Concordia: comandante folle e la Compagnia Costa?

18 Gennaio 2012
Nessun commento


Amsicora

Volete conoscere la mia opinione sul naufragio della Concordia? Eccola. La responsabilità fondamentale è della Compagnia Costa. Innanzitutto perché ha conferito il comando della nave a Francesco Schettino. Esiste anche una culpa in eligendo, una colpa nella scelta. Se Schettino era un giocherellone del mare, questa sua caratteristica doveva essere valutata dalla Compagnia prima di assegnargli il comando. Si attribuisce il timone di un bestione come la Concordia senza prima vagliare attentamente e scrupolosamente le caratteristiche dell’aspirante al comando? E poi, scusate, le rotte della nave chi le determina? Che quel gigante del mare dovesse costeggiare l’Isola del Giglio per offrire ai turisti “l’effetto presepio” chi l’ha stabilito? Schettino? O questo imprudente avvicinamento fa parte delle attrattive oggetto del pacchetto offerto dalla Compagnia ai croceristi? Del resto, molte altre  volte  (52 in un anno) la Concordia era passata da quelle parti, col plauso e il ringraziamento scritto del sindaco. Eppure lì vengono multati anche i diportisti  con piccole imbarcazioni.
E poi avete visto quel palazzo galleggiante nel porto di Cagliari? Senza essere ingegneri navali, si comprende che c’è una sproporzione fra ciò che sta sopra e ciò che sta sott’acqua. E si capisce che ciò che conduce a queste mostruosità è la brama di profitto. Metterci dentro quanta più gente si può. Ed è sempre questa che induce a caricare oltre quattromila passeggeri, più di un medio comune sardo, di difficile gestione in caso di emergenza. E poi l’equipaggio chi l’ha scelto? Se i marinai, in prevalenza, non sapevano parlare l’italiano e non erano preparati per le emergenze, a chi ricondurre la scelta? Se erano filippini e non italiani a cosa è dovuto? Sarà che i filippini costano poco? Sarà che esistono due contratti, uno per gli italiani e uno per i filippini? E indovinate quale dei due è migliore e quale deteriore?
Un sacrificio della sicurezza, della necessaria interlocuzione dei passeggeri  con l’equipaggio sull’altare del gelido profitto? 
E se Francesco Schettino, prima di assumere il comando, avesse preteso di navigare a distanza dalle coste e di avere un equipaggio italiano e professionalizzato, pensate che la Costa lo avrebbe ingaggiato? O sarebbe al comando di qualche scassato cargo da trasporto merci?
Ed allora bene le accuse di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono di nave e, se sarà riconosciuto colpevole, giusti i 15 anni di carcere, di cui ha parlato il Procuratore della Repubblica di Grossetto. Ma che la Costa si costituisca parte civile contro il suo comandante e che pretenda de’essere parte lesa è il colmo. Ma ormai il capitale erge, senza pudori e veli, il suo potere (talora sanguinario, ricordate la Tyssen?) e per di più come imbecilli, giornalisti, amministratori e studiosi, invocano la Costa-Crociere di non desistere dalle sue imprese e di tornare presto, partendo da Cagliari, a solcare i mari. Tutti, nel nome degli affari, desiderano che la Costa tenga duro per mostrare da vicino ai turisti le bellissime costiere italiane e, come presepi, gli splendidi borghi che vi sono incastonati, salutando festosamente con la sirena di bordo. Allegria! Si parte! Allegria!

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento