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Dopo un iter di oltre due anni, la Camera ha approvato il disegno di legge sul testamento biologico o, meglio, contro il testamento biologico, che ha avuto il primo via libera del Senato il 26 marzo 2009. Voti favorevoli 278, contrari 205, astenuti 7. Tra le modifiche principali rispetto al provvedimento approvato da Palazzo Madama, dove adesso il testo dovrà tornare in terza lettura, quella che prevede la sospensione solo in casi eccezionali e solo per i malati terminali di nutrizione e idratazione artificiale, limiti più stretti sul momento in cui si attiva la dichiarazione anticipata di trattamento (DAT), nella quale, tra l’altro, si potranno indicare “orientamenti” e non più volontà rispetto ai soli trattamenti che si desidera attivare e non anche che si vogliono rifiutare. Quindi niente testamento biologico, posto che il testamento è notoriamente una manifestazione di volontà vincolante per i destinatari.
E’ stato confermato, poi, il no all’eutanasia e il carattere non vincolante delle Dat, le dichiarazioni scritte dei pazienti. Scompare invece il collegio di medici chiamato a intervenire, in forma sempre non vincolante, in caso di controversia tra fiduciario e medico curante. Insomma, una legge contro la libertà e la dignità delle persone a favore dell’intrusione dello Stato, in barba al proclamato spirito liberale, nella sfera più intima della persona.
Ecco in sintesi il contenuto del testo, che prende il nome di ‘Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e dichiarazioni anticipate di trattamento’, 8 articoli, e non più 9, perché è stato soppresso l’intero articolo 8, che prevedeva il via libera del giudice tutelare in caso di divergenza tra familiari (in assenza del fiduciario) e medico curante: -
NUTRIZIONE: L’alimentazione e l’idratazione artificiali non faranno parte delle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat), ma potranno essere sospese in casi eccezionali, quando il paziente “in stato terminale” non è più in grado di assimilarle e quando “le medesime risultino non più efficaci”
PLATEA: La legge non è rivolta solo ai pazienti in stato vegetativo, ma anche appunto ai malati terminali. La Dat però assumerà valore solo nel momento in cui ci sarà “accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale”
SOLO DAT: sarà valida solo la Dat espressa nelle forme previste dalla legge (con un registro telematico nazionale con un unico archivio, di cui sarà titolare il ministero della Salute). Escluse altre dichiarazioni che non potranno essere utilizzate per ricostruire le volontà della persona. Nelle Dat si potranno indicare solo i trattamenti che si desidera attivare (fatti salvi quelli sproporzionati o sperimentali cui ancora si può dire no)
LEA: Ai pazienti in stato vegetativo sarà garantita “l’assistenza ospedaliera, residenziale e domiciliare” prevedendola tra i livelli essenziali di assistenza - FIDUCIARIO: In assenza della nomina di un fiduciario, la Dat prevede che i suoi compiti saranno adempiuti dai familiari (a partire dai genitori, ndr) indicati dal Codice Civile
MEDICO: Le volontà espresse dal paziente nelle Dat rimangono non vincolanti per il medico curante.
Che dire di questa disciplina? Possiamo far nostro il giudizio di Beppino Englaro. Eccolo.
Quella sul biotestamento e’ una legge ”palesemente anticostituzionale”. Beppino Englaro esprime un giudizio totalmente negativo sulla normativa approvata dalla Camera: ”Con queste norme - afferma - l’Italia e’ il primo paese del mondo civile ad imporre il ’sondino di Stato”’. ”L’incostituzionalita’ di questa legge - sottolinea - e’ stata riconosciuta da molti costituzionalisti e giuristi, dunque non si tratta di una novita”’. I motivi, precisa, sono chiari: ”Il non lasciare la liberta’ ai cittadini, stabilendo che siano altri a disporre della salute del singolo, e’ qualcosa che si pone oltre i ‘confini’ del mondo civile”. Una legge giusta, prosegue il padre di Eluana, ‘’sarebbe invece una normativa che tuteli tutti: coloro che vogliono essere mantenuti in vita anche con le macchine e coloro i quali, invece, tale possibilita’ la rifiutano decisamente. Il principio e’ che nessuno puo’ disporre della salute degli altri e bisogna lasciare la liberta’ di scelta”. Una liberta’ di decidere che, secondo Englaro, deve riguardare a maggior ragione i trattamenti eventuali di idratazione e alimentazione artificiali: ”Si tratta di vere e proprie terapie - afferma - come hanno sostenuto varie societa’ scientifiche, ed e’ il singolo che deve poter decidere se effettuarle o meno quando e se dovesse trovarsi in condizioni estreme”. Insomma, rileva Englaro, ”questa normativa altro non e’ che la condanna a vivere in un modo che e’ estraneo, per molti, alla concezione stessa della vita, il tutto imposto per legge”. Quanto alle iniziative future, ”concordo con la proposta del senatore del Pd Ignazio di Marino di promuovere un referendum contro la legge, ma solo come ultima possibilita”’, dice Englaro. Nel senso, chiarisce, ”che credo ci siano altre vie piu’ veloci per contrastare questa legge. Ad esempio - conclude Beppino Englaro - attraverso l’impugnazione davanti alla magistratura da parte di un cittadino per uno specifico caso”
1 commento
1 Mario Sciolla
14 Luglio 2011 - 00:20
L’aspetto intollerabile sta nel ritenersi, da parte della cosiddetta “maggioranza parlamentare”, depositari della corretta visione etica, mentre gli altri sarebbero o moralmente scorretti o moralmente incapaci. Di qui l’imposizione per legge di una presunta “corretta visione morale”, di una “corretta deontologia medica” etc.
Dopo la pausa estiva si avrà, presumibilmente, la “terza lettura” e, salvo improbabili novità, l’approvazione definitiva di questa legge.
Credo che dobbiamo attrezzarci sin d’ora per la promozione di un referendum abrogativo, con formulazione del/dei quesito/i, la raccolta delle firme, la sensibilizzazione. Mi auguro che questo avvenga in molti posti, in centri grandi e piccoli, per dare luogo a un impegno quotidiano e diffuso che batta in breccia questa autentica vergogna.
Ultima osservazione, per me che voto PD: posso almeno consolarmi con la serietà e la coerenza di alcuni parlamentari PD (in primis, il senatore Ignazio Marino). Evito di esprimere giudizi su altri (Fioroni e compagnia).
Mario Sciolla
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