Perché hanno messo a tacere Vito ed Elio?

19 Marzo 2012
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Andrea Pubusa

Vi siete accorti che la mattina di Radio Press non comincia più con “Buongiorno Cagliari”? Niente satira e informazione, tutta la settimana, dalle 8 alle 10, con Vito Biolchini ed Elio Turno Arthemalle. Era un ottimo modo per cominciare la giornata insieme agli sms dei lettori e alle loro sarfate di paste in cambio di un pezzo musicale o un piccolo annuncio. Ma ora tutto tace. Direte: poco male, ci sono tante altre notizie la mattina, basta girare canale. Un semplice comando, e oplà, ecco tanta altra bella informazione! E invece, no, non è così. Perché quelle di Vito ed Elio non erano semplici notizie, erano fulminanti stimoli all’intelligenza dei lettori, per dare in modo irriverente il senso vero di una notizia o di un fatto, un modo semplice ma efficacissimo di svelare  i reconditi significati di ciò che piattamente sentiamo o leggiamo nel pastone quotidinano di notizie. Insomma, un pezzo di giornalismo alto, quello che fa della critica e della schiena dritta l’arma forte del mestiere. Non la sola, perché l’altra è la satira. Ed ecco un altro segno dei tempi. Oggi è la satira, con il suo non riconoscere l’autorità, anzi nel metterne a nudo fatti e misfatti, a costituire per noi poveri cittadini l’ultimo baluardo per la critica della politica e del potere. Se ci pensate bene, sono i Crozza, i Guzzanti, i Rossi ed altri come loro, che alla scuola di un grande come Dario Fò, appagano la nostra voglia di vedere il potere nudo, con le sue inconcludenze, le sue miserie e spesso le nefandezze  di chi lo esercita. Sono scomparsi i partiti, quelli che organizzavano le menti libere, sono tornate le consorterie, che si riuniscono intorno ad un notabile, come  in certe forme di organizzazione personale prima che, a fine Ottocento, si formassero i grandi partiti di massa, con programmi e organizzazione su tutto il territorio nazionale. Rimangono, per fortuna, associazioni e movimenti a battersi contro i poteri. Ma a loro l’acqua per nuotare viene tolta ogni giorno col prosciugamento dei finanziamenti, i costi delle  sedi. Il liberismo riduce tutto a merce e, dunque, o i giornali, le radio  le TV producono profitti oppure kaput. Succede al Manifesto, a il Riformista, è successo a Liberazione. A Cagliari, nel piccolo, il Crogiolo non è potuto rientrare nel “suo” Teatro dell’Arco perché la concessione è stata messa a gara, al miglior offerente. E così ecco il paradosso di una gara per un teatro a cui non partecipano compagnie teatrali, ma un imprenditore, che solo soletto (alla barba della gara!) vince e si aggiudica la concessione del locale.
Per Vito ed Elio la ragione dell’allontanamento sembra diversa. Anzi non sono stati nepppure licenziati. Si sono dimessi. Ammutoliti sì, ma per loro volontà! Certo, non venivano pagati da mesi. Ma in compenso ogni mattina avevano le mitiche sarfate dai lettori. La prima colazione almeno era assicurata. Al pranzo e alla cena avrebbe pensato la provvidenza! In realta, anche qui, col pretesto della mancanza di utili, i due giornalisti-artisti sono stati sostanzialmente licenziati. Possiamo provare a indovinare il perché? Non è che c’entri il loro giornalismo e teatro d’inchiesta, che ha messo a nudo tante malefatte dei potenti locali, a partire dal Poetto e dall’Anfiteatro? Non è che c’entri il loro non esentare dalla irrisione pungente alcuno, da destra a sinistra, passando dal centro? Chi, a Cagliari e in Sardegna, poteva ritenersi al riparo dalla loro critica? Forse la ragione sta proprio qui: nessuno aveva una franchigia da Cappellacci a Zedda. Ed ecco perché Vito ed Elio erano sconvenienti. Ed ecco perché nessuno lancia l’allarme su queste voci messe a tacere e tutti, i potenti, grandi e piccoli o pretesi tali,  sono contenti che la mattina i due non leggano i quotidiani a Radio Press. Per loro il buongiorno a Cagliari è assicurato dalla informazione possibilmente piatta, dal grigio tran tran privo di guizzi d’intelligenza e di autonomia. Ma per noi è una boccata di aria pulita che ci viene tolta, un pezzo di democrazia che ci viene rubata. Non vi pare sia il caso di reagire?

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