Gianna Lai
E’ stata una giornata di grande partecipazione popolare questa del 6 settembre organizzata dalla CGIL nazionale. Contro la manovra economica del governo e per la difesa dei diritti del lavoro, sciopero generale appena dopo il rientro dalle vacanze, perchè la destra non concede tregua al movimento sindacale, che si vede costretto a preparare in poco tempo, in centinaia di assemblee locali, la giornata di mobilitazione. E le difficoltà si aggravano per l’ attacco di CISL e UIL che, in atteggiamento filogovernativo, si sono dichiarate così contrarie allo sciopero, e che ora invece sono costrette a registrare l’altissima adesione di tutte le categorie alla protesta. Anche in Sardegna, dove più di 20 mila manifestanti sono scesi nelle 8 piazze dell’isola scelte dalla CGIL nei territori più colpiti dalla crisi e dalla povertà, per denunciare la loro opposizione a questo governo.
FIOM, FILLEA, FILCAMS di Cagliari, le bandiere rosse del Sindacato hanno rappresentato la città e il suo hinterland in un lunghissimo corteo che si è snodato da Piazza Garibaldi fino a piazza del Carmine, raccogliendo adesioni e partecipanti durante tutto il tragitto. Sotto lo striscione -Sciopero generale nazionale. Cambiare si può, si deve-, gli Elettrici, i Chimici, la Scuola, la Funzione pubblica, i dipendenti dei Call center, i pensionati, e i licenziati della Unilever “la vertenza della vergogna”. E le bandiere della pace, e un ritratto di Oscialan del Gruppo del Kurdistan, e i bambini con magliette e capelli CGIL, e il manifestante che col suo cartello risponde direttamente a Berlusconi, “l’Italia è un paese governato da un uomo di merda”.
Certo, se chiediamo in giro, la gente è quanto mai preoccupata, a partire dall’Assessore comunale all’urbanistica, Paolo Frau, secondo cui la manovra provoca gravi disagi e difficoltà ai Comuni, anche a quelli più grandi come Cagliari, perchè i tagli si ripercuotono sulla qualità del welfare, dell’intervento sociale. Tanto è vero che la Giunta vuole promuovere nei quartieri più difficili, come Castello e S.Avendrace, laboratori di ascolto che definiscano le priorità degli interventi in città. E Sara, della FILCAMS commercio, dipendente a 4 ore al giorno, dice che per i lavoratori di questo settore vengono ormai meno Contratto nazionale e i diritti, a causa di un orario tutto spezzettato e distribuito nei festivi, che ha cancellato anche il giorno libero. E Beatrice della Funzione pubblica, che denuncia in questo settore l’esistenza di un precariato ormai oltre il10%, ancor più esposto ai colpi della crisi
Il quadro si chiarisce ancora con gli interventi dal palco dell’insegnante precaria, che denuncia il licenziamento di oltre 4500 lavoratori della scuola in questi anni in Sardegna, e di Roberta ingegnere in cassa integrazione dal 2009 nella Miniera di Silius, che chiede lavoro, non assistenza. In quelli conclusivi, infine, del segretario regionale Enzo Costa, e di Nicola Nicolodi, della Segreteria nazionale: un grande giorno questo per la democrazia, ma i problemi dell’Italia sono gravissimi e i lavoratori sardi vogliono esprimere un forte messaggio di opposizione alla politica del governo nazionale e regionale, perchè nell’isola la disoccupazione giovanile raggiunge ormai la punta del 40%. A fronte di un’evasione fiscale che tocca i 120 miliardi, di un mercato finanziario che drena le risorse destinate alle attività produttive e ricatta gli Stati, i lavoratori vogliono combattere una manovra che nell’articolo 8 cancella Statuto dei lavoratori e Contrattazione nazionale, che nell’articolo 9 pretende di concentrare in un unico reparto i portatori di handicap per creare nuovi ghetti. E vogliono contrastare un provvedimento così fortemente connotato ideologicamente contro il mondo del lavoro, in particolare quando vorrebbe coinvolgere il sindacato nei licenziamenti imposti dall’azienda, secondo i migliori sistemi corporativi di origine fascista, che la CGIL ha sempre combattuto, rivendicando autonomia e libertà.
Indignados in spagnolo, arroscius in sardo, la politica deve riprender il suo ruolo e cacciare questo governo, imporre regole alla finanza e costruire una manovra equa che sani il debito pubblico e il debito sociale: su questa speranza si può costruire il futuro.
E sul canto di Bella ciao, che pone fine alla manifestazione.
2 commenti
1 Giacomo Meloni /CSS
7 Settembre 2011 - 22:25
Anche tu,cara Gianna,nella grande manifestazione,promossa dalla CGIL,non ti sei accorta che insieme alle compagne e compagni della CGIL c’erano anche lavoratrici e lavoratori della Confederazione Sindacale Sarda-CSS-con le bandiere al vento,vivacissimi nel corteo dove si sono uniti molti sardisti liberi e rossomori.
C’è stato in Piazza Lussu-un giardinetto dimenticato dai cagliaritani e dal Comune di Cagliari-la resa degli onori al grande patriota sardo ed io ho gridato che Lussu non sarebbe mai andato a destra e tutti hanno applaudito,
Davanti alla sede del Consiglio Regionale abbiamo cantato a gran voce” Procurare ‘e moderare,barone sa tirannia…” e poi,grande svista dei giornalisti io,come d’accordo con i Dirigenti della CGIL ,sono intervenuto come Segretario Nazionale della CSS per 5 minuti,sviluppando un ragionamento sulla lotta al Governo Berlusconi e a questa Manovra in lingua sarda.
Devo prendere atto che questo fatto non fa notizia,nonostante i 4 mila manifestanti abbiano applaudito a lungo anche quando ho concluso l’intervento gridando “Sardigna Libera e sovrana ! ”
E’ piaciuto maggiormente e tutti i giornali l’hanno riportato nelle cronache che il Segretario Nazionale della CGIL pronunciasse in limba la parola coniata per gli indignado sardi “arrosciusu “.
Mi dispiace che neppure il quotidiano Sardegna 24 abbia colto la presenza della CSS che ha aderito allo sciopero e alla Manifestazione,distinguendosi dalla CISL e dalla UIL e da tutti i sindacati autonomi presenti in Sardegna.
Gli autisti del CTM aderenti alla CSS avevano proclamato lo sciopero insieme alla USB ed i pulman a Cagliari non hanno viaggiato per tutto il giorno perchè i lavoratori in maggioranza hanno scioperato.
Mi dispiace che in questo Paese non si rispetti neppure il diritto di cronaca e cosa grave il pluralismo delle idee e posizioni pare non sia di casa neppure nei giornali così detti di sinistra.
Grazie.
Giacomo Meloni Segretario Nazionale della CSS
2 admin
9 Settembre 2011 - 06:11
Da Gianna Lai a Giacomo Meloni
Caro Giacomo
hai perfettamente ragione, mi scuso con te e con i lettori. Il CSS e i suoi iscritti sono fortemente discriminati in questo duro attacco alla democrazia e aver sentito la sua voce durante questa importante giornata di mobilitazione dà ancora speranza a tutti.Una nota significativa il tuo intervento in sardo, di sollecitazione alla ripresa e alla solidarietà fra i movimenti, in un’isola martoriata dalla disoccupazione e dalla crisi, andava senz’altro sottolineata in una nota, anche breve come la mia, sulla manifestazione e sullo sciopero.
Fraternamente, con amicizia
Gianna.
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