Tuvixeddu: da Todde una sparata contro Zedda?

10 Febbraio 2012
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Andrea Pubusa

L’altro giorno con un articolo su La Nuova Sardegna lo scrittore (oculista) Giorgio Todde ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sarda sulla salvaguardia di Tuvixeddu. Lo ha fatto con le parole dell’intellettuale impegnato e mosso da passione civile. Sentite l’incipit: 
“In tanti abbiamo pensato che si sarebbe realizzata un’idea di città non fondata sul cemento, che l’urbanistica avrebbe prevalso sull’edilizia, che avrebbe vinto il verde, che i viali sarebbero stati ombrosi, i centri storici restaurati e rispettati. Invece una delibera di giunta, di questa giunta, ci toglie ogni ingenua illusione.
Riappare il cemento a Tuvixeddu. Riaffiora dai fondali l’idea, naufragata nelle aule dei tribunali e non solo, che la salvezza del colle consista in una «tutela francobollo» della sola necropoli e che a pochi metri dai sepolcri si possano costruire palazzine e strade. Il medesimo progetto sostenuto dalle passate giunte sviluppiste…”.
Vito Biolchini nel suo blog ( vitobiolchini ), ieri ha detto che “Todde su Tuvixeddu l’ha sparata grossa“. “Lo schema - soggiunge - è quello classico: trasformare un timore in una notizia, e la notizia in valutazione politica. Alla fine il timore probabilmente verrà ridimensionato o, peggio, si dimostrerà infondato, non ci sarà nessuna notizia, ma la valutazione politica negativa resterà tutta“.
Vito sa che sono un suo estimatore perché è un uomo libero e dalla schiena dritta. Ma Todde (a cui - come oculista - sono grato per la luce dei miei occhi) è uomo della stessa indole. Da intellettuale ed homo civis pensa alle sorti della nostra città e mette il suo nome per lanciare un allarme. E’ uno scrittore, può darsi che sul piano tecnico-giuridico non centri il problema (che è molto complesso). Ma solleva una questione importante. Lancia nello stagno una provocazione positiva.
Perché pensare - come dice Biolchini - che l’obiettivo reale di Todde sia screditare l’amministrazione Zedda? Perché affermare che “il linguaggio utilizzato dalla scrittore e le sue argomentazioni rendono infatti il tema Tuvixeddu del tutto secondario“? Ma, scusa, Vito, Todde ti sembra persona che, se vuole criticare o attaccare la Giunta Zedda (cosa del tutto legittima), lo fa in modo capzioso, usando argomenti indiretti e strumentali. Suvvia!
E’ vero “c’è una parte del centrosinistra cagliaritano che attacca Zedda perché ritiene di non aver raccolto quanto aveva seminato in anni di attività politica (soprattutto nel periodo dominato a livello regionale dall’Innominabile). Non parlo (solo) di poltrone ma soprattutto della capacità di influenzare in vari modi (tutti legittimi, per carità) l’amministrazione“. Ma è “tutto qui“, come afferma Biolchini? O c’è anche chi pensa che, a distanza di un anno dalla elezione, la Giunta Zedda debba iniziare ad esibire risultati? Insomma, posto che non ha mai presentato programmi, se con questo termine non intendiamo fini general-generici,  a quando le realizzazioni puntuali e concrete?
Ho votato Zedda, pur conoscendo la debolezza sua e della sua proposta, ma da suo elettore e da sostenitore del centrosinistra non nego di essere preoccupato per il presente della nostra città e ancor più per il suo futuro. M’incantano poco le partecipazioni televisive del sindaco o l’impazzimento dei media alla ricerca di nuovi personaggi. M’interessa la politica nei programmi e nei risultati. Ricordate Delogu? E’ stato un pessimo sindaco, d’accordo. Eppure su due questioni la sua politica è stata chiara fin da subito: cura dei giardini pubblici ed estraneità rispetto a certi giochetti della politica. Non si è occupato delle grandi questioni di Cagliari del suo ruolo di capitale e della sua riconversione da cittadella prevalentemente militare-burocratica in moderno centro amministrativo, produttivo e di attrazione turistica. A lui è stata poi sempre estranea la dimensione culturale e ambientale. Ma le due cose che ho detto nell’azione di Delogu si sono viste e il suo elettorato, limitato politicamente come lui, lo ha apprezzato.
Zedda invece è stato eletto come espressione della società civile, anzi di quella giovanile protesa verso il nuovo, dell’associazionismo democratico intriso di solidarietà. Espressione di una forza che con Vendola vuole ricondurci ai grandi ideali della sinistra. Ecco su questo dovremmo iniziare ad interrogarci, non con surrettizi intenti di boicottaggio, ma con la pretesa che questa giunta corrisponda alle aspettative di chi con generosità e passione ne ha determinato il travolgente successo. Intano perché Zedda non risponde? Di più: perché la comunicazione è pari a zero? Ancora: perché non coinvolge? E la tanto decantata partecipazione? Il silenzio - si sa - è frutto di debolezza. Vuol dire che non si ha nulla da dire. Accompagnato dall’assenza di comunicazione e partecipazione, sapete a cosa conduce? Ad un solo risultato: ad una fine ingloriosa, come quella dell’Innominabile (anche lui molto corteggiato nei talk show nazionali). Possiamo evitarla?

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