Andrea Raggio
In un’intervista al quotidiano cagliaritano il senatore Beppe Pisanu ribadisce la proposta di un nuovo partito dei moderati laici e cattolici “liberaldemocratico, costituzionale ed europeista, incompatibile con un partito come la Lega, secessionista e antieuropeo”, un partito “che si tenga alla larga da ogni estremismo, compreso quello emergente della destra europea”. Riferendosi in particolare alla Sardegna auspica “un partito liberaldemocratico sardo, fortemente autonomista, portatore a livello nazionale di quegli interessi che formano la moderna Questione sarda”. Aggiunge “ che in questo difficilissimo momento storico la nostra Isola ha bisogno di raccogliere le forze migliori per investirle unitariamente in Italia e in Europa.”
Il senatore sassarese auspica, quindi, un partito dei moderati non berlusconiano. Sarebbe un’importante novità. Il Cavaliere, invece, punta a un partito neo berlusconiano. Punta a un partito che affastelli centro, centrodestra e destra. E s’illude di trovare una personalità nota che gli faccia da controfigura. Questa dovrebbe essere la sua novità.
Per la Sardegna Pisanu auspica un forte rilancio dell’Autonomia. Il presidente Cappellacci e il centrodestra sardo, invece, civettano con l’indipendentismo. D’accordo, la loro è un’infatuazione strumentale, un diversivo per nascondere le loro responsabilità, ma non per questo meno pericoloso. In sostanza la proposta del senatore Pisanu guarda costruttivamente al dopo Monti, ovviamente con gli occhi di un moderato, Berlusconi e il centrodestra sardo, invece, tramano perché dopo Monti niente cambi e se possibile cambi in peggio.
E’ ora che anche il centrosinistra sardo progetti un dopo Monti, assumendo un’iniziativa che ponga fine allo sbando della Regione. Sappiamo per esperienza che per rimettere la politica regionale sui giusti binari servono due condizioni: uno Statuto adeguato ai tempi e una cultura politica comune. Per adeguare lo Statuto non serve evocare grandi, grandissime riforme, tanto grandi da essere evanescenti, è necessario stare alla realtà, ai cambiamenti intervenuti in questi decenni. La costruzione, inoltre, di una cultura politica comune, nella quale si riconosca la gran parte dei cittadini, è indispensabile per promuovere la partecipazione sociale e per tracciare il quadro entro il quale possa svilupparsi una competizione vera tra partiti veri. Nella posizione del senatore Pisanu vi sono, a mio parere, alcuni aspetti che aiutano a gettare le basi di una cultura politica comune. Il centrosinistra faccia la sua parte, soprattutto in campo sociale e in quello dei diritti. Il PD può smettere di bisticciare per occuparsi di queste questioni?
1 commento
1 Adriano Bomboi - SANATZIONE.EU
19 Maggio 2012 - 10:09
Devo ammettere che da Raggio mi aspettavo molto di più, invece noto un condensato di antiberlusconismo, centralismo, bipolarismo e quant’altro. Disse Pisanu nel 1980 ad un convegno del capo di nord sull’autonomismo DC: “I grandi partiti nazionali e di massa, nel loro modo di atteggiarsi e di organizzarsi, tendono ad accentuare le spinte centralistiche”. In seguito evocava un partito nazionale (italiano) su base autonomistica.
Niente di nuovo sotto il sole, mi meraviglia che con tutti i problemi della Sardegna Raggio si preoccupi di Silvio Berlusconi, della Lega e dell’archeologia politica di questi schieramenti in caduta libera e privi di qualsiasi credibilità. Che intende Raggio nel passaggio sulle riforme quando suggerisce di “stare alla realtà/ai cambiamenti intervenuti in questi decenni”? L’isola non ha ancora una effettiva sovranità in materia di riscossione fiscale e quì si sta ancora a solleticare improbabili derive sovversive secessional-destrorse? Se il PD vuole fare qualcosa di intelligente spero si occupi di parlare con serietà di sovranità, fiscale e culturale Sarda. Mezzo milione di Sardi hanno votato per dare una spinta al referendum contro la partitocrazia negli enti e per la riscrittura dello Statuto attraverso la Costituente, il PD invece di raccogliere questi segnali ha invitato Bersani e Franceschini per la campagna elettorale. Evidentemente non hanno ancora capito che aria tira in Sardegna…
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