Francesco Cocco
Ho potuto constatare che molti esponenti di certo capitalismo finanziario nutrono simpatie per Renzi, il rottamatore, anche perché non avrebbe mai letto Marx. Non so se una tale motivazione risponda a verità. Certamente essa ci dà la misura del livello culturale dei rappresentati di certo capitalismo italiano.
Negli anni giovanili ho avuto la fortuna di seguire un corso di aggiornamento tenuto da alcuni grandi economisti, da Federico Caffè , a Travaglini , a Sylos-Labini. Ricordo che proprio Caffè , in una delle sue memorabili lezioni, ci disse che non si può capire il capitalismo se non si legge Marx .
Certo capire il capitalismo nelle sue strutture e complessità non serve molto per operare nell’ economia di rapina, oggi propria dei banchieri , dei gestori dei fondi speculativi, e di chi rovina le società attribuendosi remunerazioni annuali e liquidazioni ultramilionarie (naturalmente in euro, miliardarie in lire) . Accentuano così la rapina in danno dei piccoli e medi risparmiatori, azionisti delle stesse società.
Certamente conoscere i complessi meccanismi del capitalismo, e quindi Marx, serve per governare l’ economia di un Paese. Oltretutto il più grande elogio della borghesia lo si può leggere nel “Manifesto” di Marx e Engels. Naturalmente tenendo presente che il ruolo della borghesia (oggi leggi capitalismo) è superato ed è di ostacolo per quel “passaggio dalla preistoria alla storia” , essenziale per superare la gravi contraddizioni del tempo presente.
Ecco perché mi farebbe piacere che il sindaco di Firenze, che si candida a governare l’Italia, smentisse la motivazione di certe simpatie. Ma forse effettivamente non ha mai letto Marx e, auto-candidandosi, vuol semplicemente soddisfare certa bramosia di potere.
Può darsi che io parli perché sono “fermo” a tempi in cui non ci si autocandidava : erano gli organismi di partito che ti proponevano la candidatura. Qualcun potrà osservare che è “una questione meramente formale”. Così non è. .
In realtà il diverso atteggiamento sottende due diverse concezioni del mandato istituzionale: Uno implica un ruolo di servizio e saranno gli altri a chiederti di svolgerlo, l’altro un’ occasione di status symbol e di arricchimento. E quest’ultimo ha finito per prevalere, pur senza far scomparire del tutto il primo (non tutto per fortuna è marcio! )., che dovrà riprendere la prevalenza con l’ auspicata rinascita dello spirito pubblico
Ecco perché oggi appare più che necessario porre fine a certi atteggiamenti se si vuole evitare il baratro.
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