Andrea Raggio
Lo sciopero e la piazza sono strumenti insostituibili di democrazia. Negli ultimi anni ad essi sono andate accompagnandosi iniziative clamorose volte ad accentuarne l’efficacia anche mediante l’amplificazione di giornali e televisioni. Mi riferisco soprattutto al presidio di siti emblematici o posti ad altezze pericolose e all’interruzione della mobilità con l’occupazione di strade, porti e aeroporti. Sino ad ora si è trattato di iniziative gestite con sensibilità democratica, cioè con l’accortezza di limitare all’essenziale i disagi dei cittadini coinvolti. Da qualche tempo registriamo, invece, iniziative analoghe in quanto all’utilizzazione dei media ma volte a speculare sul disagio sociale.
La cosiddetta rivolta siciliana dei forconi, estesasi anche al Paese e alla Sardegna, era chiaramente diretta a esasperare i disagi dei cittadini ledendo i loro diritti con l’occupazione prolungata di svincoli stradali e accessi ad aeroporti e porti, a provocare ingenti danni economici e a bloccare persino l’approvvigionamento dei generi alimentari. Tutto questo accompagnato da episodi di violenza, come la lacerazione dei pneumatici del camion di autotrasportatori “crumiri”. Gli eccessi e la durata della protesta non sono stati frutto di spontaneità ma opera di minoranze ben organizzate e dirette. C’era lo zampino della mafia, come ha sostenuto il presidente di Confindustria Sicilia? Non è improbabile. E’ provato, comunque, che c’è stata la mano di noti personaggi della destra berlusconiana e fascista, così com’è certo che i forconi hanno partecipato sabato scorso a Roma alla marcia della destra di Storace.
Recentemente a Cagliari alcuni gruppi di facinorosi (tutti disoccupati e pastori? Non ci credo) si sono scagliati contro il Presidente della Repubblica, insultandolo. Uno degli organizzatori di questa bravata ha confessato: “cercavo un faccia a faccia con Napolitano”. Cercava, cioè, visibilità, una sorta di attestato di rappresentatività, forse in fregola di future candidature. Altri organizzatori che si professano indipendentisti, si sono giustificati dicendo che oltraggiando il Presidente intendevano contestare la Repubblica Italiana. Commissionare insulti alle persone e imbrattare nottetempo il monumento a Carlo Felice: è questa, dunque, la strategia indipendentista?
Sulla TAV il Governo, dopo aver riesaminato il dossier, ha spiegato le ragioni per cui deve si andare avanti e ha ribadito che lo Stato tutelerà chi protesta ma, ovviamente, senza tollerare violenze. Il rappresentante del movimento non ha contestato le ragioni addotte dal Governo, ha risposto con tono sprezzante e minaccioso che “alle prove di forza noi siano pronti”. E’ chiaro il suo intento di esasperare la situazione per avere visibilità politica e cercare un raccordo, che in parte ha trovato e sta trovando, con l’opposizione al Governo Monti. Mi spiace che quest’ aspetto a Landini sia sfuggito.
Il disagio sociale è indubbiamente forte ed esteso, ma è altrettanto certo che specularci sopra non rivolve i problemi, semmai li aggrava. Soprattutto quando al fine di esasperarlo, si ledono i diritti dei cittadini. Tra diritti vi può essere conflitto, lo sappiamo, e la crisi spinge ad anteporre e contrapporre diritto a diritto. Ma quando il conflitto è provocato intenzionalmente e lo Stato deve intervenire non solo a tutela di chi protesta ma anche dei cittadini colpiti da forme esasperate di protesta, tutto si complica. E le difficoltà a governare questo Paese crescono. Il rischio, quindi, è che dopo Monti vi sia ancora Monti, non perché la tecnica prevarica sulla politica, ma a causa della persistente debolezza di questa. E’ quel che spera Berlusconi. A maggiore ragione il sostegno critico al Governo deve mirare anche a creare le condizioni per riportare in campo la politica. Ed ecco perché la tutela dei diritti e la difesa della legalità devono essere perseguite con fermezza dall’intera sinistra, evitando silenzi e comportamenti che possono apparire tolleranti.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.
Lascia un commento