Octavio Abarca - Santiago del Chile
Caro Andrea,
la mia segnalazione della vicenda rievocata da Costa Gravas nel film Missing intendeva riportare gli svolgimenti attuali di una storia dolorosa che si trascina da tanti anni, sopratutto perché gran parte dei criminali coinvolti nella repressione in Cile rimangono ancora inpuniti (non così in Argentina) con la complicità tacita ed anche aperta del sistema polìtico cileno che ha tenuto un attegiamento volutamente passivo sui temi dei diritti umani in Cile. Non si deve dimenticare che quando Pinochet era stato arrestato a Londra per iniziativa del giudice Garzòn, era stato il governo della Concertaciòn di Frei e in particolare un importante esponente del partito Socialista cileno Jose Miguel Insulza, allora Ministro degli Esteri, a pressare la Gran Bretagna per rilasciarlo. D’altronde il coinvolgimento americano nei colpi militari in America Latina, specialmente in Cile, è stato ampiamente denunciato ed esposto soprattutto dalla commissione Church del Congresso Americano.
La vicenda giudiziale di questi giorni che, dopo quasi quaranta anni, espone ed individua militari americani nella morte di un giornalista (Charles Hormann) e uno studente (Frank Teruggi),entrambi americani si deve al coraggio di una donna (moglie di Hormann) ed anche alla tenacia di un giudice, che come pochi in Cile, lavorano con coraggio e contro corrente sui temi dei diritti umani. Attorno a questa vicenda me preme anche rilevare, perché ci tocca da vicino e si relaziona anche ad un’esperienza personale di quell’epoca della quale pure voi siete stati testimoni,l’atteggiamento assunto dallo Stato Italiano e più in generale da certi paesi Europei. Essi hanno denunciato e consegnato cittadini latinoamericani che vivevano in Europa e che erano oppositori delle dittature militari agli stessi organismi di sicurezza militari Latinoamericani, portandoli alla tortura e a morte sicura.
Nella investigazione del giudice cileno si dice come questi ragazzi americani erano stati sorvegliati e seguiti dalle agenzie di sicurezza americane negli stessi Stati Uniti e poi in Cile, qualificati come sovversivi forse per le loro simpatie con il governo di Allende e per questo solo fatto assassinati. In Europa forse alcuni paesi, tra cui l’Italia seguivano questo stesso schema. Ricordo che in certe dichiarazioni Manuel Contreras, il capo della DINA in Cile, diceva di avere avuto l’appoggio degli organismi di intelligenza di molti paesi Europei e si referì anche alla Francia per il loro ausilio nelle “tecniche d’interrogazione”. Se questo fosse vero ed io ho il sospetto che sia vero, sarebbe gravissimo, perchè questi paesi hanno mantenuto occulta la loro partecipazione e complicità attive con le atrocità commesse dai regimi militari in America Latina. In molti casi probabilmente si trattava di persone con nazionalità dei rispettivi paesi Europei. Bisogna anche dire che ci sono stati altri paesi Europei come la Svezia che se la sono giocata fino in fondo in favore delle vittime delle dittature.
Mi rendo conto che questo può essere oggi un tema scomodo, Ma poiché la storia tende a ripetersi è doveroso e opportuno per i diversi Paesi affrontare il proprio passato.
Come potete vedere, a noi cileni il passato ancora ci perseguita, anche se ad alcuni piacerebbe che certe parti di esso fossero dimenticate. Ma non si può e non si deve dimenticare.
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