Gianna Lai
Giovanna Marini ha tenuto un concerto in Sardegna, a Serdiana, nella Comunità La Collina di don Ettore Cannavera. Ce ne parla Gianna Lai.
Racconti della vita e canti popolari della storia religiosa italiana, nel suggestivo spettacolo di Giovanna Marini e il suo quartetto vocale, nei giorni scorsi a ‘La Collina’ di Serdiana. Evento tanto atteso e, purtroppo, unico per la Sardegna, la Nuova Cantata ‘Dal punto di vista dei serpenti’, narra di santi del mondo contadino e di santi laici, che intervengono e aiutano il popolo delle campagne, ne alleviano le pene, stanno vicini agli uomini, sostituendosi a un Dio lontano e inaccessibile. ‘I santi amici del popolo in un’Italia politeista e pagana’, si legge nella presentazione dello spettacolo, che si ispira alla tradizione della Chiesa filoebraica di Aquileia, seguace del Vangelo di Marco. E il canto espressivo nelle voci forti e appassionate, prive come sono quasi sempre di accompagnamento musicale, rende vivo il racconto anche in una lingua che stentiamo a comprendere del tutto, e più drammatiche e realistiche le storie. E rende attuale e dà originalità alla rappresentazione di un mondo che noi tutti abbiamo conosciuto, pur oggi così lontano dalle nostre abitudini cittadine, e che ancora esprime storia e cultura del Paese, attraverso il lavoro di ricerca e la rielaborazione poetica di esperienze locali, di temi e storie tradizionali. Ancorchè selvagge e orride, pur nella rappresentazione metaforica e nello sguardo e nel tono ironico dell’autrice e delle interpreti, come nella cantata della donna che, spinta dalla maga, uccide la bambina per recuperare la virilità del marito. Come nei canti arcaici, nei racconti del mondo cittadino, e del mondo cattolico, canti vietati dai Concili ecumenici, o che si tratti di brani popolari più recenti o di brani composti da Giovanna per il suo quartetto. Un mondo così difficile da conoscere nella sua arretratezza e disumanità, che il canto è in grado di restituire alla giusta indignazione. Il razzismo e le persecuzioni camorristiche contro gli stranieri nella dedica a Myriam Makeba, la sofferenza di Welby nella cantata contro la Chiesa che vieta i funerali religiosi. Spettacolo davvero coinvolgente per il pubblico, a stento contenuto nella bella sala de ‘La Collina, che conosce Giovanna dai tempi del Nuovo Canzoniere, del Lamento per la morte di Pier Paolo Pasolini, delle ballate sull’emigrazione degli italiani, e dei Dischi del Sole. Musicista che riprende, richiama, le tradizioni della musica colta del passato, Giovanna è vera interprete nel nostro paese della canzone popolare, che continua a far conoscere e promuovere, da ricercatrice e da studiosa, in Italia e nelle Università europee. E la sua instancabile opera di divulgazione culturale l’ha portata l’altro giorno nell’isola, grazie all’impegno di alcuni amici e di alcune associazioni che, attraverso il passaparola, e l’ospitalità di don Ettore Cannavera, hanno organizzato il Concerto, raccogliendo in brevissimo tempo le adesioni che lo hanno reso possibile. E l’incontro ha avuto una bella conclusione nella cena offerta al pubblico da ‘La Collina’, appena scesa la notte. Riso e carne, e insalate e frittate di verdura, e torte appena sfornate. Per vedere più da vicino Giovanna Marini, Patrizia Bovi, Francesca Breschi, Patrizia Nasini, tutte bravissime. E per avere il tempo di acquistare ‘Dal punto di vista dei serpenti’, CD consigliato caldamente a chi non è riuscito ad avere in tempo il biglietto, per sentire e vedere il quartetto vocale di Giovanna Marini.
Giovanna Marini in Sardegna, a Serdiana, nella Comunità La Collina di don Ettore Cannavera.
Racconti della vita e canti popolari della storia religiosa italiana, nel suggestivo spettacolo di Giovanna Marini e il suo quartetto vocale, il 27 Giugno a ‘La Collina’ di Serdiana. Evento tanto atteso e, purtroppo, unico per la Sardegna, la Nuova Cantata ‘Dal punto di vista dei serpenti’, narra di santi del mondo contadino e di santi laici, che intervengono e aiutano il popolo delle campagne, ne alleviano le pene, stanno vicini agli uomini, sostituendosi a un Dio lontano e inaccessibile. ‘I santi amici del popolo in un’Italia politeista e pagana’, si legge nella presentazione dello spettacolo, che si ispira alla tradizione della Chiesa filoebraica di Aquileia, seguace del Vangelo di Marco. E il canto espressivo nelle voci forti e appassionate, prive come sono quasi sempre di accompagnamento musicale, rende vivo il racconto anche in una lingua che stentiamo a comprendere del tutto, e più drammatiche e realistiche le storie. E rende attuale e dà originalità alla rappresentazione di un mondo che noi tutti abbiamo conosciuto, pur oggi così lontano dalle nostre abitudini cittadine, e che ancora esprime storia e cultura del Paese, attraverso il lavoro di ricerca e la rielaborazione poetica di esperienze locali, di temi e storie tradizionali. Ancorchè selvagge e orride, pur nella rappresentazione metaforica e nello sguardo e nel tono ironico dell’autrice e delle interpreti, come nella cantata della donna che, spinta dalla maga, uccide la bambina per recuperare la virilità del marito. Come nei canti arcaici, nei racconti del mondo cittadino, e del mondo cattolico, canti vietati dai Concili ecumenici, o che si tratti di brani popolari più recenti o di brani composti da Giovanna per il suo quartetto. Un mondo così difficile da conoscere nella sua arretratezza e disumanità, che il canto è in grado di restituire alla giusta indignazione. Il razzismo e le persecuzioni camorristiche contro gli stranieri nella dedica a Myriam Makeba, la sofferenza di Welby nella cantata contro la Chiesa che vieta i funerali religiosi. Spettacolo davvero coinvolgente per il pubblico, a stento contenuto nella bella sala de ‘La Collina, che conosce Giovanna dai tempi del Nuovo Canzoniere, del Lamento per la morte di Pier Paolo Pasolini, delle ballate sull’emigrazione degli italiani, e dei Dischi del Sole. Musicista che riprende, richiama, le tradizioni della musica colta del passato, Giovanna è vera interprete nel nostro paese della canzone popolare, che continua a far conoscere e promuovere, da ricercatrice e da studiosa, in Italia e nelle Università europee. E la sua instancabile opera di divulgazione culturale l’ha portata l’altro giorno nell’isola, grazie all’impegno di alcuni amici e di alcune associazioni che, attraverso il passaparola, e l’ospitalità di don Ettore Cannavera, hanno organizzato il Concerto, raccogliendo in brevissimo tempo le adesioni che lo hanno reso possibile. E l’incontro ha avuto una bella conclusione nella cena offerta al pubblico da ‘La Collina’, appena scesa la notte. Riso e carne, e insalate e frittate di verdura, e torte appena sfornate. Per vedere più da vicino Giovanna Marini, Patrizia Bovi, Francesca Breschi, Patrizia Nasini, tutte bravissime. E per avere il tempo di acquistare ‘Dal punto di vista dei serpenti’, CD consigliato caldamente a chi non è riuscito ad avere in tempo il biglietto, per sentire e vedere il quartetto vocale di Giovanna Marini.
1 commento
1 Clara
19 Luglio 2012 - 15:11
Grazie Gianna,
bella cronaca di una bellissima serata! Clara
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