Andrea Pubusa
Poteva mancare Monti nel dare uno shiaffo, con l’aumento delle tasse, agli universitari fuoricorso? Certamente no. Dove c’è da affossare i deboli, lui, espressione delle cntrali dell’iperliberismo internazionale, c’è sempre. Ed ecco l’approvazione dell’emendamento sulla spending review, che consente agli atenei di aumentare le tasse fino a raddoppiarle agli universitari duoricorso. Una stupidata. Ha ragione Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, quando dice cch «l’idea che si possano recuperare i fuori corso attraverso l’aumento delle tasse universitarie è assurda e pericolosa». «Dietro il fenomeno dei fuoricorso — continua Pantaleo — ci sono molteplici ragioni non sempre documentabili. Il rischio è la penalizzazione dei più deboli, perché chi è ricco potrà tranquillamente continuare a frequentare l’università anche con l’aumento delle tasse». Luca Spadon, portavoce di Link-Coordinamento universitario, aggiunge: «Il governo deve sapere che se continuerà a scaricare sugli studenti il peso dei tagli, a settembre torneremo in piazza». E come dar torto a Giuseppe Del Barone, presidente nazionale del Sindacato medici italiani, che definisce il provvedimento in questione «un attentato allo studio, alla cultura e, in particolare, alla medicina: ci incateneremo all’ingresso del Quirinale, se è il caso. Il percorso di studi in medicina — continua Del Barone — ha delle difficoltà oggettive. In quanti potranno permettersi di pagare 3mila euro all’anno per far studiare un figlio?».
Per fortuna, in mezzo a questo impazzimento generale, c’è qualcuno che ha sale in zucca. Luigi Frati, rettore dell’università La Sapienza di Roma, garantisce che nel suo ateneo «non ci saranno aumenti, ma il provvedimento rischia, mentre il Paese soffre, di buttare gente fuori dall’università e consegnarla non al lavoro, ma alla malavita ». Cosa farà il Rettore di Cagliari? Seguirà Monti o Frati?
Ma chi difende il provvedimento del governo? Non poteva ch’essere lui, Michel Martone, viceministro del Lavoro, tristenemente noto per avere definito “sfigati” proprio i fuoricorso, «ma lo direi ancora» — dice orgoslioso si sé — è stato un incentivo a spronare i giovani». La misura, secondo Martone «evita gli sprechi e spinge a laurearsi presto. Non riguarderà quelli che studiano e lavorano o che hanno avuto difficoltà per laurearsi». E’ inquietante che sulla stessa linea ci sia Marco Meloni, responsabile Università della segreteria Pd, benedice l’iniziativa. «L’emendamento cancella la norma del decreto legge che avrebbe consentito quasi il raddoppio delle tasse agli studenti in corso e un aumento senza limite né criterio orientativo per i fuoricorso. Inoltre, tutte le risorse derivanti dagli incrementi delle tasse ai fuoricorso sono destinate a diritto allo studio e welfare studentesco». Capite anche da queste prese di posizione perché il PD non potrà mai governare.
Ci vuol molto a capire che nel mondo variegato dei fuoricorso c’è tanta gente di valore, che anziché occupare il proprio tempo libero in passatempi futili, con sacrificio, si china sui libri per migliorare se stesso e il Paese? I fuoricorso sono li studenti più discreti. Hanno frequentato già i corsi e dunque li si vede poco. Del resto hanno impegni di lavoro o di famiglia e dunque non possono trascorrere la mattina in facoltà come i più giovani. Si rivolgono ai professori solo quando hanno necessità di chiarimenti sul programma. E lo fanno con molto rispetto. Portano nelle facoltà pezzi di vita vera, di realtà sociale, che arricchisce docenti e gli altri studenti. Come si può essere così malevoli nei loro confronti? Solo chi guarda le cose dall’alto, con una visione superficiale e classista, può manifestare questo stupido accanimento.
7 commenti
1 Ale
30 Luglio 2012 - 20:01
Ogni volta che leggo le sue parole sui fuoricorso ricordo perchè ho sempre dato il meglio di me non solo in ambito universitario ma anche nella vita.Spero che ogni esperienza,positiva o negativa che ho affrontato e dovrò affrontare, mi porti ad essere una persona onesta,giusta e di cuore come lei …grazie mille!
2 Giuseppe
30 Luglio 2012 - 21:13
Da Palermo, grazie Professore. Lei è un faro di consapevolezza in questo mare agitato da oscure tempeste.
3 Stefano Abis
30 Luglio 2012 - 21:19
Buona sera Professor Pubusa. Son sempre io, quello studente fuori corso, ex decadente, prossimo alla proposta di passaggio obbligatorio, lo sfigato “martoniano”. Poteva mancarmi Monti? Non di certo. Quando è stato nominato ministro il signor Profumo mi son preoccupato ma mi son detto vediamo che aria tira. Mamma mia che puzza che c’è, neanche a turarmi il naso. Poi leggo che anche il PD nella persona di Marco Meloni appoggia. Siamo alla frutta. Ma tanto l’uomo con il sigaro in bocca passa il suo tempo a pettinare le bambole allontanandosi sempre di più da un Italia che mai governerà.
Io sono un fuori corso, non rubo, non imbroglio, sono orgoglioso della mia onestà e che mi lasciassero in pace una volta per tutte.
Stefano Abis
4 Alba Melis
31 Luglio 2012 - 08:29
Grazie…
5 Paola Chizzinu
31 Luglio 2012 - 08:45
Nell’intervento del Professor Pubusa tante interrogazioni retoriche di cui sono ben note le risposte. L’ultima frase è la più importante però. L’università è ancora un semenzaio di idee e di pensiero libero in un tempo in cui si vuole uniformare per agire indisturbati. Ecco perchè la scuola pubblica e di massa deve essere smantellata. Aggiungerei anche, nel nostro caso specifico, una buona dose di livore personale e di invidia che ci auguriamo lasci presto spazio ad una visione più serena delle cose nell’amministrazione dell’ università di Cagliari. Grazie professore.
6 Federica
31 Luglio 2012 - 10:59
Grazie per lo splendido intervento. Se chi governa, mondo universitario compreso, fosse un pò meno avido di fama, denaro e potere, forse l’Italia, l’Università, il popolo intero, ne trarrebbero grandi benefici.
7 luigi
31 Luglio 2012 - 11:29
Grazie Prof. Pubusa … Un popolo sempre più ignorante, non nel senso che ignora la cultura ma che questa gli viene negata, è più facile da tener sotto scacco, perché sarà più facile illuderlo o abbindolarlo da parte di chi ci governa, a livello locale e nazionale; idem per un popolo sempre più di senza lavoro e di precari, più facile per la politica ricattarlo in cambio di effimere e false promesse. Luigi Sulis
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