Andrea Pubusa
Gli articoli della settimana scorsa di Carlo Dore jr. e di Francesco Cocco su questo blog contengono giudizi sui due leader che si contendono la leadership del centrosinistra. Ora, è fuor di dubbio che Bersani si va qualificando come un leader, dotato di modestia, ma unitario e capace di unire, propositivo e vincente. Vendola, invece, mantiene un frasario affascinante, ma nei territori al riparo del suo nome si consumano vicende oscure di antica memoria: vedi le assunzioni senza concorso alla Regione sarda, secondo il più collaudato modo DC di transito nei ruoli regionali.
Insomma, in un’ipotetica scala, Bersani sale e Vendola scende.
C’è poi una questione più di fondo, che riguarda questo delicato passaggio di fase. Il tramonto di Berlusconi va aiutato, ci vuole una tattica “accabadora”. E questa non può che fondarsi su una vasta alleanza che unisca tutte le attuali opposizioni al Cavaliere con un programma semplice ma non facile: difesa e ritorno alla Costituzione, riassetto delle funzioni pubbliche essenziali, difesa dello Stato e del settore pubblico complessivamente inteso contro il pericolo di svendita e smantellamento, ritorno alla normalità istituzionale, presa d’atto e rimedi veri alla grave crisi economica. Un programma di transizione da far tremare le venne ai polsi. Ma è l’unico che può mobilitare gli italiani in una difficile situazione che richiede sacrifici e rinunce. Ma, per convincere,deve essere proposto da una coalizione vasta, onesta e limpida.
Ora, rispetto a tutto questo Bersani si sta rivelando più credibile di Vendola sia perché queste cose le dice con chiarezza sia perché la sua collocazione politica lo rende il garante naturale per la sinistra di un progetto di questo tipo. Nichi davanti a questa situazione ha un dovere di chiarezza e di realismo. Deve dire se è della partita e come intende starci. E non può che starci con disciplina e rigore. Questo apparentemente lo indebolisce, ma in realtà è la sola prova che può consacrarne la statura di leader non di una parte, piccola o grande, ma dell’intero Paese.
I mesi prossimi soglieranno i nodi. Certo è però che le elezioni e i comportamenti concreti stanno mostrando un Bersani affidabile nei riguardi degli alleati, mentre Vendola deve ancora dirci con chiarezza cosa intende fare. E certo in questo non lo aiutano le scelte spregiudicate dei suoi sostenitori locali.
1 commento
1 Pasquino
27 Luglio 2011 - 13:38
“Vendola, invece, mantiene un frasario affascinante, ma nei territori al riparo del suo nome si consumano vicende oscure di antica memoria: vedi le assunzioni senza concorso alla Regione sarda, secondo il più collaudato modo DC di transito nei ruoli regionali”.
Indovini un po’ chi lo va dicendo da un po’ nella scena politica sarda, oltre lei? E chi ha fatto più casino contro questa pratica vergognosa di Uras e qualche altro?
Suvvia, secondo me lo sa…
Su Meri! Però mi rendo conto che è meglio non dirlo.
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