Giuseppe Talarico
Pubblichiamo questa bella recensione sul libro di Luciano Canfora, pubblicata in http://www.gothicnetwork.org/ 13 Anno IV 6 febbraio 2012
Come osservava Paolo Mieli nella sua recensione apparsa sulle pagine culturali del Corriere Della Sera, l’ultimo libro di Luciano Canfora, uno dei maggiori studiosi del mondo classico, il cui titolo è Il Mondo di Atene edito dalla Laterza, si offre al lettore con la grazia e l’eleganza dell’opera perfetta e felicemente compiuta.
Nella prima parte del suo saggio storico, Canfora analizza il celebre Epitaffio di Pericle, che si trova nell’opera di Tucidide. In questo testo Pericle esalta la civiltà ateniese, ricordando che ogni uomo ad Atene è libero di dedicarsi alla ricerca della verità e può vivere in piena libertà.
Canfora parte da questo discorso di Pericle riportato da Tucidide, per dimostrare che intorno alla storia di Atene del V secolo è nata una idealizzazione dell’ordinamento politico greco, che trascura di considerare che l’antica democrazia ateniese era fondata sulla egemonia esercitata sulle città situate nell’Attica, fin dal giorno in cui l’impero ateniese venne edificato, in seguito alla vittoria riportata contro i persiani nella famosa battaglia di Salamina nel 480 a.c. .
Inoltre l’economia di Atene, per il periodo in cui raggiunse il massimo splendore, si fondava su di un assetto sociale ed economico che prevedeva la presenza degli schiavi. Politicamente esisteva la possibilità di allontanare mediante l’ostracismo i personaggi divenuti invisi a chi guidava la politica imperiale.
Tuttavia, proprio durante il periodo di Pericle alla guida di Atene, la democrazia, sistema politico la cui paternità spetta a Teseo come emerge dalla tragedia di Euripide intitolata Le Supplici, diede vita ad un ordinamento politico fondato sulla sostanziale uguaglianza tra il demo ed il popolo ed i signori ed aristocratici che possedevano le ricchezze cittadine.
Certamente l’impero procurava e garantiva benessere e vantaggi economici a tutte le fasce della popolazione, poiché imponeva alle città che dipendevano da Atene il pagamento di tributi, secondo l’alleanza stipulata mediante la Lega con innumerevoli città sottomesse alla egemonia di Atene. Come emerge dalla Costituzione degli Ateniesi di Aristotele, e dal saggio di un autore anonimo sul sistema politico di Atene, l’Assemblea era la istituzione politica nella quale tutti i cittadini potevano partecipare ed esprimere il loro parere sulle questioni dello stato, sia che fossero persone del popolo o esponenti dei ceti superiori.
Il conflitto era un elemento presente nella vita politica di Atene, come nei tribunali. Canfora ricorda come se nella Assemblea vi era un dibattito franco e libero, era il teatro il luogo dove la libertà di pensiero si esercitava senza incontrare ostacoli di sorta. Per averne conferma è sufficiente analizzare le tante commedie di Aristofane, nelle quali con una satira sottile e intrisa di comicità le questioni della vita pubblica di Atene erano rappresentate e raffigurate.
Durante il periodo in cui Pericle guidò gli ateniesi, vi fu una politica ispirata alla aggressività imperiale ed ad un vasto programma di opere pubbliche, visto che il Partenone, grazie alla genialità di Fidia, venne costruito proprio sotto il governo di Pericle. Canfora attinge le sue notizie storiche, che commenta ed interpreta con una meticolosa attenzione ed un metodo critico rigoroso, dai quattro maggiori storici, le cui opere ci sono state tramandate: Teopompo, Tucidide, Isocrate, Senofonte.
Proprio nell’opera di Tuicidide, nella quale la Guerra del Peloponneso che vide contrapposti per lunghi anni gli Ateniesi contro gli Spartani viene narrata in modo straordinario, vi è il famoso dialogo tra gli ambasciatori ateniesi ed i Magistrati dell’isola di Melo. Per gli Ateniesi le città che non affiancavano militarmente Atene, dovevano essere sottomesse con la forza militare.
In questo dialogo, che per Canfora è inventato da Tucidide, i Magistrati di Melo protestano, invocando il rispetto della loro autonomia e prevedono che in futuro ciò che viene loro inflitto con la sottomissione toccherà in sorte anche agli Ateniesi. Atene divenne una grande potenza imperiale per oltre un settantennio grazie alla sua flotta nautica, con la quale dominò il mare intorno alle città dell’Attica. Inoltre per la difesa della sua egemonia vennero fatte erigere delle mura che circondarono la città, in segno di autonomia ed indipendenza.
