Per la Sardegna occorrono scelte coraggiose

4 Settembre 2012
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Giacomo Meloni

Il Segretario Generale della CSS Giacomo Meloni ci ha inviato questa lettera aperta al Governo, che volentieri pubblichiamo.
       
Egregio Sig.Presidente,
Egregio Sig.Ministro,
le forti proteste, l’occupazione permanente dei pozzi della miniera di Nuraxi Figus da parte dei minatori, le manifestazioni che si susseguono in tutta l’Isola ormai da mesi non solo da parte degli operai dell’Alcoa ma di tutte le categorie produttive dai pastori agli agricoltori, dagli operatori del commercio  e delle attività turistiche, dagli artigiani agli stessi imprenditori delle piccole e medie imprese, sono l’evidenza della gravità e drammaticità della situazione sociale e occupazionale della Sardegna percepita e diffusa in tutti i territori dell’Isola.
Questo è il significato vero e “nobile “ dell’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale della Sardegna in soli tre minuti nella seduta del 29 agosto 2012 per sottolineare l’urgenza di un intervento del Governo nazionale e regionale  immediato ed efficace mirato a scongiurare ulteriori e pericolose tensioni sociali. Non vorremmo però che questa unanimità oscurasse o peggio negasse le posizioni come la nostra ma di numerosissimi sardi di severa e aperta critica agli sprechi di gestione della Carbosulcis, che in 12 anni ha disperso quasi 700 milioni di euro e che ora dichiara perdite per 16 milioni di  euro. Non solo ,perciò,si rende necessario mandare a casa l’attuale dirigenza e l’intero CdA della Carbosulcis per manifesta incapacità,ma occorre assumere le decisioni urgenti sul Progetto CCS senza cedere a pressioni mirate da parte di chi mostra di avere altri interessi sul territorio del Sulcis  per nulla coincidenti con gli interessi e le aspirazioni della popolazione che crede fortemente in un rilancio produttivo  e di sviluppo dell’intero territorio.
I lavoratori della Carbosulcis e dell’Alcoa lottano giustamente per il lavoro e sono determinati nel richiedere posti di lavoro veri e produttivi. Nessuno però deve confondere questa volontà né strumentalizzarla  a fini politici o peggio a bassa bottega elettorale come è avvenuto nel passato e purtroppo si ripete  ancora oggi.
La Confederazione Sindacale Sarda critica il nuovo Progetto conosciuto come CCS  (Carbon Capture and  Storage) sia perché siamo ben informati sugli esperimenti in atto in altri Paesi e soprattutto temiamo disastri come quello del Lago Nyos nel Camerum dove morirono migliaia di persone il 21 agosto 1986,ma anche perchè questo Progetto non porta sviluppo nel territorio e ha una ridotta ricaduta occupazionale.
L’investimento rilevante previsto ( 200 milioni ogni anno per  un periodo di 8 anni) potrebbe essere impegnato in imprese più efficaci unitamente all’apertura immediata e diffusa di cantieri per le bonifiche oggi ancora più urgenti. Si pensi solo alla pericolosità della presenza dei bacini dei fanghi rossi sette volte superiori all’entità del bacino che recentemente  ha provocato disastri in Ungheria.
Diversamente  il CCS rischia di trasformarsi nell’ennesimo aiuto di stato- sanzionabile dalla CE - col rischio concreto  di continuare ad alimentare l’assistenzialismo legato alle basse botteghe elettorali dei boss locali politici e purtroppo talvolta anche sindacali.
La Confederazione Sindacale sarda - CSS - unitamente a numerose Associazioni e Comitati di cittadini  come quello di Portoscuso e Carloforte  si batte perché siano attivati da subito i cantieri delle bonifiche dove troverebbero occupazione  molti lavoratori della Carbosulcis e della stessa Alcoa ed Euroallumina,ma anche molti giovani in cerca di occupazione e  numerosi cassaintegrati, che sono una grande forza lavoro in gran parte colpevolmente inutilizzata e forzatamente inoperosa.
Diciamo basta agli sprechi. Ci sono migliaia di giovani in Sardegna diplomati e laureati che hanno frequentato master nelle migliori Università d’Europa e del mondo. Essi sono scandalizzati ed impotenti davanti alle scelte che oggi si intendono fare e su cui sembra montante l’unanimismo di maniera grazie anche a certa Stampa e Tv che ci riempiono di programmi soporiferi o di falsa e stucchevole solidarietà senza entrare nei problemi e quasi mai dando spazio alle voci critiche che non sono affatto una esigua minoranza anche in Sardegna, dove esiste una forte opposizione alle Fabbriche come l’Alcoa, l’Euroallumina  e la Portovesme Srl fortemente inquinanti ed energivore che hanno assorbito fin troppe risorse pubbliche a scapito di altri progetti e produzioni come l’agroalimentare, la pastorizia e agricoltura legata alle industrie di conservazione e trasformazione dei prodotti,la pesca, la cantieristica, l’artigianato e il turismo, settori dove è necessario modernizzare e investire e dove sono possibili migliaia di posti di lavoro a costi contenuti veri, utili e produttivi.
Chiediamo di essere ascoltati  come voci della società sarda perché l’unanimismo non sempre è vero consenso: c’è la paura, c’è il ricatto del posto di lavoro, c’è il venir meno della speranza.
C’è invece tanta intelligenza e voglia di nuova imprenditorialità in Sardegna che non è sufficientemente rappresentata né dall’attuale classe politica sarda né dalle stesse organizzazioni sindacali tutte in crisi di rappresentanza.
Serve giustamente una forte unità e coesione, ma essa deve poter raggiungere obiettivi credibili e concreti, altrimenti ci sovrasta nuovamente la maledizione dell’assistenzialismo che ci ha tarpato le ali e che ci ha consegnato la situazione catastrofica attuale. Oggi la Sardegna ed i Sardi hanno bisogno di scelte chiare e coraggiose, efficaci  senza ulteriori rinvii, capaci di aprire orizzonti nuovi.
Aiutateci a svoltare pagina, lasciandoci alle spalle gli errori del vecchio modello di sviluppo, che non solo è definitivamente tramontato, ma, che con la disperazione determinata dalla grave crisi socio-economica- occupazionale  rischia di ergersi come una barriera-ostacolo alla visione di futuro a cui hanno diritto tutti i sardi ad iniziare dalle giovani generazioni che meritano una  Sardegna migliore, pulita come è possibile oggi con le tecnologie e  con modelli di sviluppo ecocompatibili,che sono il segno del progresso moderno e della civiltà liberante.
 
 

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