Andrea Pubusa
Le cronache di mezza estate c’informano che i sindaci di molte città hanno aperto una vera e propria competizione nel dare attuazione ai poteri che il governo ha conferito loro a tutela della nostra sicurezza e del nostro riposo. E così niente motoseghe o lavori di giardinaggio con mezzi meccanici. Troppo rumore per le nostre orecchie desiderose di silenzio dopo un anno di frastuono automobilistico e non solo. Silenti devono stare anche i muratori, che un tempo aspettavano l’estate per elevare muri e “ghettai sa soletta e fai sa crobettua” (fare il solaio e il tetto) senza temere la pioggia. I più colpiti sono però i commercianti da spiaggia: niente borsoni e vendite fra gli ombrelloni. Provocano un insopportabile stress ai bagnanti. E dire che noi (il gruppo di amici di una delle spiagge di Chia) aspettiamo con ansia non solo i primi bagni, ma anche i vari nostri amici extracomunitari, che ogni anno tornano puntuali con i loro asciugamani, le loro tovaglie o i loro abiti e collane. Vogliamo sapere come stanno loro e le loro mogli (qualcuno ne ha più d’una) e i loro figli. E loro chiedono di noi e dei nostri figli, di cui ricordano sorprendentemente il nome. E spesso sostano da noi in amichevole conversazione quando sono stanchi del continuo avanti e indietro per la spiaggia. Questi contatti ci mostrano una umanità laboriosa, rispettosa e per fino gentile, spesso molto più educata dei nostri vicini di ombrellone (specie se milanesi). Ma torniamo ai sindaci. Altri vietano di sostare in più di tre nelle pubbliche panchine oltre una certa ora, suscitando l’ira dei vecchietti, che spesso si radunano a far chiacchiera proprio nelle panchine la sera dopo cena. A questo semenzaio si è unito anche il povero Cofferati. Ma lui, si preoccupa dei genitali, della loro perfetta funzionalità, e così vieta il percing nelle parti intime. Come faranno i vigili urbani a controllare? Non solo il punto, ma la funzionalità dell’organo? Boh.
In mezzo a queste vere e proprie amenità (illegittime), che mostrano lo scadimento di una tradizione importante della nostra vita istituzionale, quella delle autonomie locali, sempre all’avanguardia in passato nell’innovazione sullo stato sociale, colpisce il silenzio della “opposizione” e la reazione di forte di Famiglia Cristiana. Il settimanale di paolini parla di fascismo strisciante, suscitando le ire del centrodestra e il rimprovero delle gerarchie. Rimane però il fatto che questo settimanale interpreta il disagio di una parte importante del mondo cattolico (e non solo). Ed allora viene spontanea una domanda: chi dà voce politica a questa protesta di parte cattolica? Chi la unisce a quella che viene dal mondo democratico del centrosinistra? Ecco un terreno su cui lavorare, Certo bisogna recuperare l’idea dei fronti democratici (oggi certamente da chiamare in altro modo), ossia di quelle vaste alleanze per battere la destra razzista e fascisteggiante già sperimentate in passato. Con quale finalità? Il ristabilimento della normalità democratica. Può sembrar poco. Ma, con i tempi che corrono, sarebbe un risultato di grandissimo valore. Un presupposto indefettibile per riprendere il discorso sociale. Se il centrosinistra e la sinistra lo capissero, saremmo già a metà dell’opera.
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