Gianfranco Sabattini
Nei giorni 29-30 aprile di quest’anno, si è svolto a Cagliari, su iniziativa della CTM Spa (Consorzio Trasporti e Mobilità) e del suo Presidente, un convegno dove è stato presentato lo “studio di fattibilità ed il progetto preliminare”, curati dalla stessa CTM Spa, per la realizzazione di una metropolitana sotterranea all’interno della cosiddetta Area vasta di Cagliari. La metropolitana dovrebbe collegare la stazione di Cagliari con le aree centrali di Pirri, Monserrato, Selargius, Quartucciu e Quartu Sant’Elena, per interconnettersi, con conseguente sua trasformazione in metropolitana di superficie, con la rete delle Ferrovie statali, al fine di completare il collegamento dei comuni prima elencati con i restanti comuni del più immediato hinterland cagliaritano.
L’evento dovrebbe essere accolto con plauso da tutti i cittadini dell’Area interessata; sennonché, le cose non stanno proprio così, perché il convegno ha espresso, per certi versi, aspetti contraddittori, sia per le iniziative di un ente strumentale gestore e produttore di servizi di trasporto, qual è la CTM Spa, sia per i comportamenti e le decisioni annunciate (e parzialmente assunte) a livello di governo regionale.
Per capire la contraddittorietà dell’iniziativa occorre fare una premessa relativa alle finalità cui la metropolitana dovrebbe essere orientata. In altre parole, occorre dire dello stato in cui versa attualmente il sistema urbano dell’intera Area vasta; esso è la risultante di una tendenza storica dei singoli centri urbani in essa presenti a generare la diffusione degli insediamenti di ogni specie in aree sempre più distanti dai nuclei originari. La successiva saldatura di questi fenomeni ha prodotto una struttura urbana sovracomunale carente di un’efficiente sistema infrastrutturale di trasporto, specie per quanto concerne il trasporto pubblico.
Proprio a partire dalla consapevolezza di questo stato di cose, gli enti locali del territorio dell’Area vasta hanno ultimamente condiviso alcune “linee guida”, che sono state accolte all’interno del “Piano Strategico” al quale il Comune di Cagliari ed i restanti comuni dell’Area hanno conferito il loro consenso, per quanto riguarda la forma urbana dell’intera Area. La forma urbana in esso prefigurata è quella di un “policentrismo metropolitano a rete” che rappresenta l’idea di una città fatta di molte città legate tra loro non da rapporti gerarchici, ma sinergici, ognuna con ruoli specifici, in modo che le dinamiche urbane future tendano ad assicurare alla pluralità degli agglomerati sorti spontaneamente e casualmente una identità unitaria. Si tratta di un’idea che mira ad essere realizzata non solo in funzione della interconnessione pura e semplice dei diversi centri oggi esistenti, ma anche e soprattutto in funzione di una loro coesione interna orientata al potenziamento della loro capacità di competizione verso l’esterno. Dal convegno di aprile sulla realizzazione della metropolitana sotterranea quali considerazioni è possibile trarre in relazione ai fenomeni urbani appena descritti?
Innanzitutto, la contraddittorietà del protagonismo della CTM Spa, che, ignorando il “Piano Strategico”, ha “scavalcato” il Comune di Cagliari svolgendo un’attività di programmazione territoriale, economica e sociale propria di tutti gli enti locali dell’Area e trascurando, da un lato, le indicazioni strategiche che tutti i principali attori pubblici e privati dell’Area vasta, incluso dunque il Comune di Cagliari, hanno approvato e condiviso; dall’altro, il rischio di vanificare gli sforzi di quasi due anni di lavoro profuso in sede di predisposizione del “Piano Strategico” che ha visto tutti i comuni dell’Area vasta mettere da parte gli “egoismi municipali” per il perseguimento di obiettivi sinergici nell’interesse di tutti.
In secondo luogo, la ben più grave incongruità della decisione della Giunta regionale, assunta nel mese di febbraio di quest’anno, quasi contemporaneamente all’adozione del “Piano Strategico”, di avanzare una proposta che prevede che per l’Area vasta “il sistema più idoneo per la rete portante” sia una metro-tranvia di superficie. La decisione calata dall’alto, prefigura, anche in questo caso, da un lato, il rischio, di ricondurre la realizzazione della metropolitana alla ricerca di sole soluzioni infrastrutturali senza la valutazione delle altre importanti variabili urbane, economiche e sociali considerate dal “Piano Strategico”; dall’altro, il rischio di ricondurre il governo dei singoli territori regionali a un centralismo fortemente condizionante, con proposte che risultano essere orientate alla cattura del consenso politico, ma non alla soddisfazione degli interessi reali dislocati nel territorio.
Se il Comune di Cagliari e gli altri comuni dell’Area vasta non prenderanno le necessarie distanze dall’iniziativa della CTM Spa e dalla proposta della Giunta regionale vorrà dire che questo modo di procedere delle istituzioni isolane varrà a confermare ciò che da tempo dovrebbe essere ormai interiorizzato da tutti i sardi; ovvero, che la classe politica nella quale si incorporano le istituzioni isolane, non importa se di destra o di sinistra, pur di conservarsi al potere, non esita a sacrificare il futuro della Sardegna e delle sue singole parti territoriali solo a “giochi” orientati alla cattura del consenso o di vertice, nella più assoluta ignoranza degli interessi presenti nel territorio.
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