Red
Emergency sulla situazione a Lampedusa dice parole di verità. Siamo tutti scossi dalla politica del governo, che è “criminale” in quanto viola diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e da tutte le Carte internazionali dei diritti. Per questo facciamo nostra e rilanciamo la denuncia dell’Associazione umanitaria di Gino Strada.
Quello che sta succedendo a Lampedusa è figlio di una politica criminale che da molti anni i governi di questo paese stanno attuando nei confronti dei migranti. Migranti che, oltre a essere privati dei più elementari diritti umani, vengono deliberatamente usati per esasperare gli animi, costruire “diversi” e “nemici”, alimentare guerre tra poveri.
La tensione e la violenza delle ultime ore, a Lampedusa come a Pozzallo, sono l’inevitabile conseguenza della politica di un governo che tratta gli stranieri come criminali, come problema di ordine pubblico, come bestie. Il sovraffollamento delle strutture, la carenza di assistenza di base, la privazione dei diritti fondamentali, oltre a essere una vergogna per un Paese che si vuole definire civile, comportano inevitabilmente l’inasprirsi del disagio e della violenza.
Grave è anche la mancanza di un progetto di accoglienza: migliaia di persone vengono lasciate marcire in condizioni disumane, senza prospettive, senza speranze, senza sapere cosa succederà di loro. A fare le spese di questa situazione, insieme ai migranti, sono ovviamente i cittadini italiani, lasciati pressoché soli a gestire tutti i problemi che una politica miope e disumana ha creato.
Disumana, nella maggior parte dei casi, è anche la situazione dei migranti che visitiamo ogni giorno nel sud Italia, presso le cliniche mobili di EMERGENCY: lavoratori trattati come schiavi, senza accesso all’acqua potabile, senza una casa, senza assistenza medica, senza diritti.
Confidiamo che i cittadini italiani abbiano la ragionevolezza e l’umanità che finora è mancata al governo, quell’umanità che permette di capire che gli “stranieri”, i “clandestini”, i “migranti stagionali” sono, prima che qualsiasi altra cosa, semplicemente “persone”, esseri umani. E come tali devono essere trattati. Ci rifiutiamo di cadere, anche a Lampedusa, nella logica della guerra: ci rifiutiamo di partecipare alla lotta di “quelli che stanno male” contro ” quelli che stanno peggio”. Siamo dalla parte dei diritti: dei diritti degli italiani e degli stranieri, contro chi ostinatamente li nega.
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