Micheli Podda
Caro Direttore,
a) ti sono grato per l’insistenza sui fatti di Palabanda, in cui non sono protagonisti i resistenti Nuragici o i Barbaricini ribelli, ma dei “casteddai” di “Cagliari, la porta aperta ad ogni invasore”; dunque Cagliari è sarda e ne siamo orgolgiosi.
b) Il tuo (il nostro) sentimento antisabaudo è pienamente giustificato e dovrebbe essere comune a tutti i sardi. Il fatto è che, come tu hai sottolineato, a scuola i sardi non apprendono la storia che li riguarda, ma vengono indotti a considerare come propri benefattori o eroi proprio coloro che hanno martoriato in vari modi questa terra e i suoi abitanti. Sarebbe anche tempo che questa “storia” finisse.
c) Cambiare i simboli della Sardegna SI DEVE. Qualche tempo fa il consigliere sardista del Comune di Cagliari proponeva di sostituire Via Roma con VIA DEL POPOLO SARDO; non è proprio la stessa cosa ma il principio è quello: valorizzare simboli rappresentativi della Sardegna e del suo popolo.
d) S’annu doxi in Sardegna (Atlantide?) non sarebbe mai così terribile. L’erba che i sradi raccoglievano (armulantza, fenugheddu e un sacco di altre) la cucinavano (ma lo fanno anche oggi) con arrescotu o casu friscu, quello che fila; altrimenti caccia minuta o caccia grossa (petza furada). Lasciando il faceto, le risorse per vivere decentemente non ci mancano, manca il buon governo e la fiducia in noi stessi.
e) Tu dici “la mano invisibile del mercato”: non è solo mercato, ma anche altro non facilmente individuabile, come burocrazia, pseudo progressismo, un insieme di “forze occulte” che ti frugano le tasche, ti rapinano, ti condizionano, ti limitano, non ti lasciano scampo. Pensa che i siciliani non hanno potuto fare altro, per tentare di opporsi a quelle forze, che astenersi dall’unico diritto certo ancora in vigore, il voto.
f) Paragonare Monti ai sabaudi forse non è dle tutto corretto. Monti tende a intervenire secondo logiche più grandi di lui, e non per interesse personale, come poteva essere per i reali di un tempo o altri politici attuali. Idem per il PD: se dovesse vincere le elezioni, come è probabile, “a dolu mannu suo”!.
g) Concludendo? Un grande filosofo di cui non ricordo il nome diceva che non esiste costruzione senza distruzione, e i modestissimi sardi dicono “non b’est acontzu chene iscontzu”; e se “iscontzu” ci deve essere, allora INDIPENDENZA. Mi dispiace che solo il fragile Psdaz e altri Movimenti si facciano carico di portare avanti questa idea.
1 commento
1 antonio sedda
2 Novembre 2012 - 20:40
Bene Micheli pacas e bonas
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