Giacomo Meloni con risposta di Amsicora
Il segretario generale dalla CSS, l’amico Giacomo Meloni, lamenta l’ingenerosità del nostro Amsicora nel suo articolo sulla manifestazione del 7 davanti al Consiglio regionale. E, col suo ben noto spirito aperto, ci scrive… Amsicora gli risponde…
Molte osservazioni critiche di Amsicora sono condivisibili, ma non certamente tutte dal mio punto di vista di un coofondatore della Consulta Rivoluzionaria dei Movimenti che rivendica come essenziale la natura politica della Consulta.
Mi spaventa che il nostro critico ci parli con un incipit evangelico: ”In verità di dico…”; mentre la nostra scelta di percorso è basata sul moto “facciamo tutti un passo indietro…”,impegno difficile per leaders di Movimenti come Felice Floris, Fortunato Ladu e Maria Barca,Francesca Del Rio e, Andrea Cinus del Movimento Pastori Sardi(MPS ), Andrea Impera e Stefano Zola del Movimento Artigiani e Commercianti Liberi Sardegna (MACL), Bustianu Cumopostu e Beppe Perra di Sardigna Natzione Indipendentzia (SNI), Gavino Sale e Simone Maulu di Indipendentzia Repubrica Sarda (IRS), Cristiano Sabino e Pierfranco Devias di A Manca pro s’Indipendentzia(A.MPI), Alberto Mannironi (LUPO),Ambrogio Trudu e Maddalena Senis del Presidio Piazzale Trento, Gianluigi Deiana di Sinistrra Critica Sarda, Giancarlo Acciaro di Sardegna in Movimento, Vincenzo Bodano e Fabrizio Fadda di AntiEquitalia, G.Cabitza dell’Associazione Fantini Sardegna UNAG Sardegna, Vittorio Sanna del Movimento Operai Sardi E.ON. Roberto Seri e Francesca Frigau dell’Osservatorio Sardegna, Giuseppe Carboni e la Dr.ssa Randaccio del Movimento per la Zona Franca Subito, Giacomo Dessì dell’Unione degli Studenti, Marco Mameli della Segreteria Naz.le della CSS e lo stesso Giacomo Meloni Segretario Generale della Confederazione Sindacale Sarda (CSS) che avevano programmi e consolidate abitudini di coordinamento e comando dentro i propri Movimenti, Sindacati e Partiti Indipendentisti. Aderisscono ancora Piscadores de sa Provincia de Nugoro, Federica Serra e Mimmo Sedda di
ProgRESS-Progetu Republica, Franciscu Sedda, Alberto Pintus e Ornella Demuru del Movimento Fiocco Verde e - a titolo personale - l’antropologo Bachisio Bandinu ed il sociologo Salvatore Cubeddu.
Si è sempre criticata la frammentazione di questa galassia che non accetta nè il polo moderato di centro-destra nè il polo moderato di centro-sinistra nè tantomeno l’antipolitica fine a sè stessa nè il governo della destra liberista del prof. Mario Monti. Ora che nasce la Consulta che si pone chiaramente sulla scena politica sarda con un Programma di Sovranità per la Sardegna, si è quantomeno ingenerosi e forse disattenti nel bollarla come proposta”insensata” e un “fallimento politico”.
Occhio ai tempi di maturazione di questo blocco sociale che sicuramente sorprenderà la politica liquida ed il pensiero debole.
Ecco la risposta di Amsicora
Ammetto, il tono del mio articolo sulla manifestazione di mercoledì è volutamente provocatorio; positivamente provocatorio però, perché vuole indurre ad una riflessione e ad un aggiustamento di tiro. L’insensatezza non è della mobilitazione, che anzi ritengo notevole e pienamente giustificata dalla grave situazione. E’ invece nell’obiettivo, nell’illudersi di ottenere le dimissioni di tutti i Consiglieri e della Giunta regionale. Non siete voi che dite che sono attaccati alla sedia in difesa dei loro privilegi? E allora pensate basti portare in piazza 2.000 persone per spaventarli e indurli a lasciare? In passato, ci sono state manifestazioni ben più imponenti contro le Giunte regionali e la politica del Consiglio, ma nessuno si è mai dimesso. Quindi, questo obiettivo va costruito pazientemente in vista dell’alternativa. E qui vedo le debolezze, che non enuncio in odio al movimento, ma perché, se non volete limitarvi a sostituire due-cinque di voi agli attuali “satrapi”, diventandolo anche voi, dovete sviluppare un programma che sappia legare le rivendicazioni immediate alla prospettiva. E questo francamente non lo vedo. La sovranità non va predicata, va concretizzata nella lotta quotidiana. E’ il problema che avevano i comunisti di unire la battaglia per il miglioramento delle condizioni delle classi popolari (il c.d. programma minimo) all’obiettivo di creare un ordine nuovo (il c.d. programma massimo). Ecco perché ho citato Gramsci, perché Nino più di tutti si è misurato con questo problema nell’Occidente capitalistico. Ed ecco perché ho detto che non basta gridare forte slogan radicali, bisogna avanzare una riflessione che sappia mobilitare e creare un blocco sociale capace, anche con le alleanze, di governare l’Isola. Questo è il nodo, che mi pare ancora irrisolto in termini teorici e pratici.
Giacomo Meloni ben sa che i critici non per questo sono avversari. Spesso sono amici, e lo sono tanto più quanto più parlano chiaro.
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