Gianni Fresu
Sul governo Monti molte sono le opinioni, a destra e a sinistra. Ecco quella di Gianni Fresu, storico dell’Ateneo cagliaritano e dirigente di Rifondazione comunista,
Chi dovrà guidare l’Italia e la Grecia viene deciso dai banchieri, questo è il dato politico, i governi tecnici di Roma e Atene non nascono neanche a Bruxelles ma a Francoforte e nessuno, tra i grandi tromboni della “sovranità democratica”, ha nulla da eccepire. Come mi è già capitato di dire, l’ipocrisia della retorica democratica occidentale non sente neanche più il bisogno della dissimulazione. Le bombe e le armi destinate alle “rivoluzioni democratiche” del Nord Africa sono state giustificate in nome del “sacro diritto al voto”, ma lo stesso principio non poteva valere per la Grecia. Secondo UE, BCE, FMI, la pretesa di dare la voce al popolo greco, per decidere se mettersi o meno un cappio al collo, è pura follia. Gramsci diceva che nelle fasi di crisi organica del capitalismo all’egemonia si sostituisce la forza. Ciò porta per riflesso al rafforzamento di tutti quegli organismi relativamente indipendenti dalle oscillazioni dell’opinione pubblica come la burocrazia militare e civile, l’alta finanza, la chiesa. Le crisi organiche sono dominate dalle «rivoluzioni passive», vale a dire, fasi di modernizzazione autoritaria nelle quali le “riforme” vengono realizzate attraverso la passività coatta delle grandi masse popolari, con il preciso obiettivo di consolidare l’ordine sociale ed uscire dalla situazione di crisi. Il fascismo è uno degli esempi più emblematici di ciò, ma non il solo. Società politica e società civile non sono separate e contrapposte, la seconda è una funzione della prima, la sorregge e alimenta. La stessa idea di «opinione pubblica» riguarda l’egemonia politica, come punto di contatto della dialettica tra società politica e società civile, tra forza e consenso. «L’opinione pubblica è il contenuto politico della volontà pubblica». C’è una funzione del dominio politico che consiste proprio nel formare un’opinione pubblica preventivamente a determinate scelte impopolari dello Stato, essa consiste anzitutto nell’organizzare e centralizzare certi elementi della società civile. La lotta per il monopolio degli organi dell’opinione pubblica, attraverso il controllo di giornali, partiti e Parlamento, è proprio finalizzata a evitare che si determini una divergenza e dunque una scissione tra i due livelli. Guardiamo i Tg e leggiamo i giornali di queste settiman per comprendere quanto, pur nel mutare delle forme, la sostanza delle ristrutturazioni capitalistiche è sempre la stessa. A fiuto, dobbiamo prepararci al peggio.
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