Tuttavia bisogna considerare che gli Aristocratici, pur frequentando l’Assemblea, si ritrovavano per discutere di politica in luoghi riservati, dando vita alle famose Eterie, nelle quali vennero ordite le trame del golpe con il quale nel 411 la democrazia ateniese crollò e capitolò. A favorire il crollo della democrazia ateniese, fu la sconfitta militare che Atene subì in Sicilia, impresa voluta da Alcibiade, che riuscì a persuadere l’assemblea manipolandone il consenso. In seguito alla sconfitta subita dagli Ateniesi a Siracusa, l’oligarchia decise di abbattere il regime democratico dando vita al governo dei quattrocento.
L’anatomia del colpo di stato avvenuto nel 411, voluto dagli oligarchi, è narrata in modo straordinario da Tucidide, che descrive cosa accadde in quei giorni, in cui Atene cadde in una grave convulsione politica. Il regime degli oligarchi durò appena quattro mesi, poiché le rivalità tra gli esponenti di questa fase politica, generate dal desiderio di primeggiare individualmente, travolsero il nuovo regime politico. Teramene, che aveva condiviso la preparazione del golpe , cambiò posizione e fece di tutto per fare processare ed eliminare attraverso il giudizio in tribunale i suoi avversari, come Antifonte.
Nel 410 Trasibulo guidò la riscossa dei democratici, tentando di restaurare l’antica democrazia ateniese, che mai più ritornò ad avere il vecchio ordinamento fondato sulla uguaglianza tra i cittadini. Ad Eleusi i vecchi Oligarchi, dove si erano rifugiati dopo la fine del loro regime, malgrado vi fosse stata la amnistia, vennero uccisi ed eliminati.
Nel 404 si concluse la Guerra del Peloponneso, che aveva per lunghi anni visto contrapposta Atene contro Sparta, con la vittoria di questa ultima, che pretese la distruzione delle antiche mura ateniesi. Nel IV secolo Demostene, facendo riferimento all’esempio dei grandi politici ateniesi del passato, con le sue Filippiche si oppose vanamente alla conquista di Filippo il macedone, padre di Alessandro, con il quale ebbe inizio l’epoca dell’Ellenismo e si formò un nuovo impero. Atene, da questo momento, conobbe una decadenza da cui non si è ripresa più. Un libro, questo di Canfora, memorabile e bellissimo, che gronda erudizione da ogni pagina.
Pubblicato in: Il Mondo di Atene raccontato da Luciano Canfora
Articolo di: Giuseppe Talarico
Come osservava Paolo Mieli nella sua recensione apparsa sulle pagine culturali del Corriere Della Sera, l’ultimo libro di Luciano Canfora, uno dei maggiori studiosi del mondo classico, il cui titolo è Il Mondo di Atene edito dalla Laterza, si offre al lettore con la grazia e l’eleganza dell’opera perfetta e felicemente compiuta.
Nella prima parte del suo saggio storico, Canfora analizza il celebre Epitaffio di Pericle, che si trova nell’opera di Tucidide. In questo testo Pericle esalta la civiltà ateniese, ricordando che ogni uomo ad Atene è libero di dedicarsi alla ricerca della verità e può vivere in piena libertà.
Canfora parte da questo discorso di Pericle riportato da Tucidide, per dimostrare che intorno alla storia di Atene del V secolo è nata una idealizzazione dell’ordinamento politico greco, che trascura di considerare che l’antica democrazia ateniese era fondata sulla egemonia esercitata sulle città situate nell’Attica, fin dal giorno in cui l’impero ateniese venne edificato, in seguito alla vittoria riportata contro i persiani nella famosa battaglia di Salamina nel 480 a.c. .
Inoltre l’economia di Atene, per il periodo in cui raggiunse il massimo splendore, si fondava su di un assetto sociale ed economico che prevedeva la presenza degli schiavi. Politicamente esisteva la possibilità di allontanare mediante l’ostracismo i personaggi divenuti invisi a chi guidava la politica imperiale.
Tuttavia, proprio durante il periodo di Pericle alla guida di Atene, la democrazia, sistema politico la cui paternità spetta a Teseo come emerge dalla tragedia di Euripide intitolata Le Supplici, diede vita ad un ordinamento politico fondato sulla sostanziale uguaglianza tra il demo ed il popolo ed i signori ed aristocratici che possedevano le ricchezze cittadine.
Certamente l’impero procurava e garantiva benessere e vantaggi economici a tutte le fasce della popolazione, poiché imponeva alle città che dipendevano da Atene il pagamento di tributi, secondo l’alleanza stipulata mediante la Lega con innumerevoli città sottomesse alla egemonia di Atene. Come emerge dalla Costituzione degli Ateniesi di Aristotele, e dal saggio di un autore anonimo sul sistema politico di Atene, l’Assemblea era la istituzione politica nella quale tutti i cittadini potevano partecipare ed esprimere il loro parere sulle questioni dello stato, sia che fossero persone del popolo o esponenti dei ceti superiori.
