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Dopo i benzinai e i tassisti, anche gli avvocati imbracciano l’arma della protesta contro le misure del governo. Hanno proclamato sette giorni di sciopero, i primi due il 23 e il 24 febbraio, gli altri a marzo a cavallo del loro congresso straordinario, convocato per il 9 e il 10 marzo E non solo: faranno sentire la loro voce anche con sit-in davanti a Palazzo Chigi e alle sedi di Camera e Senato e occupazioni simboliche di cento palazzi di giustizia, e persino con una manifestazione a Strasburgo, oltre a inondare di fax e telegrammi di protesta i tavoli del presidente della Repubblica Napolitano e del premier Monti. E’ una “liberalizzazione selvaggia”, il governo vuole “ridurre la funzione costituzionale dell’avvocato ad una mera attività mercantile”, ma così “comprime lo stesso diritto del cittadino alla difesa”,denunciano i legali.
E a deciderla è un’assemblea convocata a Roma dall’Organismo unitario dell’avvocatura, alla quale partecipano rappresentanti degli Ordini di tutta Italia,delle associazioni e delle istituzioni forensi.Un’ “escalation di iniziative”, proporzionata al crescendo dell’attacco di cui la categoria si sente vittima: “in tre mesi sono stati approvati sei decreti che mettono al muro gli avvocati e rottamano la giustizia civile”, lamenta il presidente dell’Oua Maurizio De Tilla. Obiettivo della protesta sono infatti anche i provvedimenti varati dal governo in materia di giustizia, che hanno previsto un “indiscriminato” aumento dei costi per il cittadino, limitato la possibilità di impugnare le decisioni giudiziarie. Del dl sulle liberalizzazioni gli avvocati contestano soprattutto la disposizione che anticipa il tirocinio, necessario per l’abilitazione professionale,a prima della laurea: una misura “scandalosa”, l’ha definita il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, perché permetterà l’accesso all’esame a chi non ha mai frequentato l’aula di un tribunale. Come pure la norma che cancella le tariffe, che invece secondo i legali funzionano da “calmiere dei prezzi” e dunque sono a vantaggio del cittadino. Proprio per far capire all’opinione pubblica che la loro non é una battaglia corporativa, è stata messa in campo anche una strategia di comunicazione, con conferenze stampa, acquisto di pagine a pagamento sui giornali e manifesti e volantini da distribuire dentro e fuori i tribunali. Intanto, già domani gli avvocati aderiranno alla manifestazione di tutte le professioni che si terrà a Milano e il 23 all’analoga iniziativa in programma a Napoli. Un fitto calendario, in cui si inserirà il 22 febbraio anche un’udienza dal Papa, riservata a 200 di loro: in un momento così difficile, almeno dal Pontefice gli avvocati si aspettano una parola di “conforto”.
1 commento
1 francesco cocco
23 Gennaio 2012 - 09:59
Mi chiedo :è del tutto scomparso il buon senso, ha definitivamente abbandonato i saloni di Palazzo Chigi??
Possibile che non si capisca che un ulteriore pletorico aumento del numero di avvocati aumenterà il tasso di avventurismo già presente in questa professione? Si vuole definitivamente distruggere l’amministrazione della giustizia in questo Paese?
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