A manca pro s’indipendentzia ci invia questo comunicato, che volentieri pubblichiamo.
La società Energo Green Srl, con sede nelle Marche, ha messo gli occhi su “Campu Giavesu”, precisamente su 160 ettari pianeggianti tra i migliori terreni del Mejlogu, appartenenti a Cossoine per 145 ettari e a Giave per i restanti 15. Nell’ultimo anno e mezzo questa società ha mandato un architetto sardo (un certo Virdis) a convincere i proprietari a cedere le loro terre in affitto alla Energo Green. Dopo averli in gran parte convinti, il 15 luglio 2012 la società ha presentato ai comuni il progetto preliminare, dando così inizio alla trafila burocratica di autorizzazioni e conferenze di servizio fino alla decisione finale. C’è da dire che quelli che non hanno firmato corrono ora il rischio di essere espropriati, perché l’impianto rientra incredibilmente tra le cosiddette opere di pubblica utilità!
Ma vediamo che cos’è l’impianto che la Energo Green pretenderebbe di costruire, per capire a che cosa e a chi può servire: l’impianto solare termodinamico sfrutta il calore del sole per la produzione di energia elettrica tramite specchi parabolici, che riflettono e concentrano la luce diretta del sole su un tubo ricevitore posto nel fuoco del paraboloide. Tali specchi sono automatizzati in modo da inseguire costantemente il Sole, massimizzando così la resa durante l’intero arco della giornata. Dentro il tubo scorre un fluido termovettore, che serve per accumulare energia anche nei momenti di scarsa o nulla insolazione. L’accumulo di calore solare, attraverso una caldaia, generavapore che fa funzionare le turbine, collegate a loro volta agli alternatori per produrre così corrente elettrica.
Dopo l’inaugurazione nel luglio 2010 del primo impianto sperimentale, costruito in provincia di Siracusa, la Energo Green Srl ha deciso che alla Sardigna mancava proprio un impianto simile, e ha pensato di costruirne uno tra i più grandi del mondo, con una capacità di produzione di 50MW.
La società dice che verrà sottoscritta una fideiussione per lo smantellamento e risanamento dell’area dopo che l’impianto sarà chiuso. Discorsi di questo tipo i Sardi li hanno già sentiti con le devastazioni dei Piani di Rinascita, e come tutti sanno i terreni inquinati… sono rimasti inquinati.
La società dice che assumerà 60 persone del posto per la manutenzione. Anche questi discorsi i Sardi li hanno già sentiti, sono vecchie storie.
Qualcuno conosce operai di Cossoine o di Giave specializzati nella manutenzione di impianti termodinamici? Pare di no. Noi mettiamo la terra sarda, loro i lavoratori continentali…
Ormai tutti sanno che queste manovre servono solo per mettere l’Italia in regola con i protocolli di Kyoto per i certificati verdi, non certo per produrre ricchezza in Sardigna!
Durante una partecipata assemblea pubblica tenutasi il 2 agosto a Cossoine, il signor Virdis ha parlato degli aspetti tecnici dell’impianto e l’eventuale impatto ambientale. Ha raccontato dell’assoluta compatibilità ambientale, ha mostrato come il perimetro dell’impianto sia fuori da complessi archeologici, ha rassicurato tutti del fatto che il bacino idrico di tre ettari per 4 metri di profondità che servirebbe l’impianto non avrebbe alcuna interferenza con la falda acquifera che serve il comune di Cossoine e quelli circostanti. Ha millantato ricchezza per tutti, ipotizzando addirittura un uso “turistico” dell’impianto!!! Ha persino convinto la Energo Green Srl ad aggiungere nel contratto di affitto una clausola che consente agli allevatori che hanno ceduto i propri terreni di poter comunque far pascolare le proprie greggi. Buon latte da pascolo industriale!… I cittadini hanno manifestato perplessità e contrarietà all’ipotesi che un simile patrimonio di terre fertili possa essere manomesso e alterato. Terre che custodiscono numerosi siti archeologici, e che potranno essere meglio utilizzate per ridare speranza e benessere economico alle popolazioni del territorio, indirizzando gli sforzi economici nel rilancio e nella promozione dell’agricoltura e della pastorizia, senza correre il rischio di lasciare alle nuove generazioni un deserto post industriale.
Cittadini di Cossoine e Giave, cittadini Sardi, è questo il momento di difendere la nostra terra! Impariamo da altre zone di Sardigna che hanno creduto alle promesse degli avventurieri italiani, e che ora hanno solo emigrazione e povertà, e neanche un fazzoletto di terra buona e fertile dove coltivare o pascolare. Lamentarsi dopo non serve:IL NOSTRO TEMPO E’ ADESSO!
A Manca pro s’Indipendentzia – Territoriu Mejlogu
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