Il conflitto era un elemento presente nella vita politica di Atene, come nei tribunali. Canfora ricorda come se nella Assemblea vi era un dibattito franco e libero, era il teatro il luogo dove la libertà di pensiero si esercitava senza incontrare ostacoli di sorta. Per averne conferma è sufficiente analizzare le tante commedie di Aristofane, nelle quali con una satira sottile e intrisa di comicità le questioni della vita pubblica di Atene erano rappresentate e raffigurate.
Durante il periodo in cui Pericle guidò gli ateniesi, vi fu una politica ispirata alla aggressività imperiale ed ad un vasto programma di opere pubbliche, visto che il Partenone, grazie alla genialità di Fidia, venne costruito proprio sotto il governo di Pericle. Canfora attinge le sue notizie storiche, che commenta ed interpreta con una meticolosa attenzione ed un metodo critico rigoroso, dai quattro maggiori storici, le cui opere ci sono state tramandate: Teopompo, Tucidide, Isocrate, Senofonte.
Proprio nell’opera di Tuicidide, nella quale la Guerra del Peloponneso che vide contrapposti per lunghi anni gli Ateniesi contro gli Spartani viene narrata in modo straordinario, vi è il famoso dialogo tra gli ambasciatori ateniesi ed i Magistrati dell’isola di Melo. Per gli Ateniesi le città che non affiancavano militarmente Atene, dovevano essere sottomesse con la forza militare.
In questo dialogo, che per Canfora è inventato da Tucidide, i Magistrati di Melo protestano, invocando il rispetto della loro autonomia e prevedono che in futuro ciò che viene loro inflitto con la sottomissione toccherà in sorte anche agli Ateniesi. Atene divenne una grande potenza imperiale per oltre un settantennio grazie alla sua flotta nautica, con la quale dominò il mare intorno alle città dell’Attica. Inoltre per la difesa della sua egemonia vennero fatte erigere delle mura che circondarono la città, in segno di autonomia ed indipendenza.
Tuttavia bisogna considerare che gli Aristocratici, pur frequentando l’Assemblea, si ritrovavano per discutere di politica in luoghi riservati, dando vita alle famose Eterie, nelle quali vennero ordite le trame del golpe con il quale nel 411 la democrazia ateniese crollò e capitolò. A favorire il crollo della democrazia ateniese, fu la sconfitta militare che Atene subì in Sicilia, impresa voluta da Alcibiade, che riuscì a persuadere l’assemblea manipolandone il consenso. In seguito alla sconfitta subita dagli Ateniesi a Siracusa, l’oligarchia decise di abbattere il regime democratico dando vita al governo dei quattrocento.
L’anatomia del colpo di stato avvenuto nel 411, voluto dagli oligarchi, è narrata in modo straordinario da Tucidide, che descrive cosa accadde in quei giorni, in cui Atene cadde in una grave convulsione politica. Il regime degli oligarchi durò appena quattro mesi, poiché le rivalità tra gli esponenti di questa fase politica, generate dal desiderio di primeggiare individualmente, travolsero il nuovo regime politico. Teramene, che aveva condiviso la preparazione del golpe , cambiò posizione e fece di tutto per fare processare ed eliminare attraverso il giudizio in tribunale i suoi avversari, come Antifonte.
Nel 410 Trasibulo guidò la riscossa dei democratici, tentando di restaurare l’antica democrazia ateniese, che mai più ritornò ad avere il vecchio ordinamento fondato sulla uguaglianza tra i cittadini. Ad Eleusi i vecchi Oligarchi, dove si erano rifugiati dopo la fine del loro regime, malgrado vi fosse stata la amnistia, vennero uccisi ed eliminati.
Nel 404 si concluse la Guerra del Peloponneso, che aveva per lunghi anni visto contrapposta Atene contro Sparta, con la vittoria di questa ultima, che pretese la distruzione delle antiche mura ateniesi. Nel IV secolo Demostene, facendo riferimento all’esempio dei grandi politici ateniesi del passato, con le sue Filippiche si oppose vanamente alla conquista di Filippo il macedone, padre di Alessandro, con il quale ebbe inizio l’epoca dell’Ellenismo e si formò un nuovo impero. Atene, da questo momento, conobbe una decadenza da cui non si è ripresa più. Un libro, questo di Canfora, memorabile e bellissimo, che gronda erudizione da ogni pagina.
1 commento
1 ditta-trasloco
17 Maggio 2013 - 02:17
Ho trovato il vostro blog su google e sto leggendo alcuni dei tuoi post iniziali. Il tuo blog è semplicemente fantastico.
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