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Lo hanno deciso CGIL, CISL e UIL che, ancora una volta unitariamente, proclamano il quarto sciopero in tre anni contro l’attuale giunta regionale. Dopo l’ultima manifestazione dell’11 novembre, che ha portato in piazza a Cagliari sessantamila persone, nessun segnale di cambiamento è arrivato dal governo regionale, inconcludente e assente di fronte alla crisi che investe tutti i territori della Sardegna. I fattori sempre più evidenti di collasso del sistema economico sardo – l’abbandono di Alcoa non è che l’ultimo esempio - sono alla radice della scelta di proclamare un nuovo sciopero per oggi 13 marzo, una scelta che vede le tre organizzazioni sindacali muoversi compatte per rivendicare il rilancio dei settori produttivi attraverso la soluzione di problemi strutturali come i costi di energia e trasporti, la carenza di infrastrutture, materiali e immateriali..
Oggi scendono in piazza tutti i lavoratori e le rappresentanze dei territori che vivono una crisi industriale e produttiva senza precedenti. Si sono svolte le assemblee di quadri e delegati sindacali e dei lavoratori delle aziende in crisi. Auspicano un intervento tempestivo ed efficace del Presidente della Repubblica per sbloccare le questioni poste dal sindacato nel corso dell’incontro tenutosi in occasione della visita di Giorgio Napolitano in Sardegna. I tre segretari generali Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticca vogliono tenere alta la guardia e garantire un pressing verso il governo Monti, che finora non ha dimostrato grande attenzione al confronto Stato-Regione e al rilancio della politica produttiva e industriale in Sardegna. Per questo motivo, prima ancora dello sciopero generale, le assemblee territoriali dei delegati, hanno rappresentato un momento di condivisione e di partecipazione che evidenzia il grande consenso sulle lotte dei lavoratori sardi per il lavoro e la nuova crescita economica nell’Isola.
I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, vogliono fatti sul fronte dell’occupazione: «Scelte immediate – dicono - per rilanciare l’industria e il lavoro nell’Isola, senza ulteriori dilazioni con tavoli tecnici. No a tavoli tecnici, sì a decisioni immediate da parte del Governo nazionale. In primo luogo sui problemi drammatici della crisi produttiva e del lavoro. Quindi, immediatamente un incontro delle rappresentanze sociali, economiche e della Regione con il Governo nazionale”. Per affrontare l’emergenza Sardegna, i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, non vogliono dilazioni e rinvii secondo la prassi dei governi che si sono succeduti nel tempo, anche dopo aver firmato accordi precisi in materia di partecipazione e supporto al rilancio dello sviluppo produttivo e del lavoro nell’Isola. Pertanto, per CGIL-CISL-UIL «non è più tempo di rinvii o di presunti esami tecnici, peraltro senza il confronto con chi rappresenta le istanze e gli interessi dell’economia e della società sarda».
I sindacalisti chiedono al Presidente del Consiglio Mario Monti di garantire un confronto immediato con le parti sociali ed economiche e di assumere tempestivamente le decisioni utili e necessarie ad evitare ulteriori drammi ai lavoratori e ai pensionati della Sardegna, oltre a garantire le risorse e gli investimenti necessari a rilanciare lo sviluppo nell’Isola.
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