Ultim’ora: il Tar mantiene il blocco dei radar

5 Ottobre 2011
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Red

Davanti al Tar Sardegna si è tenuta la Camera di Consiglio per discutere i ricorsi proposti dall’Associazione Italia Nostra e dal Comune di Tresnuraghes sulla installazione dei radar a S. Antioco, a Fluminimaggiore e a Tresnuraghes. Quest’ultimo ricorso è stato “preso” a decisione immediatamente perché l’Avvocatura dello Stato, a nome del Ministero delle Infrastrutture, ha eccepito la tardività del ricorso: secondo la difesa dello Stato il ricorso sarebbe stato presentato a termine scaduto, ossia dopo 60 giorni dalla comunicazione al Sindaco dell’autorizzazione all’installazione. Su questa questione pregiudiziale il Tar ha manifestato la volontà di pronunciarsi subito. Nell’arco di un mesetto si conoscerà, pertanto, la sorte di questo ricorso.
Per i ricorsi di Italia nostra non ci sono questioni procedurali. Nella Camera di Consiglio si è dunque stabilito che, ferma la sospensione dei lavori, l’udienza di discussione della causa si svolgerà al più presto (gennaio-febbraio) onde pervenire alla decisione sulla richiesta di annullamento dell’autorizzazione alla installazione dei radar avanzata dall’Associazione ambientalista.
L’avvocatura dello Stato nelle sue difese scritte ha controbattuto punto per punto alle censure mosse dagli avvocati di Italia nostra, manifestando però molte contraddizioni: la più clamorosa quella in cui afferma il carattere civile dei radar, pur non potendo negare ch’essi abbiano una funzione e scopi militari. Insomma, non ha potuto pienamente nascondere il trucchetto del governo che vuol far passare per installazioni civili opere che importano la creazione di una servitù militare, come tale da sottoporre al Comitato paritetico Stato-Regione sulle servitù militari. Ed è chiaro che questo  organo, alla luce di quanto accaduto a Quirra, certamente non darà il consenso alla creazione di nuove servitù militari in Sardegna.
Che l’Avvocatura dello Stato sostenesse queste posizioni era prevedibile e ovvio. Sorprendente è invece la posizione della Regione: si pronuncia con un voto unanime in Consiglio regionale contro le basi militari, ma gli organi della Regione (il SAVI e l’ARPAS), preposti alla tutela dell’ambiente, danno parere favorevole ad opere devastanti in zone di grande pregio paesaggistico e naturalistico. Si tratta di siti di interesse comunitario. L’avvocatura regionale, con delega del Presidente della Giunta, difende poi a spada tratta la rete di radar militari intorno all’Isola. Che ne pensano i politici regionali?
Intanto però le ruspe rimangono ferme per ordine del giudice e c’è speranza che il Tar le immobilizzi definitivamente con la sua sentenza. Per questo fuori dalla sede del Tar in Piazza del Carmine hanno manifestato un centinaio di aderenti ai Comitati No Radar, che hanno accolto con soddisfazione le notizie che gli avvocati hanno fornito dopo la discussione in aula.

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