Aldo Lobina
Fa la voce grossa Bersani all’indirizzo di improbabili alleati per le prossime elezioni. Quelli se li è già scelti adesso: sono Casini e Alfano. Voti pure questa manovra , ma in vista delle prossime elezioni vada pure per funghi lui. Sono sicuro che ne troverà qualcuno, più funghi che elettori.
Non c’è chi non veda come la manovra dei professori costringa chi lavora e paga le tasse a lavorare sempre di più e a pagare sempre di più.
Nessuna urgenza può giustificare una modifica unilaterale del contratto sociale, come quella che modifica le pensioni in modo indiscriminato, senza considerare che certi tipi di lavoro diventano troppo pesanti a certe età e che i servizi resi a certe età non sono gli stessi di quelli che i cittadini avrebbero diritto di ricevere.
Penso per esempio agli infermieri dei reparti d’urgenza, che non stanno un minuto fermi, impegnati come sono, di giorno e di notte, nell’assistenza dei malati che affollano le corsie degli ospedali. Eppure basterebbe solo una visita nelle nostre strutture sanitarie, sarebbe sufficiente trascorrere qualche ora di una giornata o nottata qualunque per misurare il grado di impegno, la quantità e qualità del lavoro richiesti. Per accorgersi che non si può fare di tutta l’erba un fascio.
Solo la morte non discrimina. Il legislatore invece è chiamato ad assumere decisioni equilibrate, a stabilire norme la cui applicazione si armonizzi con le esigenze dei cittadini, ai quali non vanno imposti oneri insostenibili, sia che debbano ricevere una prestazione sia che al contrario debbano offrirla. Non è sufficiente soprattutto per l’esempio citato – ne avrei molti altri - il presupposto dell’allungamento della vita media, bisogna considerare lo stato di salute e l’efficienza lavorativa correlata.
La manovra del professore Monti sembra davvero dettata dalla necessità di far tornare certi conti, costi quel che costi, ed ha come riferimento sostanziale il cittadino contribuente, quanto altre manovre avevano purtroppo il cittadino cliente, potenziale elettore.
Monti usa una calcolatrice impostata: il saldo deve tornare, ma a condizione che non si tocchino certe spese, non si disturbino certe frequenze, non si eliminino vergognose liquidazioni, non si metta il tetto ad abnormi vitalizi, ottenendone la normalizzazione immediata. Per fare cassa usa il moltiplicatore per tutti quelli senza privilegi, che sono molti. E ci va pesante.
Dunque le scelte che il governo tecnico va facendo sono orientate: continuano ad impoverire la maggior parte della popolazione. E siamo solo agli inizi.
Viviamo in un paese dove a crescere sono solo le entrate tributarie e la disoccupazione. E dove il porcellum continua ad ingrassare, lui, lasciando aperta la macelleria sociale, che non lo riguarda.
C’è qualcosa che non va evidentemente. La medicina amara del partito del coccodrillo (PD, PDL, UDC) ha solo un temporaneo iniquo effetto tampone. Ma non corregge strutturalmente l’architettura marcia, che necessita di interventi coraggiosi di demolizione e ristrutturazione nello spirito autentico della Costituzione.
Che va saputo interpretare da una nuova e più giovane classe politica. Si faccia avanti questa, studi, prenda lezione di buona politica dove c’è, e la interpreti con competenza tecnica e umanità. Senza umanità infatti non ci può essere buona politica.
Si abbia il coraggio di proporsi con un disegno in chiaro di riforma dello stato di diritto. Si parta dal primo articolo della Costituzione, che mette al centro il lavoro (di chi lo cerca, di chi l’ha trovato , di chi l’ha perso o lo ha lasciato) e si coltivi il valore dell’eguaglianza dei cittadini nella libertà. Nessuno piangerà la scomparsa di questo inconsistente Partito Democratico.
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