I pastori sardi sono rozzi e brutti, meglio bastonarli!

28 Luglio 2011
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Amsicora

Al rientro dal mare lunedì mattina vengo bloccato in via Roma dai poliziotti, che mi invitano a girare a largo. Mi chiedo: ma perché quando manifestano i pastori c’è sempre un imponente cordone di polizia e alla prima occasione partono le cariche? Le ragioni son tante. I pastori non hanno buone maniere. Scendono in città con la disinvoltura con cui battono i sentieri di montagna e non hanno riguardi per il traffico cittadino. E poi evocano sempre le jacqueries contadine, le rivolte con forconi e zappe con assalto agli uffici delel imposte o ai castelli dei padroni, che tanto spaventano i potenti di turno. C’è insomma, un antico pregiudizio contro di loro, se ogni volta che scendono in piazza succede un fattaccio. A Civitavecchia addirittura, mesi fà, sono stati privati di molteplici libertà costituzionali, prima fra tutte quella di circolazione, visto che non sono potuti neanche scendere dalla nave. E dire che, per espressa disposizione costituzionale, questa libertà fondametale non può mai essere limitata per ragioni politiche.
Ed allora? Allora avant’ieri, tutto sommato, è andata bene. Solo due feriti sotto il palazzo del Consiglio regionale: un agente ha riportato una leggera lesione a un occhio durante il lancio di un lacrimogeno (ergo, autolesione!), mentre fra i manifestanti ha riportato una ferita lacero contusa l’allevatore Priamo Cottu, fra i protagonisti dell’occupazione del palazzo nella manifestazione finita peggio l’anno scorso. Qui però non è autolesione, c’è qualche manganellata di troppo.
I manifestanti hanno cercato di raggiungere l’ingresso di via Cavour, presidiato dalle forze dell’ordine chissà perché ( ah!, la paura della jacquerie!) in assetto antisommossa, che li hanno fermati con una carica. Alcuni pastori hanno lanciato bastoni e bandiere verso le finestre del palazzo, urlando: “Buffoni, buffoni”. E come dar loro trorto! A scatenare l’ira dei manifestanti e’ stato il mancato accordo sulla composizione della delegazione che avrebbe dovuto incontrare la presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo. In realtà, si temeva che una delegazione troppo ampia potesse dar luogo ad un’occupazione del Consiglio. I pastori - si sa - sono imprevedibili!
Ma prché sono venuti a Cagliari i nostri pastori. Per la loro innata propensione a far casino? Beh, no, i pastori hanno manifestato per le condizioni dell’agro-zootecnia sarda, per la situazione debitoria e per il prezzo del latte, troppo basso a fronte dei costi di produzione (60 cent). Tra loro anche una delegazione di pastori siciliani del Movimento dei forconi, Movimento liberi commercianti e artigiani, autotrasportatori e semplici cittadini. Insomma, è un disagio reale, che incide su tutta l’economia sarda e sul futuro dell’Isola. Insomma, sollevano questioni d’interesse generale.
Dopo le cariche, finalmente l’incontro tra i capigruppo del Consiglio regionale della Sardegna e una delegazione di pastori. Sembra che il dialogo sia stato produttivo. Ma, data la grave situazione del settore e di tutti gli altri settori produttivi in Sardegna, è prevedibile che queste manifestazioni si ripetano e con maggiore frequenza e rabbia. Sarebbe bene prendere atto che l’attuale governo regionale è inadeguato a far fronte ad una situazione così drammatica e che occorrono soluzioni politiche straordinarie per individuare il bandolo della intricata matassa. In tutto questo non servono politiziotti in assetto antisommossa. E’ necessario al contrario un dialogo continuo ed una mobilitazione convergente. Altro che paura dei pastori! Oggi le loro difficoltà sono le difficoltà di tanti. In fondo, noi tutti siamo pastori o dobbiamo sentirci tali. O se ne esce tutti insieme o insieme affondiamo. Non c’è scampo.

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