Gianna Lai
Il 21 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Poesia, istituita dall’UNESCO onde riconoscere all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo interculturale, della comunicazione e della pace. Quest’anno, la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha scelto di celebrare la Giornata a l’Aquila, eleggendola quale “sede” della Giornata Mondiale della Poesia per dare speranza a questa città distrutta, provata ed abbandonata che, con il terremoto del 6 aprile del 2009, ha visto andare in frantumi le splendide architetture ed il ricco patrimonio culturale. Grazie al lavoro dell”Associazione “Itinerari Armonici”, patrocinata dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, che ha ideato ed organizzato “La Poesia Manifesta”, L’Aquila diverrà per un giorno il luogo della poesia ed il crocevia della cultura espressa sotto forma di esperienze diverse ma comunque affini e sorelle.
A Cagliari, su iniziativa dell’ENDAS e del Teatro stabile della Sardegna, si tiene la seconda edizione della rassegna de “Il giorno dei poeti” alle ore 17.00 al Ridotto del Teatro Massimo con la lettura di una raccolta di poesie inedita in lingua italiana o sarda.
Anche noi festeggiamo la primavera e la poesia con questo scritto “augurale” di Gianna Lai sul “Cantico dei Cantici”.
“Come un giglio tra i cardi, così è la mia amata tra le fanciulle”. “…Più inebrianti del vino sono le tue carezze o mia bella colomba”. “…Come sei incantevole mia amata, come sei incantevole. Le tue chiome sono come un gregge di capre, che scendono dalle pendici del Galaad”. Nelle letture di Rosabianca Rombi e Marco Spiga, per la rassegna “Fili e Poesia”, il Cantico dei Cantici è la poesia d’amore più importante di tutti i tempi. “Il Cantico dei cantici che è di Salomone”, è poesia biblica in ebraico, il cantico più bello attribuito al poeta di Israele Salomone, che vuol dire il pacifico. E’ canto dell’amore fisico e carnale, sogno erotico, calore della passione, esuberante e giocoso. Amore terreno così mirabilmente rappresentato in Amita e Dodi, gli amanti protagonisti, e nel Coro delle figlie di Gerusalemme che, in un’atmosfera gioiosa e libera da condizionamenti, ripetono “io sono del mio amato e il mio amato è per me”. Nel ridotto del teatro Massimo, Rosabianca, Ettore Cannavera e Bachisio Bandinu, hanno posto al centro della lettura l’amore fra due adolescenti che vivono senza ipocrisie la loro passione, relazione d’amore fra mortali segnata da armonia e bellezza, splendore dell’eros che riunisce in sé l’umano e il divino. Tutto il suo valore è nel rapporto sessuale, estasi divina l’orgasmo, in un sentimento terreno così mirabilmente rappresentato, perché non in contrapposizione con l’amore per Dio. E la Chiesa imbarazzata lo interpreta come l’allegoria dell’amore nuziale fra lei stessa e Cristo, mentre è metafora dell’amore di Dio per il suo popolo secondo gli ebrei.117 versetti divisi in otto capitoli, dove piacere e amore si intrecciano, appartenenza reciproca, dono di sé, fisicità come fondamento dell’esperienza spirituale: l’amore come moto del cuore e pulsione del corpo. Nel primo movimento la nascita del sentimento, il desiderio. Nel secondo, l’esilio dell’amore che tiene lontani gli amanti, e nel sogno la distanza accresce la passione, la nostalgia accresce il desiderio dell’altro, forte e vitale. E dice Cannavera, citando Arturo Paoli, oggi la Chiesa lo cerca tra i potenti l’amore, non tra i poveri, e la distanza, che nel Cantico si risolve con l’incontro finale dei due amanti, tra la Chiesa e i poveri non può mai venire meno. Nell’ultimo movimento il trionfo dell’amore, “forte come la morte è l’amore”, secondo una delle frasi più celebri della Bibbia, che ne esprime la forza simbolica verso la trascendenza. Ed è Simon Weill per prima a cogliere il culmine della sapienza umana proprio nella preparazione alla morte. Amore umano e divino, opera della tradizione orale riscritta dagli uomini che, dice Mario Cugusi intervenendo alla fine, esprime tutto il dinamismo di Dio. E la suggestione del Cantico, delle letture e dei commenti, si accompagna alla musica soave della grande Ildegarda di Bingen, profetessa filosofa e scienziata, mentre scorrono le immagini dell’arte più bella, da Botticelli a Chagall…
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