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“Quando si calano le braghe bisogna stare molto attenti a coprirsi le spalle perché svolazzano i temuti uccelli paduli…”. Così il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli esprime il suo “totale disappunto” per la mancata approvazione delle misure anticrisi per decreto. Fatto sta che lo svolazzamento dei temuti uccelloni avviene alle spalle degli italiani, i quali, ahinoi!, sono indifese.
Dismissioni degli immobili, con attenzione anche al patrimonio della difesa; ossia svendite di veni comuni di inesrimabile valore. Misure per favorire con la leva fiscale gli investimenti in infrastrutture pubbliche; norme sul trasporto locale e quelle relative al pubblico impiego. Ossia misure contro i servizi pubblici e una stretta sul pubblico impiego,ormai indicato come la causa di tutti i mali.
Potrebbero essere queste le misure del maxiemendamento del governo. Secondo quanto si è appreso, al momento, il testo - e in particolare la suddivisione delle norme tra emendamento, successivo decreto e possibile disegno di legge - non è ancora stato definito nei dettagli.
Alcuni tavoli tecnici lavoreranno anche domani per limare le misure che saranno inserite come emendamento alla Legge di Stabilità. Secondo quanto si apprende, al termine della riunione sarebbe stato consegnato un testo con le misure che però potrebbe non corrispondere a quello del maxi emendamento.
Il termine per gli emendamenti, comunque, è stato fissato a venerdì dalla commissione Bilancio del Senato. Uno dei nodi è che la legge di Stabilità, così come previsto dalla riforma delle leggi di bilancio, non può essere emendata con qualsiasi tipo di contenuto.
E Berlusconi, di cui molti chiedono le dimissioni? “Vado avanti, mi presento davanti al Parlamento e agli italiani traducendo in atti concreti la lettera che ha avuto l’approvazione dell’Ue. E voglio vedere chi avrà il coraggio di venirmi contro, chi sarà così irresponsabile da non appoggiare il governo rispetto a leggi così importanti per il Paese e sulle quali abbiamo preso impegni precisi con l’Europa”. Come si vede, parole da padrone, da moderno dittatore, non da presidente del consiglio di un Paese democratico.
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