Santadi, tomba di giganti e Pani Loriga

28 Agosto 2011
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Red

Volete fare un’escursione culturalmente  interessante? Visitate la tomba dei giganti di Barrancu Mannu a Santadi. Vedrete un monumento che vi sorprenderà. L’ambiente e il panorama poi sono d’incanto. A fianco alla tomba c’è una grotta scavata dal vento fra i grandi massi di granito rosa, rifugio di pastori da millenni.
Non lontano c’è poi Pani Loriga, una fortezza punica sovrapposta ad un area nuragica. Si vedono ancora le mura e le porte. Emozionante.
E a fine escursione? Una colazione al sacco o, meglio, un salto al ristorante Letizia di Nuxis per chiudere in bellezza.

Come arrivare

Da Santadi si esce in direzione della frazione di Terresoli, la si supera e dopo circa 4 km si giunge alla frazione di Barrancu Mannu, da dove una strada di penetrazione agraria conduce in prossimità della tomba.

Il contesto ambientale

Il monumento è situato nel Sulcis interno, presso il corso del Riu Baccu Mannu. La zona è orograficamente accidentata, caratterizzata da imponenti spuntoni granitici, foggiati dal tempo in modi bizzarri e fasciati da essenze arbustive ed arboree primordiali: una cornice ambientale fra le più suggestive ed affascinanti dell’isola.

Descrizione

La tomba di Barrancu Mannu, o di “Sa Tuerredda”, presenta il classico schema planimetrico delle tombe di giganti: corpo tombale absidato, corridoio coperto ed esedra arcuata.
Il corpo tombale, allungato, asimmetrico e leggermente rastremato verso la parte terminale, misura m 17,90 x m 10,38-6,15 di larghezza.
Il paramento murario esterno è costituito da blocchi di granito giallo-rosa di grandi dimensioni, sbozzati e sormontati da filari irregolari di pietre variamente poliedriche e di grossa pezzatura.
Del giro absidale, concluso in origine da file ordinate di conci a coda, residuano due o tre filari. La fiancata destra, interessata da un vistoso crollo in prossimità del punto di raccordo con l’esedra e nel tratto terminale contiguo alla parete dell’abside, si presenta notevolmente danneggiata.
L’esedra, che si conserva per un’altezza massima di m 4,67, è costituita - alla base - da grandi blocchi posti a coltello cui si sovrappongono file di pietre di grandi dimensioni, sbozzate nella faccia a vista.
L’altezza del prospetto digrada verso le ali dell’esedra e passa - nei punti di chiusura - a m 2,10 con quattro file a nord-est e a m 2,60 con cinque filari a sud-est.
L’ingresso al monumento (m 0,54 x 0,55 di altezza), che si apre al centro dell’esedra, è sormontato da un robusto architrave (m 1,50 x 1,20 x 0,83 di spessore) sul quale poggiano 6 file residue di grosse pietre. La lastra che poggia sull’architrave mostra, nella zona mediana, una coppella di forma ellittica (diametri m 0,26 x 0,20; profondità m 0,13).
Subito dopo l’ingresso è presente un piccolo vestibolo strombato verso l’interno (m 1,85 x 0,54/0,95 di larghezza), delimitato da due pietre a sinistra e da tre a destra sormontate dall’architrave d’ingresso e da una secondo architrave interno alla camera. Quest’ultimo, più alto di quello esterno di m 0,36, è costituito da una lastra visibile per m 2,20 e spessa m 0,50, inserita tra i filari laterali del paramento murario della camera.
Il corridoio tombale, di pianta leggermente trapezoidale, misura m 10,30 x 1,85-1,70 di larghezza. È costruito con blocchi di grandi dimensioni poco o nulla lavorati, connessi tra loro tramite lastrine di pietre brute; sono disposti a filari irregolari, aggettanti verso l’interno del vano, formando una sezione ogivale nel tratto anteriore e trapezoidale nel tratto medio e posteriore.
La copertura del vano, integra, è costituta da grandi e spesse lastre disposte di piatto (altezza massima m 1,85-1,95). Due profonde buche aperte nella parte terminale del corridoio da scavatori clandestini, hanno posto in evidenza una lastra piatta da riferire, con ogni probabilità, al piano pavimentale.
La tomba è databile al Bronzo medio, Bronzo recente.

Bibliografia
C. Bittichesu, “La tomba di giganti di Barrancu Mannu (Santadi, Cagliari)”, in Sardinia, Papers from the EAA Third Annual Meewting at Ravenna 1997, 3, a cura di A. Moravetti, Oxford, BAR International Series 719, 1998, pp. 137-144.

SANTADI - INSEDIAMENTO FENICIO PUNICO PANI LORIGA

Accesso - Da Santadi si prende la strada per Villaperuccio e dopo 3 km. si svolta per Giba. Dopo circa 2 km., si vede a sinistra della strada una bassa collinetta di circa 100 m. d’altezza, coperta da cespugli e boschetti, ad 1 km. circa dalla strada, qui si svolta a sinistra in una strada non asfaltata, che si percorre fino a trovare un bivio dove si gira a destra. Si prosegue su questa strada fino a raggiungere un ovile a sinistra del quale si trova un cancello rosso, che da accesso all’area archeologica. La fortezza si trova sulla cima della collina. 

Due delle Tombe della necropoli 


Descrizione- Nel sito di Pani Loriga, il cui nome antico è ancora oggi sconosciuto, sorgeva un’abitato, fondato dai Fenici nel VII sec.a.C. ed occupato sino alla tarda età punica, mentre ancora incerto resta il momento preciso del suo abbandono e il motivo. Sorge su una collinetta che domina il territorio circostante, sulla cui sommità si trova l’acropoli fortificata, dove ancora oggi è possibile vedere i resti delle strutture murarie appartenenti alle abitazioni. Poco lontano si trova una vasta necropoli, della quale sono note numerose tombe sia di età fenicia, del tipo a fossa ad incinerazione, sia di età punica, a camera scavate nella roccia.
L’area fu comunque frequentata sin da età preistorica, come mostra la presenza di alcune domus de janas e diresti forse attribuibili al periodo nuragico.
Il sito fu oggetto di campagne di scavo archeologico negli anni 70’, durante le quali furono messe in luce numerose tombe coi loro corredi. Tra gli oggetti più significativi si trovano alcuni gioielli d’argento risalenti al VII-VI secolo, alcuni dei quali sono esposti al Museo Nazionale di Cagliari.
In questi ultimissimi anni le attività di ricerca sono state riprese dall’Istituto per le civiltà Italiche e del Mediterraneo Antico del CNR, con vari obiettivi tra i quali quello di chiarire la cronologia del sito, e di comprenderne la struttura urbanistica e la funzione in rapporto al territorio nel quale si trova.

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