A parlare di fumetti con Bepi Vigna

2 Marzo 2012
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Gianna Lai

Narrativa per immagini, il fumetto è incontro fra storie e disegno, il cui  l’effetto emotivo sta proprio nell’esito dell’equilibrio fra immagine e dialogo: così Bepi Vigna introduce  l’intervista  sulla sua esperienza di sceneggiatore al Circolo dei lettori Miele Amaro, in occasione di ‘Fumetti d’Italia’, i 150 anni dedicati alla storia del fumetto nel nostro paese.

D.  Ha innovato il mondo del fumetto, ha fatto crescere una nuova cultura tra i giovani italiani e nuove professionalità qui in Sardegna, come nasce Nathan Never, come è cambiato in questi anni?
B.Vigna. Nathan Never si colloca nel fumetto anni novanta, è fumetto di fantascienza dalla natura sfaccettata. E si modifica man mano, nel suo profilo psicologico, con l’inserimento di eventi nuovi inquadrati in epoche diverse, per ripartire sempre da capo, aderendo di più nelle storie ai tempi nostri, alla contemporaneità. Sicchè nelle vecchie annate si può intravvedere la storia del mondo contemporaneo con Reagan, Tatcher, Berlusconi.

D. Dialoghi realistici, immagini forti, una tecnologia avveniristica sottolineata da esplosioni di luce e grandi sommovimenti, navicelle verso Marte in attacchi cielo-terra, i protagonisti sono immersi in un  mondo in continua trasformazione, che sottolinea il conflitto tra uomini e mondi diversi. Come nell’ultimo numero di Nathan Never. Grandi  gli scenari e di taglio cinematografico. E’ attraverso  l’immagine, in particolare, che spazia la fantasia del lettore, che si struttura il suo senso critico?
B. Vigna. C’è un’esasperazione del mondo contemporaneo che esplode nelle storie a fumetti, la guerra è tema molto presente in Nathan Never, a partire dall’ispirazione alla guerra fredda USA-URSS. Certamente sul piano stilistico si guarda sempre più al cinema, e questo lo abbiamo mutuato in parte dal fumetto giapponese: fumetto e cinema si incontrano stilisticamente nel gesto, nell’inquadratura, le sequenze sono simili. Ed è interessante la differenza con i  fumetti del passato, che pongono i protagonisti sempre rivolti verso il lettore, come nel melodramma, a cui si ispirano per costruire scenari e  ambienti.
Posso aggiungere che il video concede più spazio alla fantasia, alla regia del lettore, di quanto non faccia il fumetto sulla carta, nel passaggio rigido da un’inquadratura all’altra

D. Quale rapporto fra testi e immagini?
B.Vigna. Nel fumetto il ritmo interno delle vignette è ridefinito dal movimento dei personaggi in ciascuna scena. Certo, parte tutto dalla scrittura, ma rispetto al racconto letterario il linguaggio cambia nei fumetti, c’è un modo diverso di concepire il racconto, perchè quando scrivi il testo stai pensando all’immagine che lo rappresenterà nella vignetta, nell’inquadratura. E’ un  rapporto fra testi e immagine che deve raggiungere un equilibrio e una sua coerenza, il fumetto non deve essere ridondante, il dialogo non deve ribadire il contenuto dell’immagine. E si tratta di vera e originale professionalità, per cui non può dare risultati positivi il  grande scrittore che  sceneggia  storie a fumetti.

D. C’è un rimando alla contemporaneità, ai cambiamenti sociali in atto, anche nelle  figure così ben delineate di donne e uomini responsabili e consapevoli del  ruolo di ciascuno, che sanno instaurare fra loro rapporti paritari e di fratellanza ?
B. Vigna. Il fumetto di evasione e di avventura interroga la realtà. Stiamo molto attenti a rappresentare il mondo nelle sue contraddizioni e gli uomini nella loro tensione verso ideali di progresso, così il sentimento d’amore tra due ragazze, come Janet e Legs, si inquadra nella normalità delle relazioni tra persone che, nell’avventura e nella sconfitta del pericoloso nemico in nome della pace, trovano la ragione delle loro azioni.

D. La crisi dei giorni nostri non impedisce al  fumetto di  mantenere la sua centralità nella cultura degli italiani. Dipende dalla capacità degli autori di scambiarsi idee forme narrative, linguaggi, da una parte all’altra del mondo, più di quanto non avvenga in qualunque altro genere letterario?
B.Vigna. Vendevamo dalle 450 alle 500 mila copie negli anni novanta, oggi ci attestiamo intorno alle 50 mila. E se la TV influenza il fumetto e può fargli molta concorrenza, credo che la sua salvezza sia nell’Ipod, il fumetto che si sfoglia nell’Ipod. Son convinto che abbia ancora tante cose da dire e che sia intatta la sua forza espressiva, perciò  la Scuola di fumetti aperta a Cagliari nel ‘93, dal 2000 è Centro internazionale del fumetto,  un’ importante esperienza culturale per la Sardegna, perchè finiscono alla Bonelli e alla Disney molti dei nostri sceneggiatori e disegnatori, e perchè ci consente di instaurare rapporti con tutti i paesi del Mediterraneo.

Al  pubblico attento del Manamanà di Piazza Savoia  Bepi Vigna,  raccontando il fumetto, racconta la sua storia e quella dei suoi amici divenuti per caso, certamente per passione, sceneggiatori e disegnatori. E si sofferma a parlare di  Bonelli, l’editore del Tex di Galleppini, l’altro autore diventato famoso facendo fumetti e che si è inventato proprio Tex ad Iglesias, dove “Galep” al tempo viveva (ricordate la mostra del 1984 alla Cittadella dei Musei ”Tex passò prima in Sardegna“, presente l’autore?). Dal Centro culturale di via Piccioni, nel lontano ‘82,  nasce  per Martin Mystere ‘Il mistero del Nuraghe’, una storia ambientata a Baunei, con uno dei  personaggi che si chiama Bepi Vigna: Alfredo Castelli non esita a pubblicarla, e si pongono le premesse per la collaborazione con la casa editrice di Sergio Bonelli che porterà alla creazione di Nathan Never, investigatore in un mondo fantascientifico.
Il prossimo incontro su Nausicaa, la nuova opera a fumetti di Bepi Vigna scritta in francese, prossimamente nelle librerie italiane.

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