Giacomo Meloni, segretario della CSS, invia una lettera aperta a Silvio Lai,Segretario Reg. le del PD e alle Compagne e Compagni del Partito Democratico della Sardegna in ricordo di Emanuele Sanna.
Ho portato a nome mio personale e di tutta la Confederazione Sindacale Sarda - CSS - le condoglianze alla famiglia di Emanuele con una visita molto riservata in camera mortuaria lontano dalla folla, che composta e commossa si è recata martedì ad onorare questo carissimo compagno e amico della nostra Sardegna nella camera ardente composta proprio nel Reparto dove egli prestava la sua opera di medico come Primario e nello stesso Ospedale Brotzu, la cui Azienda aveva contribuito a formare con tanta intelligenza e passione. Non spetta certo a me ripercorrere il cursus honorum di Emanuele; altri lo hanno fatto in questi giorni molto appropriatamente nei giornali e nelle televisioni, ricordando soprattutto l’alta carica di Presidente del Consiglio Regionale, che Emanuele ha ricoperto con grande stile e capacità straordinarie.
Avrei voluto, ma non sono riuscito mai ad avere un rapporto privilegiato d’amicizia con il caro Emanuele con cui avevo invece rapporti di reciproca stima. Confesso che in un certo senso mi
metteva in soggezione la sua autorevolezza soprattutto durante il suo mandato presidenziale in Regione e,pur non essendo iscritto al PCI di allora,seguivo con particolare attenzione il percorso che questo vostro partito compiva in termini di presenza e crescita nella società sarda; sviluppo troppo accelerato in quegli anni ,dove,per paura forse di snaturare il Partito,prevalse una severità molto accentuata nella selezione del Gruppo dirigente, ritardando l’inserimento di molti giovani che intrapresero altre strade, tra cui alcune giovani promesse che abbiamo ritrovato militanti e taluni anche dirigenti in altre forze politiche.
Io stesso non sono mai stato del vostro Partito e sinceramente molti compagni della CGIL, a cui avevo aderito fin dal 1971 e della quale sono stato dirigente della Federazione delle Poste e negli stessi Organismi della Camera del Lavoro di Cagliari e nel Consiglio Direttivo Reg.le,si meravigliavano perché non fossi dei vostri. Il mio impegno sociale ,nato nel campo cattolico con la Scuola Popolare di Is Mirrionis in Piazza Is Cornalias a Cagliari e nelle lotte dei Comitati di Quartiere,primo fra tutti quello di Is Mirrionis e di S.Elia ,si è interrotto proprio a causa del conflitto colla Sezione del PCI del quartiere, che in una notte ci fece occupare i locali della Scuola Popolare da quattro famiglie di senzatetto, spegnendo per sempre quella esperienza fatta di scuola,teatro,cineforum e assemblee e di cui rimane scandalosamente un rudere nella stessa piazza.
Io tutto ciò continuo a chiamarla supponenza della sinistra e spero che il tempo sia generoso e trovi generazioni di giovani,che,prendendo ad esempio l’impegno di chi ci ha preceduto come Emanuele, sappiano far crescere una nuova classe dirigente che al primo posto metta il servizio per i bisogni delle classi popolari ed in particolare per il popolo sardo che ha tanto bisogno di speranza.
Con cordialità e amicizia.
P.S.
Mi piacerebbe scrivere sulllo stretto legame di amicizia e collaborazione politica tra Emanuele Sanna e Mario Melis.Nei partiti PCI e PSDAZ si definivano questi onorevoli personaggi come sardo-comunisti e Mario Melis coniò la teoria del sardismo diffuso. Così pure mi piacerebbe approfondire il rapporto di entrambi con la Massoneria cagliaritana. Per lungo tempo negli ambienti politici si scommetteva sull’appartenenza di entrambi alle Logge massoniche magari come figure di massoni “in sonno”,appartenenza che non fu mai provata, nonostante il Consiglio Reg. le - su proposta dell’on. Piersandro Scano allora consigliere reg. le e Segretario Reg. le del PCI - avesse approvato un Ordine del Giorno in cui si chiedeva ad ogni componente del Consiglio di dichiarare a quale Associazione appartenesse. Finì in una bolla mediatica e con grande ironia l’allora Gran Maestro della Massoneria Armandino Corona - ex Presidente del Consiglio Regionale - uscì sull’Unione Sarda dichiarando che gli elenchi degli appartenenti alle Logge erano disponibili presso il Magistrato, per cui chiunque l’avesse richiesto poteva accedervi in tutta trasparenza.
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