Scusate, voglio dimenticare!

29 Agosto 2011
1 Commento


Andrea Pubusa

D’estate da anni cerco di compiere un’operazione impossibile. estraniarmi da tutto con un desiderio di oblio di tutto ciò che mi sta intorno e mi spaventa. Ma scusate come si fa a voler prendere sul serio le questioni di questo tardo agoosto? Prendete la Sardegna. Giuliano Amato, uno dei peggiori personaggi pubblici di questi ultimi trent’anni, dottor sottile di se stesso, dice una battuta dal significato ovvio ad un convegno. E via tutti, da destra, centro e sinistra a dargli adosso. In difesa di cosa? Nientemeno che della digniotà dei sardi. Suvvia! Che diamine! Il topolino non voleva far altro che dare una bordata al Cavaliere, che ha fatto della sua villa sarda il suo bordello e insieme una sede staccata del governo, il che in fondo è la stessa cosa. E tutti a stigmatixxare e a strillare più forte degli altri il proprio sdegno. Ha ragione Vito Biolchini su Sardegna quotidiano: perchè non incentrare l’attenzione sulla dilagante occupazione giovanile nell’Isola? Ma questo sarebbe far polirica. Meglio scansare l’argomento.
Mi rompo. All’indomani vedo un titolone su Sardegna 24. Tuvixeddu non è patrimonio dell’umanità per responsabilità di un funzionario regionale che ha nascosto la pratica. Suvvia! Che diamine! E’ vero che oggi i dirigenti contano, ma sempre sul piano dell’attuazione delle scelte politiche degli organi di governo. Ed allora? Se la Regione sarda o il Comune o tutt’e due, volevano o vogliono che Tuvixeddu sia patrimonio dell’umanità devono assumere le iniziative politiche e amministrative perché lo diventi. Se non lo è ancora, allora è evidente che le giunte, di centrodestra e di centrosinistra, non hanno fatto graché in questa direzione, Va bene dunque attaccare il funzionario. Sia individuato e sanzionato. Ma gli organi di governo competenti che facevano. Si capisce che la cosa non era in capo ai loro pensieri.
Infine, il crocifisso di Zedda. L’unica cosa vera è che questo sindaco, non compiendo azioni innovative sostanziali, cerca attenzione attraverso i simboli. Ma anche qui giù tutti a dire. Ma amici miei, il Comune non è la cattedrale. Qui il crocifisso deve esserci da qualche parte. In comune può esserci o no, dipende dai gusti o dai punti di vista. Per me il crocifisso come la natività sono i simboli inequivocabili di una condanna senz’appello all’ipocrisia della chiesa e delle chiese. Sono un grido assordante contro le ingiustizie del mondo. Che c’entra uno che è natto in una grotta, in clandestinità, coi genitori braccati dalle polizie del mondo d’allora con papi, paramenti dorati, ori e simili? Più che rimuovere il Cristo, Zedda dovrebbe metterne all’ingresso di via Roma uno gigantesco per dire forte che vuol fare del municipio la casa comune dei tanti poveri cristi cagliaritani. Forse scandalizzerebbe di più. Ma del vero Cristo e dei tanti poveri cristi nessuno parla, non ne frega niente a nessuuno.
Ed allora, scusate, spengo la radio, non accendo la TV, non vado in edicola. Cerco l’oblio fino all’ultimo. Almeno per qualche giorno è ancoea possibile.

1 commento

  • 1 n.Imbimbo
    29 Agosto 2011 - 11:51

    Concordo molto su Giuliano Amato e sull’onore dei sardi difeso , pensa un po’, da una tal Lombardo presidente ( chi sa per quali meriti), pensa un po’ della massima espressione della volontà (!) politica dei sardi votanti….Curioso che al coro dei politici si sia associato uno scrittore di Uta ( paese che ho nel cuore perché lì per la prima volta mi sono seduto su una cattedra, sia pure bagnata dalla pioggia che cadeva dal soffitto bucato nel lontano 1968,) Soriga che tra vedere e non vedere pare sia andato a vivere fuori dalla Sardegna.La cosa più offensiva per la Srdegna e i sardi è VILLA CERTOSA in sé e per ciò che quel luogo rappresenta agli occhi non solo di Amato ma del mondo.

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