Andrea Pubusa
A fronte delle molteplici ed evidenti violazioni della Costituzione da parte di soggetti istituzionali ed economici viene spontaneo chiedersi: è una parentesi oppure una rivelazione di qualcosa di diverso dal passato? Il quesito lo ha posto Gustavo Zagrebelsky in un recente articolo di stampa ed è calzante perché, proprio in questi giorni, sotto i nostri occhi, si consumano due strappi della nostra Carta: sulle libertà sindacali e sulla contrattazione collettiva, sul ruolo e la funzione dei partiti.
Vediamo distintamente i due punti.
La nostra Costituzione individua nei sindacati delle organizzazioni che danno effettività alla Repubblica fondata sul lavoro. L’idea è elementare e giusta: si affida alle organizzazioni democratiche dei lavoratori la difesa dei loro diritti. I contratti collettivi sono lo strumento principale di questa tutela: le rappresentanze dei lavoratori e degli imprenditori formulano consensualmente delle norme che regolano gran parte degli aspetti economici e giuridici del rapporto di lavoro. Queste norme sono vere e proprie regole giuridiche, fonti del diritto, applicabili dai giudici ed anche dalla Cassazione.
Bene, l’altro ieri è stato firmato, all’Unione Industriale di Torino, l’accordo per il nuovo contratto di lavoro degli 86.200 lavoratori del gruppo Fiat. L’intesa e’ stata raggiunta dall’azienda con Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Capi e Quadri Fiat. La Fiom ha deciso di non firmare perché l’accordo, anziché ampliare i diritti dei lavoratori, li comprime. L’intesa raggiunta ieri infatti ricalca il contratto di lavoro del 29 dicembre 2010 applicato a Pomigliano: libertà dell’azienda su turni anche di sabato e tempi di lavoro con l’aumento abnorme dello straordinario, riduzione delle pause (neanche il tempo di “pisciare”) e restrizione drastica del trattamento di malattia. Infine, la famigerata “clausola di responsabilità”, in base alla quale chi non rispetta gli accordi verrà sanzionato in termini di contributi e permessi sindacali. Non ci saranno piu’ le rappresentanze sindacali unitarie - rsu, ma le rsa (rappresentanti sindacali aziendali) che verranno nominate dai dirigenti delle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto, non dai lavoratori della fabbrica. In conseguenza la Fiom, non avendo firmato, restera’ fuori dalla Fiat.
Dunque ad uno dei sindacati storici del nostro Paese, la FIOM, viene impedito l’esercizio della libertà sindacale in fabbrica. Viene, così, violato l’art. 39 della Costituzione in più punti: laddove richiede che i sindacati abbiano “un ordinamento interno a base democratica” e dove individua nel contratto collettivo lo strumento per la disciplina generale dei rapporti contrattuali, in modo da garantire l’eguaglianza fra lavoratori di aziende forti e deboli, di aree sviluppate e non.
Veniamo al secondo problema, i partiti. Usiamo ancora le parole di Gustavo Zagrebelky.”In un momento drammatico come questo, con il malessere sociale che cresce e dilaga, con la società che si divide tra chi può sempre di più, chi può ancora e chi non può più, con il bisogno di protezione dei deboli esposti a quella che avvertono come grande ingiustizia: proprio in questo momento i partiti sono come evaporati“. La nostra Costituzione all’art. 49 prevede ch’essi “concorrano con metodo democratico alla politica nazionale”. Trasformano i bisogni in proposte politiche e su queste consentono, ai vari livelli, la formazione delle rappresentanze istituzionali, di maggioranza e di opposizione.
Ma cosa accade se i partiti non assolvono a questa funzione? Si genera un vuoto pericoloso, nel quale il governo si trova a dover fare i conti direttamente col disfacimento particolaristico, corporativo ed egoistico dei gruppi sociali. Lo Stato diventa forte coi deboli e debole coi forti. E’ quanto avviene da tempo in Italia, dove ormai è venuta meno la necessaria mediazione dei partiti ed il grande capitale finanziario e bancario la fa da padrone, esercitando spesso direttamente le leve del governo.
Ma anche piccole categorie forti (farmacisti, taxisti etc. mettono veti e difendono privilegi). Dunque, oggi la Costituzione materiale italiana vede compresse fortemente le libertà sindacali e a seguito della liquefazione dei partiti, la rappresentanza e la mediazione politica. Speriamo che sia una parentesi, ma per tornare alla normalità costituzionale occorre una forte reazione delle forze progressiste, un deciso combattimento in difesa delle libertà. In mancanza, dietro l’angolo, c’è un futuro buio, anzi buio buio.
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