Quante belle statuine, signor Presidente!

23 Febbraio 2012
Nessun commento


Amsicora

Avete visto quante belle e composte faccine di giovani, attenti ed educatini assistevano in teatro al discorso di Napolitano? Questi sì maturi e pensosi per le sorti dell’Isola e del Paese. Tutto il contrario di quei facinorosi, pastori in odore di ovile e di pecora, giovani barbuti e uomini scarmigliati, spesso mal vestiti, disoccupati, licenziati, indebitati, che fuori gridavano la loro disperazione e chiedevano udienza. Un atto di fiducia quell’urlo. A chi se non al Capo dello Stato rappresentare il proprio malessere? Il cerimoniale e il rito, però, il disagio sociale non lo prevedono, l’Italia di Monti lo cancella, i disperati non esistono e non devono mostrare di esistere. Per il governo dei milionari e dell’agiatezza esistono solo gli uomini dal buon portafoglio. Ed allora i disperati fuori dalle balle anche se premono. Si blocchino i mezzi che li portano al cospetto del Presidente, li si faccia scendere ancorché muniti di regolare biglietto se usano allo scopo il mezzo pubblico!
E sapete come quelle belle faccine, attente e ben educate, sono giunte al rito presidenziale? Nelle Facoltà si è sparso l’altro giorno un messaggio dal Rettorato, un ordine o, se preferite, un invito secco: “Convogliate dalle facoltà il maggior numero di giovani alla platea presidenziale“. E così assegnisti, cultori e ricercatori hanno ricevuto una cordiale sollecitazione ad accorrere al cospetto del Presidente. Molti ovviamente lo hanno fatto volentieri per curiosità e condivisione. Altri hanno solo obbedito. Ma tutti non si sono recati sul luogo spontaneamente. Non avevano programmato la loro presenza. Erano lì per far numero o ad uso delle telecamere, ma non avevano niente da dire. Quelli che invece avevano e hanno molto da dire al primo Magistrato d’Italia alla larga, con le buone o con le cattive!
Il Presidente, a ragione, può dire ch’erano pochi, gruppi sparuti. Ma se l’accesso non fosse stato eterodiretto, chi sarebbe stato lì in prevalenza? Certo, il rito non sarebbe stato celebrato, ma il Presidente avrebbe tratto maggior frutto da questa visita. Il Capo dello stato ha sentito le varie caste autoreferenziali e le imbellettate rappresentanze di esse  pronunciare frasi di circostanza e posare per la foto-ricordo. Ha chiuso gli occhi, le orecchie e la bocca di fronte a chi gli avrebbe detto qualcosa di vero e di utile. Ma serve questo a salvare il Paese e la democrazia?

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento