Amsicora
Sono un libertario, tanto libertario che talora sospetto, non senza preoccupazione, di avere nelle vene un po’ di sangue anarchico. Tuttavia, questo coro pro Sallusti, vi confesso, mi lascia perplesso. E mi spiego. Non fu il grande Orson a dire che la stampa e i media sono il quarto potere? E lo dimostrò quando alla radio diede notizia dell’arrivo dei marziani, mettendo in subbuglio, per qualche ora e fino alla smentita, cittadini e autorità degli States. Per farla breve, la stampa e la TV rendono vero, agli occhi degli ascoltatori, anche ciò che è falso. Ed allora, se i media sono una libertà, ma anche un potere, devono avere le garanzie per consentirne il libero esercizio, ma anche i limiti per scongiurare danni alle persone. Usare i media come una clava, ad esempio, non è un buon esercizio della libertà di manifestazione del pensiero, ma è solo esercizio di un prepotere odioso.
Nel caso di Sallusti è certo che la notizia data era radicalmente falsa e infamante per il destinatario, ancora più infamante in quanto lo si accusava di una condotta grave tenuta nell’esercizio delle sue funzioni di magistrato del Tribunale dei Minori.
Ricordate? Anche in Sardegna ci fu il direttore di un quotidiano che, a un certo punto, iniziò ad utilizzare i suoi fondi come arnesi contundenti, colpendo di qua e di là. Ebbe anch’egli varie condanne, alla fine senza condizionale. E nessuno si è stracciato le vesti.
Si tratta allora di capire se il magistrato che ha sporto querela contro Sallusti ha avuto quelle riparazioni che, nel corretto esercizio del quarto potere, devono esserci. E cioè, anzitutto, una volta appurata la falsità della notizia infamante, con eguale risalto la pubblicazione nel giornale della versione vera dei fatti. E’ avvenuto tutto questo nel caso nostro? Sembrerebbe di no. Si è saputo che il Giudice era disponibile a ritirare la querela dietro un risarcimento da devolvere ad una benemerita associazione che opera in favore dei minori. E Sallusti - da quanto si è appreso - ha declinato l’invito. Il giornalista sembra aver mantenuto un atteggiamento intransigente, pur essendo dalla parte del torto. Sembra, insomma, che la libertà di manifestazione del pensiero o di critica qui non “c’azzecchi”. “C’azzecchi” invece l’uso della stampa come potere arrogante, insensato e insensibile. Ora poi si apprende che il malandrino autore dello scritto infamante è quel tal Renato Farina, radiato dall’ordine dei giornalisti, perché dava false notizie sotto dettatura dei Servizi segreti e a pagamento. La sua confessione, più che una difesa, è una chiamata di correo… (che, in uno slancio di solidarietà, voglia accompagnare in cella il suo amico di scorribande gionalistiche?).
Ed allora? Allora difendiamo la libertà di stampa come la pupilla dei nostri occhi. Ma se la stampa più che come libertà per esprimere opinioni e usata dolosamente come potere arrogante e prevaricante, allora, da buoni garantisti, ergiamogli un argine alto e robusto. Forse la Corte di Cassazione, nei riguardi di Sallusti e a garanzia del povero magistrato malcapitato, ha voluto ricordare che questo argine esiste ed è invalicabile. La libertà è tutt’altra cosa.
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