La modernità del pensiero di Giuseppe Mazzini

26 Gennaio 2012
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Francesco Cocco

Gianfranco Sabattini ha scritto un volume su “La modernità del pensiero di Giuseppe Mazzini” - Ed. Madrikè, un contributo del noto economista cagliaritano non solo alla comprensione della nostra storia, ma un’indicazione al mondo d’oggi, in cui il rigore e la coerenza del grande italiano sono di pressante attualità.
Ecco la presentazione al libro di Francesco Cocco.
 

Stimolato dalle celebrazioni dell’ Unità d’Italia e soprattutto dalle letture della prima giovinezza, Gianfranco Sabattini ha realizzato questa bel lavoro sul grande patriota genovese . Tra i tanti pregi dell’opera: una lettura agevole che intreccia i dati biografici di Mazzini con la formazione del suo pensiero politico, poi quello di rimettere il pensatore ligure nell’ attualità dei temi politici odierni.
E’ stata cura dell’ autore esaminare come il pensiero mazziniano sia andato intrecciandosi col più generale dibattito politico dalla seconda metà dell’ ottocento ad oggi. E ciò con strumentalizzazioni che ne hanno fuorviato il pensiero, piegandolo ad esigenze contingenti. Soprattutto con la strumentalizzazione fattane dal fascismo, che tentò di accreditare Mazzini prima come un precursore di Mussolini poi, nei drammatici anni di Salò, quasi un sostenitore dell’ organizzazione economica e sociale di quella tragica vicenda. Anche se ad onor del vero, in quegli anni, fu l’esperienza di Giustizia e Libertà a richiamarsi a Mazzini con una ben diversa prospettiva storica.
Quel che, anche alla luce del dibattito politico, l’autore pone in giusta evidenza è come il pensiero mazziniano, pur avendo una visione unitaria della organizzazione statuale, sia favorevole ad un’ ampia autonomia delle comunità locali. Altro aspetto rilevante è come la sua visione si opponesse all‘ individualismo liberale in nome di un comunitarismo moderno.
E’ un pensiero che, come sin dai primi decenni del Novecento rimarcò Gaetano Salvemini, si riallaccia al filone del socialismo per i molteplici punti di convergenza con le altre “prospettive” socialiste. Del resto ciò è facilmente comprensibile ponendo mente al fatto, come ci ricorda l’autore , che Mazzini fu uno dei protagonisti della Prima Internazionale. Anche se la l’orizzonte mazziniano differiva da quella marxiano in quanto proponeva un socialismo gradualista e progressivo “basato sull’associazionismo, sul solidarismo e sul mutualismo libero”. Ma è soprattutto una diversa concezione dell’ uomo che separa i due orizzonti : per Mazzini permangono i problemi del cittadino in quanto soggetto politico distinti da quelli del cittadino lavoratore, senza che i primi siano assorbibili in quest’ultima categoria.
Sono alcuni aspetti, nell’ambito di un’ampia problematica presente nell’opera , che vengono in evidenza dopo la crisi nell’ 89 del cosiddetto socialismo reale. Così “Il fallimento del modello del “socialismo burocratico-accentratore” consente di recuperare il tentativo mazziniano di dare un fondamento teorico all’idea della cooperazione tra capitale e lavoro”. Forse col pensiero mazziniano è possibile il pieno recupero all’orizzonte socialista di quei valori umani spesso sottaciuti ed in passato – come ha notato Bobbio- oggetto di “derisione” secondo certa tradizione propria della terza internazionale e segnatamente dello stalinismo.
Soprattutto questo lavoro di Gianfranco Sabattini può essere di stimolo alla soluzione dei problemi odierni se sapremo leggerlo alla “ricerca non già di chi aveva ragione” ma per cogliere tutte quelle suggestioni che, senza chiusure e preclusioni ideologiche, possono aiutarci ad uscire dall’ impasse che sta impantanando gli eredi della sinistra italiana ed europea.

1 commento

  • 1 Mario Pinna
    14 Aprile 2012 - 12:53

    Grazie Gianfranco

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