Il sarto di Ulm

3 Dicembre 2011
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Red

(Ulm 1592)“Vescovo, so volare”,

il sarto disse al vescovo.

“Guarda come si fa!”

E salì, con arnesi

che parevano ali,

sopra la grande, grande cattedrale.

                                    Il vescovo andò innanzi.

                                    “Non sono che bugie,

                                    non è un uccello, l’uomo:

                                    mai l’uomo volerà”,

                                    disse del sarto il vescovo.

“Il sarto è morto”, disse

al vescovo la gente.

“Era proprio pazzia.

Le ali si son rotte

e lui sta là, schiantato

sui duri, duri selci del sagrato”.

                                    “Che le campane suonino

                                    Erano solo bugie.

                                    Non è un uccello, l’uomo:

                                    mai l’uomo volerà”,

                                    disse alla gente il vescovo.

Bertold Brecht

Chi è il sarto di Ulm? Lucio Magri o il comunismo o entrambi e tutti i comunisti?  Chissà. Fatto sta che  “Il sarto di Ulm” è il titolo scelto da Lucio per il suo libro, che molti giudicano la migliore riflessione sul PCI e sopratutto sugli effetti devstanti del suo improvviso scioglimento.

Il sarto di Ulm. Una possibile storia del Pci
di Lucio Magri, Il Saggiatore

In sintesi
Dal xx congresso del 1991, in cui fu decretata la morte del Partito comunista italiano, sono passati diciotto anni. Fu una morte deliberata, accelerata dalla volontà di un “nuovo inizio”. Quel nuovo inizio non c’è stato. Al suo posto si è verificata la perdita di un patrimonio politico, organizzativo e teorico fra i più complessi e strutturati del panorama mondiale. Il Pci, dalla sua fondazione nel 1921 alla lotta partigiana, dalla svolta di Salerno del 1944 alla destalinizzazione del 1956, dal lungo Sessantotto al compromesso storico e all’occasione – mancata per sempre – dell’alternanza democratica, ha attraversato e segnato quasi un secolo di storia italiana. Un cammino che Lucio Magri ripercorre senza mai perdere di vista gli ineludibili, spesso fatali, nessi con gli eventi della scena politica internazionale. Negli anni sessanta il partito aveva raggiunto la propria maturità, era in piena ascesa ed era impegnato nell’ambizioso progetto della “via italiana al socialismo”. E negli anni ottanta – nonostante inerzie e ritardi – le potenzialità riformatrici, l’influenza e il seguito di questa grande forza progressista erano ancora enormi. Perché allora nel congresso del 1991 prevalse quella decisione? Perché fu imposta una perdita tanto precipitosa quanto assoluta? Con rigore e passione, Il sarto di Ulm condensa un’originale e illuminante interpretazione storiografica del più grande partito comunista d’Occidente e l’esperienza politica e intellettuale di un militante “eretico”.

Descrizione
Dal xx congresso del 1991, in cui fu decretata la morte del Partito comunista italiano, sono passati diciotto anni. Fu una morte deliberata, accelerata dalla volontà di un “nuovo inizio”. Quel nuovo inizio non c’è stato. Al suo posto si è verificata la perdita di un patrimonio politico, organizzativo e teorico fra i più complessi e strutturati del panorama mondiale. Il Pci, dalla sua fondazione nel 1921 alla lotta partigiana, dalla svolta di Salerno del 1944 alla destalinizzazione del 1956, dal lungo Sessantotto al compromesso storico e all’occasione - mancata per sempre - dell’alternanza democratica, ha attraversato e segnato quasi un secolo di storia italiana. Un cammino che Lucio Magri ripercorre senza mai perdere di vista gli ineludibili, spesso fatali, nessi con gli eventi della scena politica internazionale. Negli anni sessanta il partito aveva raggiunto la propria maturità, era in piena ascesa ed era impegnato nell’ambizioso progetto della “via italiana al socialismo”. E negli anni ottanta - nonostante inerzie e ritardi - le potenzialità riformatrici, l’influenza e il seguito di questa grande forza progressista erano ancora enormi. Perché allora nel congresso del 1991 prevalse quella decisione? Perché fu imposta una perdita tanto precipitosa quanto assoluta?

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