Andrea Pubusa
Avete sentito l’altroieri Monti al Tg5 e poi a Matrix? ”Non e’ un tabù”, ha sussurrato con l’abituale sorriso avaro. “L’articolo 18 puo’ essere pernicioso per lo sviluppo dell’Italia”. E poi, suadente e ardito, i giovani devono ”abituarsi all’idea di non avere piu’ il posto fisso a vita: che monotonia!” E infine, poeticamente e profeticamente, ”è bello cambiare e accettare delle sfide”.
Che bello il mondo di Monti! Quante nella società di oggi le potenzialità per i giovani! Che spasso! Tutto rose e fiori. Ma attenti alle trappole. State in campana! C’è il rischio di rimanere impigliati nell’art. 18! E’ la condanna alla monotonia del posto fisso! E a vita! Attenzione, rischiate anche di avere la pensione. Che sfiga! Giovani, l’art. 18 vi impedisce di licenziare il padrone! Di passare ad altro impiego! Senza giusta causa o giustificato motivo, come nei gironi dell’inferno, siete condannati in eterno a svolgere lo stesso lavoro, stesso ufficio, stessa fabbrica per tutta la vita. Che sfiga! Condannati alla noia. Niente divertenti occasioni di lavoro. Niente sfide. Maledetto art. 18! Ed allora, suonino le trombe, rullino i tamburi, via alla nuova era montiana! L’ape operaia voli leggera da fiore a fiore, finché una felice morte negli agi della vecchiaia non la colga! Al bando la grigia routine lavorativa! Morte all’orrenda stabilità! E i padroni non pongano ostacoli alla libertà dei dipendenti di licenziarli e dimettersi! E tantomeno il legislatore! Kaputt art. 18, responsabile della prigione del posto fisso!
Ma le vie della liberazione giovanile sono infinite in quella fucina di idee che è il governo dei prof. Prodigiosa la pensata di Piero Giarda, anche lui prof. e anche lui ministro di Monti. Basta col valore legale della laurea! Per fare sul serio e subito, iniziamo ad abolire il valore del voto! Così ai giovani che si laureano nelle Università di Stato nessun riconoscimento! I figli dei lavoratori, che con sacrificio loro e delle famiglie, conseguono il titolo negli Atenei pubblici non s’illudano! Anche se sono bravissimi, dove pensano di andare? Soltanto se faranno un bel Master alla Bocconi (o uno costoso in prestigiose universitò private straniere) potranno aspirare a un riconoscimento. Se no, niente. Non pensino che la scuola pubblica sia strumento di miglioramento e di pari opportunità. Sono vecchie idee. Spazio al nuovo! Chi vuole andare nella scuola pubblica ci vada pure, ma se prende una laurea per comuni mortali, si scordi di poterla far valere. Se s’impegna ed ha una carriera scolastica brillante e buoni voti, non speri di vedersi riconosciuto sacrificio e impegno. Sono altri gli strumenti per l’emancipazione. Ad esempio, meglio iscriversi alla Bocconi! Mi viene però un dubbio. Da non bocconiano, terra, terra, ho sempre pensato che un ministro della Repubblica che vede limiti nella scuola pubblica ha il dovere di prodigarsi per rimuoverli. E ha anche il compito di invogliare tutti a laurearsi. Di più, come dice la Costituzione, deve fare in modo che “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” abbiano “il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi“. E leggendo questo mirabile articolo 34, al quale devo - al pari di migliaia di altri di modeste condizioni - la laurea e il resto, mi viene un altro dubbio. Posso, da non bocconiano, svelarvelo sommessamente? Ma se i risultati sono questi, se i bocconiani vengono preparati a dire in pubblico queste corbellerie, non sarà meglio starne alla larga? Non sarà migliore un’Università come la nostra? Avrà come prof. dei modesti artigiani delle rispettive discipline, ma queste cavolate classiste i nostri studenti neanche le pensano. Non sono bocconiani, ma sanno in quale mondo vivono.
2 commenti
1 Marco
3 Febbraio 2012 - 20:35
Professore, in tema di università, Le segnalo una notizia che forse già saprà: il Consiglio di Stato ha definitivamente cestinato oggi la famigerata “decadenza”. Ora provi Lei a spiegare ai suoi colleghi docenti che i ritardatari li si manda via velocemente concedendo più appelli, più sessioni di laurea e più disponibilità degli assistenti alla cattedra ai turni di ricevimento e non a colpi di ascia. Cordiali saluti
2 umberto
15 Febbraio 2012 - 10:23
C’e’ tanto da dire sull’argomento. Direi, perche’per una ota vita intera ha fatto comodo essere un’
Ingranaggio ordinario…..
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