Rockwool hanno indossato tute ed elmetti e hanno occupato la galleria Villamarina della miniera di Monteponi ad Iglesias per protestare contro la loro mancata ricollocazione nelle iniziative di ricupero e bonifica delle aree minerarie dismesse da parte dell’Igea, società della Regione Sarda, titolare dei siti ex minerari dell’isola. In questo modo hanno voluto far sentire la loro rabbia ai ministri in visita nel Sulcis. Precedentemente i ministri avevano ricevuto i rappresentanti della Portovesme srl i quali - secondo quanto riferiscono i sindacalisti - hanno sottolineato che la produzione di zinco e piombo è strategica per l’Italia per cui potranno stare tranquilli fino al 2015 mentre la prossima primavera si metterà a punto un progetto per assicurare la produzione nei prossimi 15-20 anni. Alla Portovesme srl lavorano circa 700 persone. E’ stata poi la volta dell’Eurallumina che conta 333 operai. Secondo quanto riferiscono i sindacalisti, il Cda della Rusal ha rattificato la disponibilità al ravvio dello stabilimento. Il 22 novembre verrà siglato un protocollo d’intesa per decidere tempi e investimenti per la ripresa produttiva. Tutto ruota intorno alla grande caldaia che è in grado di generare energia elettrica e termica e che dovrà essere realizzata con fondi privati e per un 15% pubblici. Più complicata è la situazione della Carbosulcis, dove lavorano 470 operai, e del progetto per la cattura e lo stoccaggio della Co2 per la produzione di energia elettrica. Bisogna fare i conti con le assurde norme europee, frutto dell’iperliberismo imperante, sugli aiuti di Stato per cui la situazione è in corso di valutazione da parte del governo. Ma da un Governo il cui presidente dice che la questione industriale è affare di imprese e sindacati, non dello Stati, c’è da aspettarsi poco di diverso dallo sfascio industriale che caratterizza tutto il paese. Dopo Berlusconi a questo disgraziato paese non poteva capitare niente di peggio che Monti.
Qui butta male. Anche in zone con una forte storia di lotte sindacali, si torna alla jacquerie di tipo contadino, alle insurrezioni spontanea, prive di una preparazione politica. Prende piede la rivolta contro il nemico più immediato, come in passato contro il castello del signore locale o l’ufficio di registro catastale e tributario. Altro che liberismo affamatore, occorre una forte politica industriale, un intervento organico per riavviare la produzione. E l’alternativa non può essere solo il turismo. Va certo incremnetato, ma non si può vivere solo di turismo, perché per fare i turisti bisogna, prima e dopo, lavorare. L’eterno tempo libero, ossia la disoccupazione, produce disperati, non turisti.
1 commento
1 Mirco Giannino
8 Dicembre 2012 - 18:52
Solo un Vigliacco Irresponsabile fugge in questo modo!
Percepisce uno stipendio di più di due milioni di euro l’anno e di fronte alle sue responsabilità fugge Vergognosamente! QUESTO MINISTRO E’ ORA CHE INIZI A VIVERE SULLA TERRA E CHE INIZI A PERCEPIRE UNO STIPENDIO NORMALE DI 2500 EURO AL MESE! VIGLIACCO, IRRESPONSABILE !
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