Aldo Lobina
Sono tornato un po’ frastornato da un corso di formazione di un’azienda che si propone di migliorare la qualità delle sue prestazioni in ottemperanza a leggi statali e regionali, che ne prevedono “l’accreditamento”: una sorta di garanzia che le attività, il prodotto, per usare un termine caro all’industria, risponde a requisiti minimi di tipo strutturale, organizzativo , tecnico e professionale. Finalmente anche in Sardegna nelle strutture sanitarie pubbliche si comincia a ragionare secondo parametri certi. La credibilità di chi dichiara la conformità alle diverse norme deve essere certificata. Giustamente il legislatore ha previsto questi sistemi di controllo, capaci di condizionare i risultati sperati, che sono evidentemente collegati alle risorse da mettere in campo per conseguirli.
Linee guida, protocolli, procedure erano le parole -chiave usate per costruire un percorso “credibile”, forse accreditabile. Da costruire insieme, noi medici e infermieri con gli altri “attori”.
Mentre mi compiacevo della serietà con la quale i relatori illustravano la questione, venivo assalito dal dubbio: da una parte c’è il legislatore, che pretende giustamente di regolare l’attività sanitaria, cercando di rendere omogenee le prestazioni, obbligando chi di dovere a mettere nero su bianco su “chi deve fare cosa”, come, quando, dove etc., dall’altra c’è una classe politica legiferante in deficit di credibilità internazionale, nazionale e personale che si adopera per processi lunghi, prescrizioni brevi, immunità e privilegi vari. La gestione fallimentare della politica economica, ma anche le numerose accuse di corruzione e associazione a delinquere, le storie squallide di prostituzione minorile e non, le falliche manie ossessive, che certe intercettazioni descrivono, sono una realtà. O se le sono inventate i comunisti? (il primo dubbio).
Come si può pretendere serietà, impegno, disciplina dagli altri se non si è esempio di pubbliche virtù, nel momento in cui siamo investiti dell’alto compito di governarli? (secondo dubbio).
Deve meritare davvero tutto il nostro impegno civico questa classe politica in questo momento? Merita di essere assecondata, anche se non è affidabile? (terzo dubbio).
Quale uso farà del lavoro serio di chi si sente investito di nuove responsabilità in ogni campo del sociale? (quarto dubbio)
Ho deciso… parteciperò anche alla seconda riunione sull’accreditamento delle strutture sanitarie..ma mi piacerebbe che una nuova legge elettorale impegnasse i candidati ad accreditarsi anche loro. Come o-no-re-vo-li.
2 commenti
1 Luciano
23 Settembre 2011 - 08:54
Egregio Dott. Lobina,
ieri un quotidiano inglese ha scritto che l’Italia è più vicina al Medioevo che non all’Europa (e questo è solo uno dei tanti commenti ironico-satirici che in questi giorni riempiono i giornali di tutto il mondo, o meglio di quel mondo che “conta”). Per uno come me più nazionalista che europeista il commento della stampa inglese brucia assai e non tanto perchè il mio Paese (vorrei chiamarlo ancora Patria) è messo alla berlina e sbeffeggiato dalla stampa di mezzo mondo, ma perchè ciò che gli “altri” pensano e scrivono di noi, o meglio della nostra classe politica, è purtroppo vero. La cosa che mi addolora di più è il fatto che anch’io ho contribuito a costruire questo edificio politico che è diventato un mostro architettonico, un non senso stilistico che fa sorridere ironicamente mezzo mondo. Vorrei chiedere perdono ai miei figli perchè la mia generazione ha creato per loro una nazione invivibile dal punto di vista civile, morale e politico dopo che i nostri padri hanno lottato e sofferto e sacrificato la loro vita per darci gli strumenti per realizzare una società civile migliore dopo una guerra che ci vide prostrati nel corpo e nell’anima. Tanto tempo fa qualcuno disse: “….se indietreggio uccidetemi” ovvero se tradisco le aspettative del mio popolo, se non rispetto le regole del mandato ricevuto merito di essere annientato, escluso, esiliato. Senza aver l’intenzione di parafrasare ciò che in questi giorni ha detto un “onorevole” che non ha assolutamente la mia stima, dico che sarebbe ora di invertire le parti: iniziamo a dare noi regole a chi ci governa e non viceversa, iniziamo a fare un serio esame di coscienza per capire se ognuno di noi è diverso o simile alla classe politica attuale. Solo dopo aver capito chi siamo e come siamo fatti, possiamo riprendere con orgoglio il nostro cammino iniziato quasi tremila anni fa.
…Con profonda stima
Luciano Aresu
2 Sandra Colombu
23 Settembre 2011 - 17:01
Giusto che si voglia regolare l’attività sanitaria, cercando di rendere omogenee le prestazioni, obbligando chi di dovere a mettere nero su bianco su “chi deve fare cosa”, come, quando, dove etc., ma questa volonta’ deve venire da persone serie, che tengano al bene pubblico piu’ che al proprio o, quantomeno, come a quest’ultimo. Ospedali, medici, infermieri, lasciati a se stessi o a rispettare decisioni prese da incompetenti. Primari nominati da politici che sene fregano dei danni che possono provocare, nonostante ricevano segnalazioni su questi temi (non parlo di quello del reparto in cui operi, raro esempio di serieta’).
Ma allora perche’ questi politici , ben predicanti e mal razzolanti, fanno finta di preoccuparsi di regolare la sanita’??
tanto loro non pagano mai!!!!
con affetto Sandra
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