Amsicora
Ma perché gli avvocati imbracciano l’arma della protesta? Le misure del governo rispondono al vecchio moto gattopardesco: “tutto cambia affinché niente cambi”. Cosa cambia il fatto che il tirocinio inizi già dall’università. Nulla. Anzi peggio, favorirà i figli o i nipoti degli avvocati, che prenderanno in studio i loro giovani rampolli per anticiparne l’ingresso nella professione. I figli dei contadini o degli impiegati o degli operai. aspettino alla laurea. Oppure, se ci tengono ad anticipare il praticantato, vengano sì in studio, ma a fare da segretari: gratis!
E allora perché proclamare sette giorni di sciopero? Perché far sentire la propria voce con sit-in davanti a Palazzo Chigi? Perché andare a inscenare una manifestazione pefino a Strasburgo? Per l’obbligo di preventivo ai clienti? Molti già lo fanno. E sapete chi sono? Gli avvocati-pescicane che vogliono legare il cliente ad alti compensi prima d’iniziare la causa. Gli avvocati seri, e sono la gran parte, fanno un preventivo orientativo, ma poi si regolano in base a tanti elementi non ultimo l’esito della causa, il vantaggio tratto dal cliente e anche le condizioni economiche di quest’ultimo.
E allora, cari avvocati, perché inondare di fax e telegrammi di protesta i tavoli del presidente della Repubblica Napolitano e del premier Monti? Per la trovata dell’abolizione delle tariffe minime? Ma chi non la ha abolite quando giunge in studio un pevoraccio armato solo di buone ragioni? L’abolizione delle tariffe incentiva la concorrenza? Suvvia! Siamo seri! Ci sono solo a Cagliari almeno il doppio dei cassazionisti dell’intera Francia. C’è in Sardegna un avvocato ogni 300 abitanti, quasi uno in ogni famiglia. La concorrenza è già forte ed esistono tanti avvocati che sbarcano il lunario a mala pena. Molto meglio fare gli idraulici, gli elettricisti che far parte della schiera delle migliaia di avvocati senza arte né parte.
Ed allora? Allora, cari avvocati, statevene in studio tranquilli. Tanto rumore per nulla. Come per i notai. Qualche notaio in più, si poteva prevedere nei futuri concorsi senza nessuno strepito. Un decreto del Ministro d’intesa con l’ordine dei notai. Ordinaria amministrazione. Ci saranno in Sardegna una quindicina di notai in più. Embe! I lavoratori dell’Alcoa o della Vilnys che beneficio ne traggono?
E i tassisti? Se Roosevelt avesse pensato di vincere la grande depressione del ‘29 occupandosi dei tassisti di Washington o di New York o di Chicago non avrebbe certo ottenuto ben quattro mandati presidenziali e non avrebbe certo superato la crisi e vinto la guerra! Ma ha vinto perché ha voluto e chiesto l’aiuto dei lavoratori e lo ha ottenuto contrastando i grandi finanzieri e avviando un grande piano di lavori pubblici mandando al lavoro milioni di disoccupati. Non solo, ha inserito nei programmi governativi solo le aziende rispettose dei diritti dei lavoratori e dei sindacati. Ha creato così un ampio blocco sociale democratico che ha sconfitto la crisi prima e il nazifascismo poi. Un blocco sociale che ha resistito fino agli anni ‘70, assicurando sviluppo economico e democratico. Da noi oggi invece il governo si inimica i ceti medio-bassi e così l’avversione popolare al governo si và estendendo e presto sarà un incendio pericoloso. Un disegno davvero insensato. E se il Cavaliere, di fronte a tante tragedie, raccontava barzellette, Monti ostenta una grande indifferenza. Una follia!
I giovani si aiutano immetendoli al lavoro al più presto, quando hanno più energie ed entusiasmo. Non quasi quarantenni e scazzati. Come fare? Ad esempio, riducendo gli anni di università. In giurisprudenza - come ai vecchi tempi - ne bastano quattro e per la pratica d’avvocato è sufficiente un anno e ecco due anni risparmiati, con una riforma a costo zero. I lavoratori si conquistano promuovendo l’occupazione, non minacciando licenziamenti, rispettandone la dignità e riconoscendone il ruolo sociale. Monti, per prima cosa, dovrebbe estendere l’articolo 18 a tutte le imprese, limitando la partecipazione ai pubblici appalti a quelle aziende che, oltre ad applicare l’art. 18, stipulano i contratti nazionali di lavoro e intrattengono normali relazioni sindacali. Insomma, Monti dovrebbe chiedere e pretendere il rispetto della Costituzione anche in azienda. Dovrebbe conquistare il consenso delle grandi masse, che sole possono con vigore rimettere a posto una macchina scassata dalle banche, dalla finanza e dai tanti avventurieri dell’imprenditoria. Ma oggi siamo in presenza della politica di Berlusconi, senza di lui, le sue leggi ad personam e senza le sue troie. Bene per dare dignità alla carica, troppo poco per battere la crisi.
3 commenti
1 Alice
27 Gennaio 2012 - 22:21
Non sono d’accordo..questa manovra è altamente equa se vogliamo paragonarla ai decreti dei icari vecchi politicanti destra e sinistra compresa! poi ci sono i “comunisti” che protestano a destra e manca giudicando senza conoscere minimamente come funziona il ciclo economico in periodo di crisi..questa è una manovra necessaria,è inutile reagire in questo modo……
2 In Sardegna la protesta non si lega alla necessità di riforme: ma quali liberalizzazioni?
1 Febbraio 2012 - 02:13
[…] del prof. Andrea Pubusa quando gattopardisticamente afferma che tutto cambia affinché nulla cambi (Democrazia Oggi, 23-01-12). Siamo in Italia. Ma per la Sardegna il problema non è solo il ritrovarsi parte di uno […]
3 Partiti Indipendentisti Sardi « Su Seddoresu
14 Febbraio 2012 - 23:52
[…] del prof. Andrea Pubusa quando gattopardisticamente afferma che tutto cambia affinché nulla cambi(Democrazia Oggi, 23-01-12). Siamo in Italia. Ma per la Sardegna il problema non è solo il ritrovarsi parte di uno […]
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