Bambino trascinato da poliziotti e informazione

18 Ottobre 2012
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Antonello Murgia

Siamo rimasti tutti scossi dalla crudità delle immagini, insistentemente lanciate sui media, del bimbo trascinato e stratonato dai poliziotti in esecuzione di un provvedimento della magistratura. Si è generalmente (e non senza ragione) stigmatizzata la condotta degli agenti e si è messa in luce la crudeltà dell’allontanamento del figlio dalla madre. Ma non si è scavato sulla vicenda. Non si è in particolare riflettuto sul fatto che se si è giunti a tanto in presenza di un provvedimento esecutivo del giudice, ciò significa anzitutto che chi doveva eseguirlo volontariamente (la madre). Non lo ha fatto. Anzi ha pervicacemente opposto un rifiuto. Il che apre una finestra su uno scenario terribile che ha avuto come oggetto il bambino, trasformato in arma contundente, e quindi in vittima, nello scontro fra grandi.
Insomma, una vicenda che pone molti interrogativi…

Nei giorni scorsi hanno spopolato su Tv, giornali e anche su Facebook i servizi sul bambino di Cittadella (PD) sottratto dalla Polizia alla mamma per ordine del Tribunale. Fa venire il magone la vicenda del bambino vittima due volte, la prima di una vicenda familiare complicata e la seconda dei mezzi d’informazione che ne hanno fatto strumento per altre battaglie, per audience, per spettacolo, etc. Il modo in cui il bambino è stato prelevato non è esente da critiche, ma viene utilizzato per mettere in secondo piano altre domande cui avrei voluto avere risposte, possibilmente senza quelle immagini utili solo a complicare la vita del bambino.
La Polizia non poteva esimersi dall’eseguire la sentenza del magistrato e, considerando quanto è protetto, per tradizione (che ha le sue ragioni), il rapporto del figlio con la madre rispetto a quello col padre, se l’autorità giudiziaria ha deciso un provvedimento di questo tipo mi viene da pensare che sia dipeso da comportamenti molto negativi della madre. Allora, al di là della critica sulle modalità prelievo, vorrei sapere se la madre ha rispettato i diritti del bambino, eventualmente gradirei un’analisi critica della sentenza con commento di un giurista, anziché la rappresentazione della disperazione e del dolore da parte del bambino e della zia materna, che possono voler dire tutto e il contrario di tutto (il bambino può anche essere stato fuorviato dalla mamma che, per averlo dalla sua parte gli ha presentato un’immagine falsa del padre). Non lo so se sia così o meno, quello che mi sento di dire è che hanno ragione gli enti internazionali che controllano la qualità e libertà dell’informazione a metterci molto indietro in graduatoria, perché questo modo di fare informazione non mi sembra proprio da Paese civile.

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